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Medici Senza Frontiere: in Italia troppi ostacoli al diritto d’asilo

Publie le lunedì 15 maggio 2006 par Open-Publishing

L’Italia non rispetta gli impegni assunti a livello internazionale, è l’unico Paese dell’Unione europea senza una legge organica in materia d’asilo e «richiedenti asilo e rifugiati, persone in fuga da guerre e persecuzioni, trovano all’arrivo nel nostro Paese ostacoli e barriere spesso insormontabili e poste deliberatamente al riconoscimento dei loro diritti». La denuncia è di Medici Senza Frontiere (Msf), l’organizzazione umanitaria internazionale che ha monitorato la situazione del diritto d’asilo in Italia.

Nel rapporto presentato lunedì dall’organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere (Msf), nato dal monitoraggio ad un anno di distanza dall’entrata in vigore delle nuove norme, risulta che «richiedenti asilo e rifugiati, persone in fuga da guerre e persecuzioni, trovano all’arrivo nel nostro Paese ostacoli e barriere spesso insormontabili e poste deliberatamente al riconoscimento dei loro diritti»

Nell’ultimo anno, denuncia il rapporto di Msf, le domande di asilo sono più che dimezzate, passando dalle 16187 del 2003 alle 7960 dell’ultimo anno. Si tratterebbe, dicono gli estensori del documento, del sintomo della cattiva gestione degli arrivi in Italia, con trattenimenti troppo lunghi nei centri di identificazione (ben oltre i 20 giorni previsti dalla legge) che sono appena tre contro i sette previsti dalla stessa legge. tuttavia a oggi sono attivi, quelli di Crotone, Foggia e Trapani. Altre due strutture, pur non essendo configurate come CdI (centri di identificazione), quelle di Bari e di Cassibile in provincia di Siracusa, sono accusati di trattenere i rifugiati troppo a lungo: 50 giorni sono i tempi di trattenimento di Bari e 42 per il centro di Foggia. Nel Centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria, a Roma, sono stati monitorati casi di rilascio dopo il 60 giorno di permanenza (termine massimo previsto dalla legge).

Un’altro dei capi d’accusa che risultano dall’analisi di Medici Senza Frontiere riguarda le audizioni poco tutelate. Secondo le testimonianze raccolte, infatti, il 60% degli stranieri dichiara che la durata del colloquio previsto all’arrivo nei Centri di Identificazione è inferiore ai 30 minuti, tra l’altro spesso senza l’assistenza di un valido interprete, così che gli stranieri denunciano anche una cattiva comprensione durante i colloqui. Inoltre solo il 6% di questi dichiara di essere stato assistito da un legale durante le audizioni con la Commissione.

Il dato più eclatante riguarda le decisioni finali della Commissione territoriale: il 51% dei richiedenti asilo riceve un no come risposta, solo il 5% ha avuto il riconoscimento dello status di rifugiato, il 44% ha ottenuto la protezione umanitaria. Lo stato di protezione umanitaria è cresciuto così rispetto ai tre anni precedenti superando il numero delle concessioni di asilo richieste all’Italia soprattutto dai Paesi dell’Africa Sub-Sahariana ovvero Eritrea, Liberia, Somalia, Etiopia, Costa D’Avorio, Sudan e Togo. Oltre all’Africa i Paesi maggiormente rappresentati nei nostri centri sono il Pakistan, l’Iraq e l’Iran.

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=56331