Home > Michele ( Mickscopa) non c’è più ....

Quando un compagno ti lascia, ti lascia qualcosa dentro per la sua voglia di lottare e cambiare il mondo.
Scopa è stato uno dei miei cosidetti "cattivi maestri", ho iniziato a lottare grazie a lui in un posto che si chiamava "la putrida", tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, negli ultimi tempi ho avuto gran piacere ad averlo, per alcuni giorni, tra i partecipanti del laboratorio teatrale da me tenuto.
Son tante le cose che mi mancheranno di lui.
Scopa ti voglio bene.
Grandenud - Molfetta
Mio caro Michele, ricordi la lotta,
le grida infuocate? " La fabbrica è nostra,
così è la città, è nostra la vita! ";
ma poi qualcosa è cambiato, Michele.
E dopo la lotta, ricordi Michele?
con giusta premura si fecero i quadri
del nuovo partito, e il termine nuovo
non fu così nuovo, non troppo, Michele.
Mio caro Michele, nel nuovo partito
la nuova avanguardia di fatto sono io:
ti dò la teoria e la strategia;
non è presunzione, Michele, ma è mia.
Mio caro Michele, qui scopri l’errore
e dici convinto: " Se non sono io,
da oggi in eterno, per scelta di classe,
la vera avanguardia, può tutto avvenire.
Può tutto avvenire, magari il partito,
magari il potere, ma ciò che non viene,
che non può venire, sarà il Comunismo ";
tu questo per oggi hai capito, Michele.
E allora, Michele, rifammi compagno
e uniti e insieme lottiamo l’errore:
per essere nuovi, per esser diversi
e comunisti da oggi, Michele.
Da oggi sappiamo che questo programma
avrà tempi lunghi, e non si farà
se chi è compagno non imparerà
a vivere da compagno, Michele.
Pigliarsi la fabbrica e poi la città,
far nostra la vita, vuoi dire imparare
da oggi tra noi il nuovo rispetto,
il solo rispetto che è comunista.
E questo rispetto fra liberi e uguali
non è un merletto o un fatto formale:
è violenza di classe, rifiuto totale
del vecchio errore nascosto tra noi.
L’errore che ormai possiamo vedere,
l’errore del tuo, del mio potere,
di ogni potere un po’ personale...
per oggi è tutto; avanti, Michele.
(Ivan Della Mea)