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Milano. La protesta universitaria si allarga
di Tommaso Tafi
MILANO - Dopo aver passato le scorse settimane a criticare le modalità della protesta degli studenti di quella che è stata ribattezzata l’Onda, gli studenti di Azione Universitaria, legati a doppio filo con Alleanza Nazionale, hanno dato oggi vita ad un vero e proprio tazebao. Durante la cerimonia inaugurale del 146°esimo anno accademico, infatti, Fabio Mastrobernardino, membro del Senato accademico, si è introdotto nell’aula magna del Politecnico di Milano, presso la sede distaccata della Bovisa, esponendo uno striscione con scritto "voi baroni preoccupati, noi studenti disoccupati", scatenando la reazione di una parte della sala che ha risposto con dei "buu" e del rettore Ballio che lo ha fatto immediatamente allontanare dall’aula.
Il rettore ha voluto apostrofare lo studente, richiamandolo a comportamenti più consoni al suo ruolo "istituzionale". "Mastrobernardino - ha sbottato Ballio - lei è un componente del Senato, mi meraviglio che faccia queste cose".
Nel frattempo, al di fuori della struttura di via Durante, gli studenti hanno dato vita ad una doppia protesta, quasi a voler rimarcare nuovamente le differenze esistenti tra chi ha scelto come strumento la piazza e a chi, invece, preferisce considerarsi la "maggioranza silenziosa". Da un lato i ragazzi di CL di Lista Aperta, accorsi numerosi per dare manforte al Governatore della Regione Roberto Formigoni, impegnato nel denunciare i tagli che rischiano di mettere in ginocchio le università più qualificate; dall’altro gli studenti indipendenti, che in questi giorni si sono mobilitati in tutta la città e che hanno voluto ribadire la propria contrarietà ad una riforma che, dicono, "segnerà la morte dell’Università pubblica".
Nei rispettivi interventi, sia Formigoni che il rettore Ballio hanno voluto sottolineare come una politica di razionalizzazione delle spese per l’Università sia necessaria, ma anche come questa non possa compromettere il futuro dei poli virtuosi.
Entrambi hanno dunque voluto ammonire il Governo dal procedere sulla strada intrapresa senza confrontarsi con chi l’Università la vive giorno per giorno dall’interno e che, pertanto, può dare utili suggerimenti sulle aree più efficienti, da preservare ed incentivare e su quelle parassitarie da eliminare immediatamente. Bellio ha poi voluto sottolineare come esista nell’attuale progetto di riforma un punto ancora più preoccupante di quello dei tagli: quello del blocco del turnover che, ha commentato il rettore, obbligherà a "rinunciare a un’intera generazione di ricercatori", con conseguenze inimmaginabilmente dannose per il Paese.
Ieri, tuttavia, il Word University ranking ha comunicato la classifica degli Atenei più competitivi del mondo. L’Italia ha subito una bocciatura senza appello, uscendo dalla top 100. Rimangono invariati rispetto all’anno scorso i primi 4 posti (Harvard, Yale, Oxford e Cambridge), mentre per trovare la prima Università italiana bisogna scendere fino al 205esimo posto, dove si piazza La Sapienza di Roma. Ancora peggiore la situazione di Milano, con buonapace di Formigoni che proprio oggi ha ribadito come i poli più virtuosi si trovino al Nord. Il Politecnico, prima tra le milanesi, nfatti, si piazza solo al 291esimo posto.
Questa mattina, intanto, le direttive ribadite nel week end dal Ministro degli Interni Maroni hanno trovato una prima applicazione. Quattro studenti delle superiori, infatti, sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio, per aver occupato l’istituto magistrale Agnesi di via Tabacchi impedendo agli altri studenti di entrare.
Il fronte del no alla legge Gelmini, dunque, nonostante i piccoli passi indietro annunciati dal Governo, si allarga sempre più, anche se, giorno dopo giorno, le crepe esistenti all’interno del movimento si fanno sempre più visibili. Ma forse questo non è un male. In fondo, il pensiero critico ammette, anzi, incoraggia le differenze.