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Milano. Sgombero del Cox 18, illegittimo per gli avvocati

Publie le giovedì 29 gennaio 2009 par Open-Publishing

Milano. Sgombero del Cox 18, illegittimo per gli avvocati

di Tommaso Tafi

MILANO - “Lo sgombero del Conchetta è stata un’azione illegittima che ha violato i diritti degli occupanti”. Non usano giri di parole gli avvocati Pier Giulio Sodano e Francesca Colasuonno per definire il blitz delle forze dell’ordine che giovedì scorso hanno deciso di sgomberare i locali del Cox 18. Secondo gli avvocati, i ragazzi e delle ragazze, che ormai da quasi 30 anni occupano non abusivamente lo stabile di via Conchetta 18 a Milano, avrebbero diritto a riprendere immediatamente possesso dell’edificio e ad ottenere un risarcimento danni.

Questo perché le forze dell’ordine avrebbero provveduto allo sgombero senza prima esibire un provvedimento amministrativo, penale o civile che sia. La causa civile intentata dal Comune di Milano contro gli occupanti presunti abusivi, infatti, è ancora in corso presso il giudice della XXIII sezione del tribunale della città e questo determina, di fatto, l’illegittimità del ha commentato l’avvocato Colasuonno, che ha aggiunto, “Speriamo, a questo punto che vengano riconosciuti”. provvedimento di sgombero. “I diritti degli occupanti sono garantiti dalla Costituzione”,

L’occupazione del Cox, hanno spiegato i due avvocati, è stata formalmente riconosciuta dal Comune di Milano che nel 1988 ha anche dovuto annullare lo sgombero effettuato e permettere nuovamente ai ragazzi di rientrare in possesso dei locali. In questa occasione, invece, il Comune avrebbe agito, invece che in qualità di gestore di una potestà pubblica che, in quanto tale, deve sottostare a regole di comportamento ben stabilite, bensì in qualità di privato possessore dello stabile. Il non aver seguito le regole imposte ai gestori delle proprietà pubbliche trasformerebbe il comportamento del Comune in un vero e proprio abuso nei confronti di una comunità di ragazzi che, all’interno del Cox 18, “hanno prodotto - si legge nel ricorso presentato dagli avvocati - nel corso degli anni eventi significativi, riconosciuti anche a livello internazionale, nell’ambito della musica, delle arti visive, della controcultura e degli usi sociali delle tecnologie dell’informazione”.

All’interno di questo contesto si inserisce anche la diatriba tra la Giunta e la famiglia Moroni riguardo al futuro dell’immenso archivio e della libreria create da Primo Moroni. Letizia Moratti, nei giorni immediatamente successivi allo sgombero del Cox, ha auspicato la pronta individuazione di un locale ad hoc in cui trasferire il materiale. L’auspicio si è tuttavia scontrato con le parole degli eredi di Primo Moroni, Maysa, Anna, Chiara e Sabina che hanno bollato come ipocrite le parole del Sindaco e le sue intenzioni di salvaguardare le carte dell’attivista milanese. “Per noi eredi - si legge in una lettera inviata dall’Associazione che si occupa della salvaguardia dei documenti - la sede naturale dell’archivio è il centro sociale di via Conchetta 18. Se questa giunta avesse avuto minimamente a cuore l’archivio non avrebbe mandato ingenti forze di polizia per sgomberare il Cox 18, cercando di bloccarne la trentennale attività e impedendo la libera fruizione sociale dei materiali dell’archivio e della Calusca City Lights. Se a muoverla fosse stato qualcosa di diverso da una volontà di mostrare i muscoli, la cui protervia è pari solo all’ignoranza e all’avidità già dimostrate in troppe altre occasioni, avrebbe invece rispettato la loro collocazione nel luogo in cui Primo aveva deciso dovessero stare”.