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Milano, manganellate e fumogeni contro gli studenti

Publie le mercoledì 22 ottobre 2008 par Open-Publishing

Milano, manganellate e fumogeni contro gli studenti

di Tommaso Tafi

MILANO - Avevano promesso "iniziative imprevedibili" e così è stato. Dopo la conclusione, questa mattina, degli Stati Generali all’Università statale di Milano, circa un migliaio dei duemila tra studenti, ricercatori e professori presenti all’assemblea hanno deciso di uscire in corteo per le vie del centro della città e puntare direttamente sulla Prefettura, blindata a causa della presenza del Ministro Maroni, intervenuto ad un vertice sulla sicurezza. Dopo aver raggiunto piazza del Duomo ed aver dato vita ad un piccolo scontro senza conseguenze con le forze dell’ordine, i manifestanti, non riuscendo a forzare i blocchi della polizia per raggiungere la Prefettura, si sono diretti verso piazzale Cadorna, dove si trova la stazione Nord della città, per proseguire la manifestazione.

Un’iniziativa che, proprio oggi, aveva avuto successo a Bologna ma che a Milano ha trovato l’opposizione delle forze di polizia presenti, in assetto antisommossa, in stazione. Gli studenti hanno cercato di forzare il cordone delle forze dell’ordine, ma sono stati respinti a suon di manganellate e di fumogeni. Una reazione che, a detta di molti studenti, è stata spropositata. L’intenzione, ripetono i ragazzi, era solo quella di fare un blocco dimostrativo temporaneo, mentre le forze dell’ordine hanno risposto con una violenza ingiustificata. Gli studenti, inoltre, sarebbero in possesso di un video in cui si vedrebbe un agente di polizia infierire a calci e manganellate contro un manifestante già caduto a terra e quindi inerme. Il bilancio, comunque, parla di una decina di feriti lievi. Dopo l’ultimo tentativo, respinto di entrare in stazione, il grosso del corteo ha abbandonato il piazzale disperdendosi, mentre sul posto sono rimasti piccoli gruppi di poliziotti e un piccolo presidio permanente di studenti.

Una giornata di lotta per dire no alla Gelmini (20 ottobre 2008)

La cronaca delle mobilitazioni studentesche oggi ha portato in primo piano gli universitari che hanno fatto sentire con forza la propria voce, organizzando, all’interno dei principali atenei della città, numerose assemblee aperte anche ai professori e al personale non docente. Dei veri e propri Stati Generali, come quelli che si sono conclusi alle 12:00 all’Università Statale di via Festa del Perdono, che hanno visto la partecipazione di centinaia di studenti e della quasi totalità del personale amministrativo dell’università.

Un incontro a cui hanno preso parte anche numerosi professori, nonostante il corpo docenti abbia deciso di non schierarsi ufficialmente. I collettivi studenteschi hanno quindi deciso di estendere la protesta anche agli altri settori dell’università duramente penalizzati dal progetto di riforma del sistema della scuola pubblica, dando vita ad una vera e propria alleanza programmatica con le sigle sindacali e i comitati di base contrari alla politica di tagli imposta dal Governo e contenuta all’interno della legge 133.

L’assemblea di questa mattina, fortemente voluta da Cgil, Cisl e Uil allo scopo di mostrare la reale forza delle diverse componenti dell’università finalmente unite, ha però messo in luce una divisione all’interno del movimento studentesco che già stava emergendo nei giorni scorsi. Si sono dissociati dall’iniziativa di oggi e decideranno di discutere della protesta solo Lunedì, il gruppo di Azione Giovani, vicino ad Alleanza Nazionale, e quello di Obiettivo Studenti, legato a Cl. Una dissociazione che, tuttavia, non ha impedito agli studenti vicini a questi due gruppi di partecipare agli Stati Generali come singoli, a dimostrazione che le ragioni della protesta sono più forti di ogni divisione interna.

Se, da un lato, gli studenti stanno dando dimostrazione di una straordinaria voglia di partecipare e di pesare davvero sulle scelte che riguardano il futuro dell’istruzione nel nostro paese, i sindacati e le sigle di base, dal canto loro, hanno deciso di contribuire mettendo a disposizione la loro capacità di mobilitazione. L’intenzione è infatti quella di organizzare una manifestazione di tutte le scuole per il 30 di Ottobre e uno sciopero dell’università per il 14 di Novembre. A queste si aggiungeranno, verosimilmente, le manifestazioni "alternative" organizzate dai collettivi che si tradurranno in occupazioni temporanee, notti bianche, blocchi della didattica, blocchi del traffico e lezioni all’aperto. Ieri, intanto, all’accademia di Brera gli studenti hanno occupato con un blitz gli uffici del direttore Fernando De Filippi e hanno annunciato nuove mobilitazioni per la mattinata di oggi.

Tutto questo proprio mentre da palazzo Marino arriva il monito del vice sindaco Riccardo DeCorato che ha rimproverato gli studenti per aver organizzato la "quinta manifestazione in venti giorni" e si è domandato "fino a quando i milanesi saranno tenuti in ostaggio da questa protesta che più che essere fondata su ragioni ponderate si basa su clichè cui ci hanno abituato certi ambienti della sinistra". Il vice sindaco aennino ha altresì annunciato cha da ora in poi i cortei nella città dovranno tutti seguire un percorso prestabilito, perchè le mobilitazioni "sono sempre accompagnate da episodi di vandalismo" . Un’imposizione che ha fatto infuriare gli studenti che hanno risposto tappezzando gli atenei di stampe in cui la foto di DeCorato campeggia sovrastata dalla scritta "Wanted".

Ma il barbuto vice sindaco ha deciso di spingersi oltre, suggerendo ai manifestanti di "mettersi l’anima in pace perché il decreto Gelmini verrà convertito in legge. E una, nessuna, o centomila proteste non cambieranno le carte in tavola". Un esempio lampante di guerra contro il pensiero critico. La protesta intanto dilaga e Giovedì sarà il giorno degli studenti delle superiori che proprio in queste ore si stanno organizzando per dare voce, un volta di più, alle oro ragioni e alla loro rabbia.