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Ministro in overdose, urge mega vaccino

Publie le domenica 17 gennaio 2010 par Open-Publishing
5 commenti

Ministro in overdose, urge mega vaccino


Statisticamente è più facile morire nel centro di Milano stritolati da un calamaro gigante con la pipa e la sciarpa del Milan che di influenza A. Nonostante questa evidenza, il ministero della sanità italiano ha acquistato 24 milioni di dosi di vaccino per 184 milioni di euro stipulando con la Novartis un contratto che persino un caporale di Rosarno avrebbe considerato troppo iniquo. Nell’occasione, gli italiani si sono rivelati meno fessi del previsto: magari guardano il Tg1 e credono che Craxi era un santo.

Magari guardano il Tg5 e sono convinti che c’è il boom economico. Ma quando si è trattato di farsi il vaccino si sono così espressi: Marameo (44,3 %), Vaccinati tua sorella (30,7%), Manco se mi paghi (14%), Vaffanculo (7,1 per cento, quasi tutti medici), mentre il 3,99 per cento è corso alla asl a farsi siringare. Si dovrebbe considerare quest’ultima cifra come l’effettivo gradimento al governo e ai suoi terrorizzanti mass media. Per le grandi aziende farmaceutiche è stato un regalo prezioso, e se ne potrebbe trarre lezione per il tanto atteso rilancio economico. Tipo: se non compri una macchina entro marzo morirai tra atroci sofferenze. Ora, questo paese caritatevole ed enormemente buono che è l’Italia ha deciso di regalare il 10 per cento delle dosi acquistate all’Oms, che dovrebbe girarle ai paesi poveri. Ma i poveri dei paesi poveri, pur di rompere i coglioni e di remare contro non si ammalano nemmeno loro di influenza A. Preferiscono morire di fame, o in mare cercando di venire qui, o bastonati dalla brava gente di Rosarno, o sparati dalla camorra a Castel Volturno. Noi non siamo un paese razzista, ma loro sono proprio delle merde.

Ora il sistema-Italia si trova con 23 milioni e 173.000 dosi di vaccino sul groppone, che scadono a dicembre 2010, tra 348 giorni. Per sfruttarle iniettandole tutte al ministro della sanità gli si dovrebbero fare 66.589 punture al giorno da oggi fino a Capodanno. Pensiamoci, perché no?

Alessandro Robecchi

Link: http://www.alessandrorobecchi.it/index.php/201001/voi-siete-qui-ministro-in-overdose-urge-mega-vaccino/

17.01.2010

Messaggi

  • MI SEMBRA UN’0TTIMA IDEA PUNTURARE IL MINISTRO SACCONI, GIACCHE’ CI TENEVA TANTO. INFINE HAI RAGIONE, IN ITALIA C’E’ MOLTA GENTE IGNORANTE E RAZZISTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  • Manca un tassello per comporre e definire perla comprensione del "popolo bue" la ruberìa:

    "
    La moglie del ministro Sacconi, Enrica Giorgetti è direttore generale di Farmindustria, produttori del vaccino influenza A!!!

    "

  • Vaccino, che grande imbroglio

    La truffa dell’H1N1: più di 23 milioni di dosi inutilizzate

    Gli spot del governo e la strana prelazione di Sirchia alla Novartis

    Il governo Berlusconi ha buttato via 184 milioni di euro. La Novartis ha incassato un miliardo di euro.

    Il ministero della Salute ha sottoscritto un contratto con Novartis che definire sbilanciato a favore della multinazionale svizzera è poco, ma questo lo vedremo dopo aver puntato i riflettori su un altro fatto. Girolamo Sirchia – condannato in primo grado a tre anni per aver intascato tangenti, carcere scampato grazie all’indulto, sospeso per cinque anni dai pubblici uffici – nel 2004 quando era ministro della Sanità nel secondo governo Berlusconi, a trattativa privata (cioè senza gara pubblica) ha versato a Novartis 3 milioni di euro per avere diritto alla prelazione sull’eventuale produzione di vaccini in caso di pandemia. Ed è arrivata l’influenza H1N1.

    "Costruita" la pandemia, il governo Berlusconi ha acquistato il vaccino dalla Novartis con un contratto che per le sue clausole previste è stato tenuto segreto, come "denuncia" la Corte dei Conti. 24 milioni di dosi per un costo di 184 milioni di euro da pagare anticipatamente con l’impegno da parte del governo di accollarsi la responsabilità di eventuali effetti collaterali e del pagamento nel caso di danni a terzi per motivi che non fossero attribuibili a difetti di fabbricazione.

    A conti fatti i vaccini ritirati e distribuiti alle Asl sono stati pari al valore di 10 milioni contro i 184 pagati. E ne sono stati inoculati solo 865 mila. Il resto? Finiranno al macero visto che scadranno tra poco. Risultato: spreco enorme di soldi pubblici di cui nessuno risponderà. Morale: i cittadini sono stati ingannati tre volte in un colpo solo.

    La prima quando l’allora viceministro e oggi ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ripeteva che eravamo di fronte a una pandemia mortale di dimensioni inimmaginabili creando tra la popolazione il panico.

    Il secondo quando presi dall’ansia i cittadini si sono recati nei presidi ospedalieri per essere vaccinati e hanno scoperto che dovevano firmare il consenso informato in quanto il vaccino non aveva superato tutti i test obbligatori per essere immesso in commercio.

    La terza quando hanno scoperto che lo Stato, cioè loro, aveva acquistato 24 milioni di dosi per 184 milioni di euro e ne aveva utilizzate 865 mila per 10 milioni di euro.

    Tutt’altro esempio arriva invece dalla Polonia dove il primo ministro, Donald Tusk ha accusato le case farmaceutiche di voler scaricare la responsabilità per eventuali effetti collaterali in quanto il vaccino non era stato sufficientemente testato. E il ministro della Salute, il medico Ewa Kopacz, ha rincarato la dose aggiungendo che se le aziende produttrici non accettavano di assumersi la responsabilità legale per ogni caso di persona danneggiata i vaccini non erano acquistabili.

    Stessa cosa ha fatto la Finlandia decidendo che chi voleva vaccinarsi poteva farlo a proprie spese e a proprio rischio e pericolo perché lo Stato non avrebbe né finanziato né distribuito quel vaccino.

    In Italia invece sono stati buttati via 184 milioni di euro nonostante il parere contrario di moltissimi farmacologi – compreso quello del direttore dell’Istituto di ricerca "Mario Negri" di Milano, Garattini, secondo cui la corsa al vaccino si spiega con "la grande pressione delle industrie che ne avrebbero tratto forti guadagni" – che si trattava di un virus "dalla mite virulenza" e acquistare il vaccino non sarebbe stato "un grande affare".

    Per i cittadini ma non per la Novartis, ovviamente. A questo si aggiunge che il vaccino, non casualmente a esclusione di quello americano, contiene lo squalene che secondo una ricerca condotta alla Tulane Medical School sui veterani della Guerra del Golfo vaccinati per l’antrace con un vaccino contenente l’immuno-coadiuvante MF59 (contenente lo squalene) ha dimostrato che "il 95% che ha sviluppato la Gulf War Syndrome, che ha causato migliaia di morti, aveva anticorpi verso lo squalene".

    Ma sulla decisione del nostro governo pesa anche l’ombra del conflitto di interessi che è stato solo apparentemente risolto con la nomina di Fazio ministro della Salute, ruolo ricoperto da Maurizio Sacconi la cui moglie Enrica Giorgetti è direttrice generale di Farmindustria.
    Certo la Novartis che ha prodotto il vaccino non è un’azienda italiana. Ma come si può ignorare che Farmindustria aderisce in ambito internazionale alla Federazione europea (EFPIA) e a quella mondiale (FIIM–IFPMA)? Oltre al fatto che il ministero della Salute, attraverso la AIFA (Agenzia italiana farmaci), stabilisce i prezzi dei farmaci, quali ritirare dal commercio e quali no. Ha il controllo su Farmindustria (che riunisce oltre 200 imprese del farmaco operanti in Italia, nazionali e a capitale estero) rispetto all’avviamento dell’impresa, alla natura degli stabilimenti, ai prodotti, all’immissione in commercio e alla presentazione del prodotto (etichetta, foglio illustrativo e pubblicità) ecc.

    Conflitto denunciato da Antefatto.it? , ignorato dai media e descritto dalla britannica Nature, una delle più antiche e prestigiose riviste scientifiche nell’articolo “Clean hands, please” (Mani pulite, per favore) in cui si legge: “Per di più le connessioni tra i ministeri della Sanità e del Welfare con il sistema industriale sono sgradevolmente strette: per esempio la moglie del ministro Maurizio Sacconi è direttrice generale di Farmindustria, l’associazione che promuove gli interessi delle aziende farmaceutiche".

    Sandra Amurri

    Da Il Fatto Quotidiano del 17 gennaio

    • Influenza, 19 milioni di dosi di vaccino
      inutilizzate: il Ministero valuta cosa fare

      ROMA (22 gennaio) - Il ministero della Salute, attraverso l’unità di crisi, sta valutando cosa fare di nove milioni di vaccini già consegnati alle Regioni e di altri 10 milioni che non sono stati ancora prodotti. Lo ha confermato il ministro della salute Ferruccio Fazio spiegando che la questione è all’attenzione degli esperti del ministero, i quali hanno già affrontato il punto che verrà messo nell’ordine del giorno anche la prossima settimana. «Giovedì, al massimo venerdì - ha detto Fazio - avremo un quadro più chiaro della situazione».

      La polemica sul contratto stipualto tra Novartis. Nei giorni scorsi è stata sollevata la polemica con un’interrogazione del Pd al governo sui provvedimenti urgenti da assumere per salvaguardare i livelli occupazionali degli stabilimenti Novartis in Italia - a partire dalla messa in mobilità di alcuni dipendenti in provincia di Siena - e chiarezza sul contratto stipulato lo scorso agosto con l’azienda farmaceutica per la produzione di 24 milioni di dosi di vaccino contro il virus H1N1, rimaste in gran parte inutilizzate.

      Le motivazioni dell’azienda. La Novartis aveva spiegato che le ragioni della riorganizzazione in corso nell’azienda Novartis Vaccines and Diagnostics, che ha annunciato la procedura di mobilità per 24 dipendenti, «derivano dal radicale mutamento dello scenario di riferimento relativo al mercato dei vaccini e non sono in alcun modo correlate all’accordo di fornitura di vaccino pandemico» anti-influenza A siglato tra la società di Siena e il ministero della Salute. Lo precisa l’azienda in una nota, dopo le polemiche di questi giorni (nonchè un’interrogazione parlamentare del Pd) su tagli che, puntualizza Novartis, coinvolgono «24 figure professionali su 1.455 dipendenti»: una forza lavoro aumentata del 64% rispetto al 2006. «La progressiva evoluzione del Servizio sanitario nazionale verso l’attuale modello centralizzato su scala regionale - si spiega nel comunicato - impone il ricorso a una struttura commerciale più snella, in grado di rispondere alle esigenze della nuova realtà che si è venuta a creare, oltre al conseguente e progressivo ridimensionamento del ruolo delle attività di informazione scientifica». Infatti, «analoghi assetti organizzativi sono stati adottati dai principali competitor di Novartis Vaccines and Diagnostics nel settore dei vaccini».

      da "Il Messaggero" 22 Gennaio 2010