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Fiat Torino, ancora sciopero:
LE CARROZZERIE SI FERMANO MIRAFIORI NON DEVE CHIUDERE!
Dopo l’intera giornata di sciopero e il presidio all’Unione Industriali di
mercoledì, questa mattina i lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori, si
sono fermati di nuovo e dalle 9,30 sono in sciopero. Il SinCobas ha trovato
ampia risposta alla mobilitazione e alle 10,30 un migliaio di lavoratori
delle carrozzerie sono usciti dallo stabilimento e si stanno dirigendo alla
porta 20 (portineria delle Meccaniche, Powertrain) bloccando la circolazione
di diverse arterie e anche i lavori del vicino cantiere per le olimpiadi.
La prima risposta a Demel che nell’incontro del 6 ottobre ha gettato la
maschera: chiusura definitiva di Arese, nessun nuovo modello per Mirafiori,
più flessibilità per gli altri stabilimenti e aumenti dei ritmi e nuovi
turni di notte.
“Non accettiamo le conclusioni di Demel sullo stabilimento di Mirafiori.
Prima portano via le produzioni e poi dicono che lo stabilimento vuoto non
serve più!
Altro che rivalutazione del lavoro operaio e garanzia dell’impegno per
Torino come cardine del settore auto, come ha dichiarato Montezemolo.
La realtà è che siamo di fronte ad un ulteriore drastico ridimensionamento
con l’espulsione dalla fabbrica di migliaia di lavoratori nel solo Piemonte,
gestita con accordi sindacali capestro.” - commentano i delegati rsu
Sincobas, Caliendo e La Robina, che hanno partecipato all’incontro
Fiat/sindacati, e proseguono - “Per questo siamo ancora oggi fuori dalla
fabbrica, per parlare con questa città, perché Mirafiori non diventi un area
dismessa su cui avviare nuovi business.”.
Ci vuole un piano industriale vero per il rilancio produttivo e dell’
occupazione con la ridistribuzione della produzione su tutti gli
stabilimenti del gruppo. E ci vuole un intervento pubblico attivo, di
“indirizzo produttivo”, di fronte alla incapacità della dirigenza Fiat a
garantire continuità di produzione e posti di lavoro.
Ufficio Stampa Sincobas
Milano, 8 ottobre 2004 ore 11.00
comunicato stampa
Fiat Torino: MIRAFIORI NON DEVE CHIUDERE
Il Sincobas ha indetto per oggi 6 ottobre 8 ore di sciopero per tutto lo
stabilimento Mirafiori e ha dato appuntamento ai lavoratori Fiat davanti all
’Unione Industriale di Torino, per un presidio (che sta proseguendo anche
mentre scriviamo) in occasione dell’incontro tra l’Amministratore delegato
Fiat e i segretari generali di Fim,Fiom,Uilm e Fismic sul futuro del gruppo
torinese.
Finalmente ieri anche la Fiom di Mirafiori ha chiamato alla lotta
dichiarando anch’essa uno sciopero per questa mattina (4 ore) ma solo per le
Meccaniche (Powertrain).
Centinaia di lavoratori sono dalle 9.00 di questa mattina sotto la sede dell
’Unione Industriali rispondendo all’appello del Sincobas per scioperare
prima che sia troppo tardi facendo sentire la voce delle lavoratrici e dei
lavoratori di Mirafiori, che non accettano la chiusura dello stabilimento,
all’amministratore delegato Demel e anche alla città e alle sue istituzioni,
primo fra tutte il Comune che sta già valutando l’utilizzo delle aree
dimesse .....
Dopo una pressante richiesta una delegazione del Sincobas composta da Rsu
dello stabilimento di Mirafiori - insieme al alcuni rappresentanti di
Arese - è finalmente entrata all’Unione Industriali e sta partecipando all’
incontro (ancora in corso).
Nell’incontro le Rsu Sincobas ripropongono ancora una volta - di fronte alla
nuova cassa integrazione - che la Fiat deve tornare in campo con un piano
industriale vero per il rilancio produttivo e dell’occupazione e non quello
che si vuole verificare in quest’incontro dove la situazione dei vari
stabilimenti viene affrontata uno per uno, per un gruppo industriale
governato ormai dalle banche.
Senza un intervento pubblico (nazionalizzazione con il controllo del
capitale) con la partecipazione pubblica nelle scelte di ‘indirizzo’
produttivo non ci sarà né lavoro né futuro.
Ufficio Stampa Sincobas
Milano, 6 ottobre 2004 ore 15.30
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