Home > Mussi lascia la guida di SD
di Carla Ronga
Sinistra democratica riunisce lo stato maggiore e conferma la scelta della costituente di Sinistra. La riunione è ancora in corso: il movimento che raccoglie l’ex Correntone deve ora nominare un nuovo gruppo dirigente
"Continuo ostinatamente a ritenere impensabile che in futuro, in un paese europeo come l’Italia, scompaia qualunque formazione politica di sinistra. Non bisogna disperare: spes contra spem. Una sinistra in Italia c’è. E’ necessario lavorare fin da ora a unificare davvero tutte le forze disponibili alla formazione di un partito nuovo, in grado di competere e riguadagnare il suo posto in Parlamento. Progetto possibile solo con una nuova generazione, uomini e donne, militanti e dirigenti. In Sinistra democratica ce ne sono tanti", con queste parole Fabio Mussi commentava appena una settimana fa l’esito drammatico delle elezioni politiche. Oggi, con una lettera, l’ex ministro di Università e ricerca ha informato la direzione del Movimento delle sue dimissioni da coordinatore nazionale di Sinistra democratica.
"Vicende personali e politiche si intrecciano", scrive Fabio Mussi, reduce da un delicato trapianto di rene. "In questo momento la Sinistra ha bisogno del massimo impegno e di un vero rinnovamento. Non potendo garantire, per motivi indipendenti dalla mia volontà il contributo necessario e volendo favorire un rinnovamento anche generazionale, lascio l’incarico di coordinatore", avrebbe spiegato nella lettera.
L’addio alla leadership non rappresenta però un passo indietro dalla vita politica. Mussi ha ribadito il suo impegno per il partito e per un rinnovamento della sinistra.
Il direttivo di Sa deve quindi decidere i passi da compiere nell’immediato futuro. Sul tavolo al momento ci sono due proposte: la convocazione del comitato promotore per votare i nuovi organismi dirigenti oppure, l’ipotesi di affidare momentaneamente la guida del movimento ad una troika. I tre dovrebbero essere Marco Fumagalli più i due capigruppo uscenti, Cesare Salvi e Titti Di Salvo (i tre dirigenti che, di fatto, per il ruolo che già ricoprivano nel movimento Sd hanno diretto la campagna elettorale). Allo studio anche la possibilità di affidare ad una quarta persona, probabilmente una donna, il ruolo di speaker ufficiale del partito.
Per quanto riguarda gli scenari politici, l’idea prevalente all’interno di Sd è quella di accelerare verso una costituente della sinistra, aperta a tutti i soggetti interessati, anche ai socialisti.
L’ipotesi di un riavvicinamento al Pd è quindi, per il momento, da escludere: "Noi ci siamo, siamo qui", sintetizza il vicepresidente della Camera Carlo Leoni: "Iniziamo un percorso che porta alla Costituente della Sinistra al fianco di Rifondazione e di quanti ci stanno".
Nella sua relazione ai membri di Sd, Marco Fumagalli, coordinatore della presidenza, spiega: "Leggiamo dai giornali che qualcuno pensa di portarci nel Pd. Ebbene si sbaglia. Noi investiamo sulla nuova sinistra in un processo costituente aperto anche ai socialisti". Le sirene del partito democratico non fanno breccia, per il momento. "Sappiamo che la Sinistra Pd crea una fondazione- spiega Giulia Rodano- ma per il momento non se ne parla. Noi vogliamo aiutare, per quanto possibile Rifondazione a scegliere la strada della nuova sinistra".
Più che al Partito democratico, gli occhi di tutti in Sinistra Democratica sono puntati sul partito di Giordano e Ferrero. Se dovesse vincere la maggioranza "bertinottiana", allora si aprirebbe uno spazio per quel progetto di Sinistra "senza aggettivi" che era il progetto originario di Bertinotti e Mussi. A quel punto ci sarebbero anche le condizioni per riaprire un canale con il Partito democratico. Nel caso contrario, anche se nessuno vuole pensarci ora, Rifondazione tornerebbe ad essere un soggetto fortemente identitario. E la sinistra unita avrebbe davvero meno chance.
Il rischio che una prospettiva del genere si verifichi è chiaro ai membri dell’ex correntone Ds, i quali tuttavia chiamano proprio Veltroni a dare segnali di disponibilità. "Un dialogo con il Pd?
Dipende da loro- spiega ad esempio Rodano- e cioé dalla possibilità di creare un nuovo centrosinistra. Se Veltroni continua a dire, come ha fatto di recente in un’intervista, che l’autosufficienza del Pd e della Sinistra è un valore per loro e per noi, allora la vedo complicata. Veltroni dovrebbe capire che qui non c’è nessuno che è autosufficiente".
aprileonline
Messaggi
1. Mussi lascia la guida di SD, 23 aprile 2008, 01:47
Mussi ha lasciato l’amministrazione di un condominio chiamato "sinistra democratica". La troika sarà rappresentata dai 3 condomini rimasti.