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morti di Torino, come tutti i morti e feriti sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale e che in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!
Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni i lacci e laccioli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!
Gli operai bruciati vivi il 6 dicembre alla Thyssen-Krupp di Torino sono le vittime dello smantellamento dei vincoli, dei lacci e laccioli che i lavoratori avevano imposto ai padroni. Sono il risultato della libertà che i padroni si sono nuovamente ripresa a seguito dell’indebolimento del movimento comunista. I bassi salari, la precarietà, l’attacco al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, i ritardi nei rinnovi dei contratti di lavoro, l’infame legislazione dello sfruttamento dei lavoratori che porta i nomi dell’ancora “onorevole” Treu e del defunto “professor” Biagi formano un tutt’uno con lo stillicidio di morti e feriti sul lavoro e con le malattie professionali. Tra licenziamenti, casse integrazioni, mancato turn over e pensionamenti anticipati diminuisce il numero dei lavoratori addetti ai lavori manuali, ma non diminuisce il numero dei morti e dei feriti, perché i padroni aumentano lo sfruttamento di quelli che restano.
Chiusura di aziende, ristrutturazioni, delocalizzazioni, esternalizzazioni e privatizzazioni vanno di pari passo con aumento dello sfruttamento e della precarietà, aumento dei ritmi di lavoro e dell’arbitrio padronale, minaccia di licenziamento, riduzione dei salari reali, malattie professionali, inquinamento ambientale. I privilegi dei capitalisti, del clero e degli altri ricchi sono frutto del sudore, della salute e del sangue dei lavoratori. Gli assassini dei lavoratori siedono al governo, in Parlamento, nei Consigli di Amministrazione, alla presidenza delle società finanziarie. Di fronte all’ondata di sdegno, oggi fingono di essere preoccupati e di correre ai ripari. Ma fino a ieri sostenevano l’innalzamento dell’età pensionabile, l’aumento del numero di ore straordinarie, i contratti a tempo determinato, il lavoro precario. Anche i più “sinistri” di loro dicevano che era spiacevole, ma non si poteva fare diversamente. Torneranno a farlo appena l’ondata di sdegno sarà passata. Torneranno a terrorizzare i lavoratori minacciando che se non accettano le loro infami condizioni, l’alternativa è la disoccupazione e la miseria. Nel mondo ci sono effettivamente disperati disposti a lavorare anche per meno. La dignità e il benessere dei lavoratori sono affettivamente incompatibili con l’ordinamento sociale capitalista. Quanto maggiori sono il benessere e la dignità dei lavoratori, la sicurezza e la protezione dei lavoratori, la salvaguardia dell’ambiente, tanto minori sono i profitti dei capitalisti. Le misure di sicurezza e di protezione, come i salari, per i capitalisti sono una spesa. Bisogna eliminare l’ordinamento sociale capitalista. Bisogna instaurare il socialismo. Bisogna ricreare un movimento comunista potente e deciso a farla finita con i capitalisti.
Il rimedio ai mali del presente, quello che occorre per invertire l’attuale corso delle cose è la rinascita del movimento comunista.
Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi. I lavoratori e le masse popolari sono in grado di difendere quanto resta delle conquiste che nel passato avevano strappato alla borghesia e al clero. Sono anche in grado di allargare nuovamente quelle conquiste. Certo che esse sono incompatibili con il corso attuale delle cose, con la globalizzazione e con le “leggi naturali” dell’economia capitalista. Certo che il benessere dei lavoratori e la loro partecipazione al patrimonio culturale, alla ricchezza e alla direzione della società sono incompatibili col capitalismo. Ma erano incompatibili anche quando i lavoratori strapparono le conquiste che ora la borghesia cancella una dopo l’altra. Si tratta di imporre nuovamente alla borghesia tutto quello che le avevamo imposto nel passato e anche più. È del tutto possibile oggi, come lo fu ieri. Ma per riuscirci, bisogna che in Italia e nel mondo rinasca un movimento comunista potente. Bisogna che i lavoratori e le masse popolari del nostro paese si organizzino e si uniscano con quelli degli altri paesi per ricostruire un movimento comunista potente.
Il movimento comunista è l’insieme dei lavoratori organizzati che lottano per instaurare un nuovo ordinamento sociale. Quale ordinamento sociale? Il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti.
Un ordinamento sociale in cui le aziende non sono create dai capitalisti per aumentare i loro capitali. Ma sono istituzioni create per produrre beni e servizi necessari e utili per la popolazione. Ogni azienda è un collettivo di lavoratori incaricato di produrre determinati beni e servizi e riceve dalle altre aziende quello che è necessario per farlo.
Un ordinamento sociale in cui la direzione della società, tutto il potere è nelle mani dei collettivi aziendali e territoriali dei lavoratori e le istituzioni regionali, nazionali e internazionali sono composte da loro delegati revocabili e che hanno un reddito eguale a quello dei lavoratori specializzati.
Un ordinamento sociale in cui ogni individuo compie la sua parte del lavoro necessario alla vita e alla prosperità di tutti, partecipa secondo le sue capacità al patrimonio culturale e alla direzione della società e usufruisce secondo i suoi bisogni delle risorse della società.
Il partito comunista è l’organizzazione di quanti oggi lottano per mobilitare e organizzare i lavoratori e il resto delle masse popolari, perché creino le condizioni necessarie per instaurare questo ordinamento sociale, far fronte alla repressione con cui le autorità borghesi cercano di soffocare questa mobilitazione, difendere quanto resta delle conquiste e migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Oggi il partito comunista è la parte centrale, principale del movimento comunista, il promotore della sua rinascita.
Rinascita del movimento comunista vuol dire organizzarsi e ricreare quella rete di organizzazioni politiche, sindacali, culturali, economiche, ecc. che già i lavoratori del nostro paese avevano creato dopo la Resistenza e che la direzione della sinistra borghese ha un po’ alla volta corroso, corrotto e dissolto. Oggi siamo forti della lezione del passato. Sappiamo che accettare la direzione della sinistra borghese, limitarsi cioè alle conquiste che riusciamo a imporre ai padroni lasciando a loro la direzione della società e la proprietà delle sue risorse, vorrebbe dire mettere nuovamente il movimento comunista sulla via della crisi. Non lo faremo mai più!
I morti e feriti sul lavoro non sono una fatalità, frutto del caso. Gli interessi degli operai e del resto delle masse popolari sono incompatibili con gli interessi della borghesia, del clero e delle altre classi privilegiate. Non si tratta di una divergenza di opinioni o morale. Si tratta di interessi opposti. A parità di altre condizioni, se il reddito dei lavoratori aumenta, il profitto e le rendite dei padroni, del clero e degli altri ricchi diminuiscono. Se la sicurezza e la protezione dei lavoratori migliorano, i profitti dei padroni diminuiscono. Se la salvaguardia dell’ambiente aumenta, i profitti e le rendite dei capitalisti, del clero e degli altri ricchi diminuiscono. Quanto più potere hanno i lavoratori, tanto meno ne hanno i padroni, il clero e gli altri ricchi. I lavoratori sono tanto più liberi quanto meno lo sono i padroni, il clero e le altre classi privilegiate. Alla lunga o prevalgono gli uni o prevalgono gli altri. La borghesia, il clero e le altre classi privilegiate sfruttano i lavoratori e il resto delle masse popolari grazie alla proprietà delle risorse naturali e del capitale che si sono arrogati e al potere politico e al prestigio sociale di cui godono. Non abbandoneranno mai i loro privilegi se non vi saranno costretti. Cercheranno con ogni mezzo di riprendersi quello che sono costretti a cedere. Il movimento comunista rinasce ricco di questa lezione che ha duramente pagato. Il nuovo movimento comunista è il potere dei lavoratori e del resto delle masse popolari che si costituisce nella società per rovesciarne l’attuale ordinamento sociale. La rinascita del movimento comunista è la prima fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che rovescerà l’attuale potere, instaurerà il nuovo potere dei lavoratori e costruirà il nuovo ordinamento sociale.
La rinascita del movimento comunista è la strada per uscire dal marasma della società attuale. Organizzarsi per lottare per la rinascita del movimento comunista è il modo migliore di vendicare gli operai uccisi dai capitalisti e dalle loro leggi infami. La rinascita del movimento comunista è una strada realista, possibile. È l’unica strada realista. È la strada necessaria.
NUOVO - PARTITO COMUNISTA ITALIANO