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Nasce EsseErre, ’’un’arca per salvare la sinistra’’

Publie le venerdì 13 maggio 2005 par Open-Publishing

Avvicinamenti. Bertinotti e Folena battezzano l’associazione romana, primo nodo di una rete nazionale

di Alessandro Bongarzone

Sono tanti i Romani di Sinistra che, rispondendo all’appello lanciato da alcuni consiglieri comunali e da alcuni, non sappiamo se dire ex, componenti del correntone DS, membri della direzione romana, hanno deciso di venire, ieri, al Teatro Colosseo per il lancio dell’ Associazione “Sinistra Romana”. Sono tanti, al punto che, riempita la platea, dopo aver fatto aprire la galleria, gli organizzatori hanno dovuto chiedere ai “ritardatari” di aspettare nel foyeur e sul marciapiede. Ma al di là del loro numero, la cosa che è saltata subito agli occhi è stata che, tolti alcuni addetti ai lavori (“ceto politico” li chiamerà Sandro Cardulli, il presidente della neonata “SR”, dal palco), in quel teatro c’erano solo persone normali. Lavoratori dell’ACEA e sindacalisti; professionisti, casalinghe e giovani.

Si respira un aria diversa in teatro. Qui dentro c’è un misto di allegria e goliardia che solo l’indole, cialtrona e un po’ sprezzante, dei romani è in grado di realizzare. Un’allegria che Cardulli esprime dal palco del teatro quando, annunciando la nascita dell’associazione mostra una barchetta di carta coperta di firme. “Questo è il documento politico, l’atto costitutivo di SR sottoscritto dai fondatori. Noi siamo una barchetta che si muove in mare aperto, un’arca che servirà, speriamo, per salvare qualcosa. Siamo donne e uomini di diversa provenienza - ha proseguito il neo presidente - che hanno un comune obiettivo: far vivere la sinistra che non c’è - quella che mette i suoi valori a disposizione dei movimenti di questi anni e che, con essi, si rigeneri - nelle istituzioni locali, nei luoghi di lavoro, nel mondo delle associazioni, sviluppando iniziative sul territorio”.

Sul palco, insieme al presidente di SR, ci sono Pietro Folena e Fausto Bertinotti perché, spiega Cardulli: “oggi abbiamo bisogno, a sinistra, di atti di discontinuità con un vecchio modo di fare politica e loro sono stati protagonisti di uno strappo: Folena che ha lasciato il suo partito per individuare nuove strade, Bertinotti che con le decisioni dell’ultimo congresso - prima tra tutte quella sulla scelta nonviolenta - ha segnato una significativa svolta nella vita di Rifondazione. Due strappi, due scelte che possono tornare utili a tutta la sinistra”. Sinistra Romana, quindi, sceglie di provare un percorso nuovo: far parte di una rete di discussione e di iniziativa politica più ampia, un movimento fatto di una rete che costituisca un nuovo “soggetto politico”.

Su questo argomento Pietro Folena non si fa cogliere impreparato. “Quello che serve - dice - è dare forza alle nostre idee. Non ho alcuna volontà polemica o di rivalsa - assicura - ma ormai nei Ds è prevalsa l’ipotesi che concepisce il riformismo come una corsa al centro. Anzi, sono preoccupato perché vedo che stanno andando alle elezioni con la supponenza di chi ha già vinto e utilizza questi giorni per regolare i conti con la sinistra, per farla contare di meno. Noi, al contrario, ha concluso Folena - per dare forza alle nostre idee, dobbiamo sapere che i rapporti di forza deriveranno dai voti che le forze di sinistra prenderanno. Per questo mi piace pensare alla “Sinistra Romana” - spiega il deputato indipendente del Prc Pietro Folena, intervenuto alla presentazione di oggi - come ad una associazione trasversale, comunista, socialista, pacifista. Un associazione che sia il primo tassello, altri ne nasceranno, che serva per costruire un movimento nuovo che realizzi una fusione dal basso, in risposta alle aggregazioni di ceto politico.

Un soggetto federativo e a rete che contribuisca a far sopravvivere la speranza - ha concluso - di una sinistra, per dirla con Tom Benetollo, senza aggettivi”.
Ed è a questa speranza che Fausto Bertinotti dà il suo consenso. “Che cento fiori fioriscano - afferma citando Mao - oggi per la sinistra radicale è davvero primavera”. “Il riformismo - spiega - è una forza di resistenza alle politiche neoliberiste, ma noi dobbiamo essere la forza di alternativa. Noi possiamo camminare insieme, o meglio camminare interrogandoci - dice Bertinotti citando il sub comandante Marcos - stanno maturando per strada esperienze diverse di un sinistra radicale antiliberista che smetta la condizione di minorità alla quale è stata costretta dalla sinistra riformista e ne sfida l’egemonia per raggiungere l’obiettivo di trasformare la società”. È un tema che torna spesso nell’intervento del leader di Rifondazione, perchè “dobbiamo evitare che una volta cacciato Berlusconi la sinistra radicale diventi un protagonista imprigionato.”

Spartiacque della riscossa della sinistra radicale è Genova, spiega Bertinotti, ed è dal G8 del 2001 che, sfuggendo “alla logica della repressione-violenza” il movimento produce quei cento fiori che stanno sbocciando: fra questi - è sicuro il segretario del Prc - c’è anche l’associazione della Sinistra Romana.

Il segretario comunista affronta anche il tema della crisi attuale, che è “crisi di quello che chiamiamo iper-capitalismo e del pensiero unico”. Per costruire un’alternativa a Berlusconi e al modello neoliberista, Bertinotti propone, quindi, “la pace come primo punto di una alternativa programmatica”.

La presentazione finisce. SR è nata assicurando che sarà il punto d’incontro fra le diverse anime della sinistra: né un correntone bis né la rappresentanza di alcune aree di partito. Semmai, spiega Folena, il primo pezzo di una rete che prenderà vita anche a livello nazionale per dare voce a chi chiede di andare “oltre la sinistra del ‘900” per costruire “una nuova sinistra figlia dei movimenti di questo secolo”.

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