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Negli Usa viene eletto Obama. In Italia se sei migrante non puoi nemmeno votare

Publie le domenica 9 novembre 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Negli Usa viene eletto Obama. In Italia se sei migrante non puoi nemmeno votare

di Stefano Galieni, responsabile Immigrazione Prc

Due segnali a indicare che forse qualcosa sta cambiando. Il primo, il più eclatante è contenuto in una intervista rilasciata da Epifani, segretario generale Cgil, al Corriere . Una richiesta semplice e netta al governo: sospensione per due anni dell’applicazione della Bossi Fini per permettere la regolarizzazione dei tanti migranti che lavorano stabilmente in Italia ma sono ai fini dello Stato "irregolari". Si tratta di un primo importante segnale da parte del sindacato di volersi confrontare con il peggioramento delle condizioni di vita delle lavoratrici e i lavoratori migranti. La legge in vigore continua ancora a produrre effetti nefasti sommando le incertezze della precarietà e gli elementi che hanno fatto scivolare sempre più persone nella irregolarità.

Si è ripetuto fino alla noia come una parte consistente del welfare sia ormai subappaltato in condizioni di semi schiavitù alle donne che accudiscono anziani e bambini, nei cantieri edili e nelle piccole aziende aumenta il numero degli infortuni anche mortali, di lavoratori comperati la mattina ai mercati delle braccia, le stagioni agricole sono divenute sempre più gironi infernali dove, per pochi euro, ci si spacca la schiena tutto l’anno nella speranza, non sempre soddisfatta di essere retribuiti. Ma anche chi è regolarmente assunto continua a subire discriminazioni nel salario, nelle mansioni, nei rapporti di lavoro.

Qualsiasi volontà di esporsi a processi di rivendicazione è messa in crisi dal capestro del "contratto di soggiorno" a termine e che può essere revocato con il licenziamento. Anche laddove il rapporto di lavoro è consolidato e, in parte c’è maggiore agibilità, permane, anzi cresce una perversa condizione di straniamento.

Gli stessi dati riportati dall’ultimo Dossier Caritas/Migrantes, mostrano come a fronte di una crescita ormai stabile della presenza migrante in Italia, a fronte di un aumento del Pil prodotto dai 4 milioni di persone regolarmente presenti, a fronte di un aumento della scolarizzazione delle seconde generazioni, con aspettative di inserimento sicuramente superiori a quelle dei genitori, resta il contesto di una rafforzata condizione di inferiorità giuridica. Chi governa pensa di poter affrontare ogni problema aumentando gli strumenti di controllo e di repressione.

Per questo sospendere la Bossi Fini è necessario ma non sufficiente, per questo è necessario definire prospettive di più ampio respiro.
Accanto a un provvedimento che servirebbe a contenere un gravissimo vulnus democratico, bisognerebbe riprendere in considerazione l’urgenza di affrontare anche altre questioni.

Oggi ad esempio le nude cifre ci dicono che quasi il 30% delle lavoratrici e dei lavoratori (in quanto migranti) è privato del diritto al voto. Una condizione che ci riporta agli inizi del secolo scorso. Ed è grottesco come, contemporaneamente, il paese eletto da tanti a simbolo della democrazia attuata, gli Usa abbiano appena eletto come proprio presidente il figlio di un immigrato dal Kenia. Sembra che queste forme di democrazia valgano solo negli altri paesi. Quanto tempo dovrà passare in Italia almeno per estendere al diritto di elettorato attivo e passivo i tanti e le tante che ormai vivono stabilmente in Italia?

Oggi sappiamo che solo per il rinnovo del permesso di soggiorno si perdono giornate e giornate di lavoro, se passerà un emendamento leghista al dl 733, il rinnovo costerà oltre che i 72 euro attuali a persona altri 200 euro. Una cifra impossibile soprattutto per chi, con contratti a tempo determinato, è perennemente costretto a chiedere rinnovi su rinnovi.

E ancora: il provvedimento legato alla "riforma Gelmini" che istituisce di fatto delle classi da apartheid, non ha nulla a che fare con la Bossi Fini ma prefigura per il futuro una società di ineguali, separati sin dall’infanzia.
Il secondo segnale positivo giunge dalla Regione Liguria che ha inserito nel proprio ordinamento l’indisponibilità ad ospitare nel proprio territorio i Cie (centri per identificazione ed espulsione) nuova denominazione dei Cpt.

Ne dovrebbero sorgere dieci in due anni, nelle regioni che ne sono sprovviste, il costo totale - mantenimento dell’esistente e nuove strutture - fino al 2010 dovrebbe giungere alla spaventosa cifra di 530 milioni di euro, a fronte di una drastica riduzione di ogni intervento per accoglienza ed inclusione. Una scelta di propaganda, come di propaganda sono tanto il dl 733 quanto il ddl 1072 in questi giorni in commissione al Senato, con cui dichiara di saper affrontare le emergenze dettate dall’insicurezza provocata dalla clandestinità. Purtroppo temi come questi rischiano di essere derubricati dall’agenda politica, tenuti a margine mentre altre questioni ed altri conflitti stanno esplodendo nel paese.

Sta anche a noi, come Prc, rilanciare la necessità di combattere queste forme di "razzismo materiale", impedendo che prevalga la logica della paura e del conflitto fra ultimi, ricostruendo in prospettiva quei nessi e quelle relazioni necessarie per dare vita, partendo dalla specificità delle situazioni territoriali, a vere e proprie forme di ricomposizione di classe.
Ma vanno anche costruite prospettive solide, a medio e lungo termine di lavoro politico. Per questo auspico la presenza di molte compagne e compagni alla riunione nazionale della commissione Immigrazione che si terrà a Roma, domenica 9 novembre. Sarà un punto di partenza per ridefinire un percorso che si dovrà incontrare con le tante realtà che nel nostro paese come in Europa si muovono sulle stesse coordinate. Ci sarà molto da lavorare.

Messaggi

  • DVRA CRVX CENACVLI
    Troppi !
    Tempo fà, durante una delle tante insulse trasmissioni ove si confrontano parti politiche come fossero massaie alla "Corrida", un giornalista di sinistra inveì contro un cittadino che si lagnava dell’evidente flessione del livello di vita medio dovuto alla sovrappopolazione incombente nel nostro paese, derivante dai troppi immigrati, strepitando basta con questo "siamo troppi"..che vuol dire, poi, "troppi"? Troppi rispetto a cosa?! Ebbene, rispondiamo Noi a quell’ecumenico scribacchino: troppi rispetto allo spazio disponibile, grandezza limitata per definizione! E forse il modo migliore per farglielo capire sarebbe proprio mettergliene 5 o 6 nel soggiorno, dicendogli: da oggi vivono qui!
    Un tempo gli immigrati erano abbastanza pochi da assurgere alle cronache per solo protagonismo attivo ad eventi criminosi; ora sono così tanti che inevitabilmente, per mero calcolo statistico, figurano sia come carnefici, sia come soggetti passivi (al quale secondo caso, puntualmente, il vittimismo giornalistico partigiano affibbierà connotazioni xenofobe). E a proposito di xenofobia, dal greco "paura del diverso": come potrebbesi, per legge, impedire a qualcuno di provare paura per qualcosa? La paura è un diritto, un’ esigenza umana, e semmai un indicatore di disagio da tenere d’occhio come esame istologico risultato positivo: giammai un’indiretta e sprezzante accusa di razzismo. Il dramma è che se non ci si sta, non ci si sta: troppi significa troppi per lo spazio vitale esistente in rapporto a quello geografico. La vera soluzione sarebbe imporre un sano contrasto delle nascite in loco, evitando così di far scontare a noialtri la loro inciviltà demografica, unica origine d’ogni bega mondiale; ma restando questo messianico argomento intoccabile, non rimane che quello del limitarne l’afflusso. Insomma: sarebbero davvero tutti indispensabili operai, braccianti e badanti, questi benedetti immigrati? Ragioniamo, partendo da statistiche verificabili: se è vero che la popolazione sul suolo italico è cresciuta nel giro di pochi anni da 55 milioni circa ad oltre 60 effettivi e raccolti attorno ai centri urbani; se è vero che nell’ultimo decennio sono diminuite le nascite da parte degli italiani autoctoni; e se è vero che, in tutto questo, tecnologizzazione ed industrializzazione hanno sottratto numeri agli impieghi considerati tecnicamente più umili e pesanti, con relativa diminuzione della possibilità di assunzione in mansioni che non esistono più inquanto sostituite dalle macchine..cosa cazzo fa, qui, tutta questa gente? Davvero i nostri treni, bus, metropolitane sono invasi a tutte le ore del giorno e della notte da orde di operai, braccianti e badanti..che lavorerebbero dove, come e per chi? E come mai li vediamo soprattutto sui mezzi pubblici, in giro, vestiti di tutto punto, firmati il più delle volte e straripanti di i-pods e cellulari? Se ogni immigrato che incontriamo dovesse esser davvero un operaio, bracciante o badante, di questi non ve ne sarebbero mai stati così tanti in Italia, poiché nessuno si ricorda così tanto "personale tecnico" nel passato, e verificarne una iperpresenza proprio nell’èra del silicio sarebbe un implausibile controsenso logico. Pertanto, sfatato questo falso mito dell’extracomunitario che giunge in Italia come un salvatore a riempire fantomatici vuoti lasciati dagli italiani (ai quali in realtà è stato tolto il lavoro da una manovalanza a basso costo della quale - certo - imprenditori irresponsabili si sono cinicamente approfittati aprendo la strada a questa invasione), passiamo ad affrontare un altro nodo fondamentale di questa immane ipocrisia: come mai trasmissioni costantemente dedite all’allarmismo ecologista e salutare, tacciono difronte al criminoso assalto alla salute pubblica sferrato da cibi, giocattoli e ammennicoli varii cinesi?! Latte e giocattoli contaminati, Nas e A.S.L. sguinzagliati (se Dio vuole!) ovunque a chiudere e sequestrare i proventi di questa feccia, e né Report, né Primo Piano, né Ballarò, né Mi manda Rai3 spendono due parole su bambini che rischiano la leucemia perché noi siam stati così coglioni da accettare una sconsiderata invasione commerciale gialla e da compare la loro robaccia. A breve questa gente entrerà nelle istituzioni, vincerà i concorsi, voterà (ovviamente chi li ha sempre mafiosamente aiutati a sinistra), aprirà le frontiere e ci colonizzerà, invadendoci definitivamente in un immenso olocausto sociale..CHE NOI CONTINUEREMO AD IMPEDIRE, BOICOTTANDONE OGNI PRODOTTO: PROTESTARE E’ UN DIRITTO! H.L.