Home > Nella metalmeccanica è già recessione. L’economia reale in attesa di misure

Nella metalmeccanica è già recessione. L’economia reale in attesa di misure

Publie le mercoledì 12 novembre 2008 par Open-Publishing

Nella metalmeccanica è già recessione. L’economia reale in attesa di misure

di Fr. Pi.

«Il settore metalmeccanico accentua le tendenze, sia quando sono positive che quando sono negative». L’analisi congiunturale di Federmeccanica riporta un florilegio di segni meno, persino in quei comparti - come le «macchine e apparecchi meccanici» - che erano stati fin qui immuni da ogni riflusso. E’ il segnale della gravità della crisi che si sta scaricando sull’economia reale, pur provenendo da quella «di carta», puramente finanziaria.

Lo spostamento è facile da descrivere, basta guardare la percentuale di imprese (14%) che comincia segnalare «problemi di liquidità». In un’economia fatta soprattutto di piccola e media impresa, ogni investimento non viene fatto con «mezzi propri», ma ricorrendo ai prestiti bancari; che si vanno rarefacendo. Il vicepresidente dell’associazione degli imprenditori, il trevigiano Luciano Miotto, vi aggiunge un’ulteriore difficoltà: le trasformazioni del sistema bancario hanno di fatto portato la decisione sulla concessione di un prestito dal direttore di filiale (che conosceva bene l’imprenditore e sapeva valutarne la posizione anche a prescindere dallo stato temporaneo dei conti) a livelli funzionariali che non interagiscono affatto con il territorio di riferimento.

Lo scenario non è roseo, e stavolta per davvero. Nel terzo trimestre la flessione del settore è dell’1,7%, ma solo perché riferita a luglio e agosto. In settembre - dato Istat di ieri mattina - ha accelerato fino al -3%. Rispetto allo stesso periodo dello scorso c’è un gelido -6,1, foriero di risultati ancora peggiori nel prossimo periodo. Alla base del crollo c’è sua la forte contrazione della domanda interna, sia - e anche questo per la prima volta - un calo di quella estera, «sia pure più contenuta». L’interscambio totale di prodotti metalmeccanici ha fatto perciò segnare un -3,5 nel terzo trimestre. Ciò nonostante, il saldo tra esportazioni e importazioni è rimasto fortemente positivo: 24,6 miliardi di euro quest’anno (contro i 17,4 del 2007).

C’è di buono - paradossalmente per gli imprenditori - che nessuno più sostenga che il «libero mercato» sa trovare da solo il suo «punto di equilibrio». Insomma, l’intervento statale è non solo ben accetto, ma addirittura preteso. Fin qui «il pubblico» - sia negli Usa che nel resto dell’occidente - si è prodigato «con cifre imponenti» nel salvataggio delle banche.

Ora, ricorda Miotto, «si scopre che ci si può salvare grazie al manifatturiero», ma si devono mettere in campo politiche mirate, perché «chi produce la ricchezza reale sono gli agricoltori e chi fabbrica qualcosa, non la finanza».