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Nella zona di Viterbo, un funerale speciale.....

Publie le domenica 6 marzo 2005 par Open-Publishing

Sono giorni gelidi.

La neve ammucchiata ai bordi delle strade è ghiaccio.

Intorno i campi sono bianchi, gli alberi con le braccia
scure e nude, quasi minacciosi; solo gli olivi ostentano
le foglie verdeargento, imperturbabili.

Arrivando sulla piazza del paese, circondato dai monti,
subito si nota il cellulare: e’ la prima cosa che si nota
sulla piazza di un paesino: intorno c’è il solito scenario
da funerale con le corone e le persone che sostano
sulla piazza della chiesa: il cellulare scuro segnala
che quello è un funerale speciale.

La piazza è circondata da una marea di sbirri, ma il cellulare
è una pugnalata al cuore.

Da quel cellulare è sceso il figlio del morto
con gli schiavettoni ai polsi, e col solito scenografico
corteo di sbirri.

Entro nella chiesa insieme ad alcuni compagni e compagne,
per far vedere al prigioniero che siamo lì, per lui e per il suo dolore.

Sta dritto in mezzo ad una decina di sbirri, senza una lacrima.

Si volta, un attimo, come se rispondesse ai nostri richiami muti:
sguardi, un cenno fugace con la mano.

Gli sbirri tutti intorno nella chiesa e fuori la chiesa, i parenti,
i compagni, i conoscenti: è un funerale speciale.

Anche il prete sull’altare pare a disagio da questa invasione
sacrilega; troppe , troppe divise: è un funerale speciale.

Io sono atea, anzi agnostica, pure l’ostentare l’ateismo a me pare
una forma di religione eppure tutti quegli sbirri in un posto
che per tanti è sacro mi ha ferito profondamente.

Ma perché, non bastava la presenza discreta di due, tre di loro?

che cosa tremenda può accadere al funerale di un papà?

E uno strano pensiero mi nasceva in testa: ma qui chi sono
quelli "senza religione" veramente?

e dentro di me un eco:

"ed una fede ed una fede abbiamo in cor
ed una fede una fede abbiamo in cor".

Ad un certo punto il prete ha detto
"scambiatevi il segno della pace" o qualcosa del genere.

E intorno ho visto la gente del paese che si stringeva la mano.

Che nessuno stringesse la mano agli sbirri è normale:
chi vuole la pace con loro?

però, gli sbirri, non si sono stetti la mano nemmeno tra di loro:
è normale:stavano in SERVIZIO in una chiesa.

Sono uscita ad aspettare con gli altri compagni che
finisse il servizio funebre; ad un certo punto c’è stato
un grande accorrere di sbirri tutto intorno al cellulare:
il REO veniva trascinato per la partenza.

Lo abbiamo chiamato per nome, gli abbiamo detto ciao soltanto:
era un funerale, speciale, ma un funerale.

Ci ha salutato in silenzio col pugno chiuso,
alcuni di noi hanno risposto col pugno chiuso, qualcuno
è corso per un pò dietro il cellulare.

Alla chiesa si, al cimitero no per il figlio
"per motivi di ordine pubblico".

Tutto è compiuto.

Ed una fede una fede abbiamo in cor.

Le campane battevano a morto ed una sirena
di una fabbrica, non so perché, pare che sia una consuetudine
del posto, ha lacerato l’aria.

Era il grido che abbiamo trattenuto per tutto il tempo.

Vittoria

L’ Avamposto degli Incompatibili

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