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Neoliberismo in Italia

Publie le domenica 16 dicembre 2007 par Open-Publishing
1 commento

Possiamo valutare in Italia gli effetti raggelanti del neoliberismo. Non si parla di un paese da terzo mondo ma di quella che era la settima potenza mondiale e che mostra ora gli esiti perversi di una redistribuzione malefica dei redditi.
Basta guardare i dati di ISTAT e Bankitalia e dei migliori analisti economici di Repubblica e de L’Unita’,

In 20 anni c’e’ stata una brutale redistribuzione della ricchezza, salari e stipendi hanno continuato a diminuire in valore reale, i patrimoni di ricchi hanno continuano ad aumentare, fino a un gap tra ricchi e poveri spropositato rispetto ad altri paesi europei.

Il malcontento e’ diffuso ma la protesta e’ ancora troppo debole per interessare i governi e meraviglia anzi che non vi siano rivolte popolari per quella che e’ non solo una redistribuzione malefica di ricchezza ma una vera iniquita’ politica e sociale che e’ proseguita con governi di destra e con governi di sinistra.

La precarieta’ della vita e’ il primo problema della maggioranza degli italiani, non la criminalita’ o l’immigrazione o il cambio climatico ma il mestiere di sopravvivere.

I dati sono sconvolgenti:

1300 euro al mese, l’infermiere con 20 anni di anzianita’

1680 euro, la direttrice di Galleria dell’Accademia con 27 anni di anzianita’

820 euro, un’operatrice di call center che lavora 5 ore al giorno alla Vodafone da 10 anni

3 milioni di persone che lavorano in nero

Milioni di giovani privati di un futuro.

Milioni di lavoratori a rischio di perdita di lavoro.

Guadagni da fame, tra i piu’ bassi d’Europa e lesivi della dignita’ personale.
Perdita progressiva dei diritti e delle tutele.
Costante aumento di tutti i prezzi, dalle bollette alla casa, dal vitto alla scuola.

Una ricerca di Bankitalia sul divario generazionale tra salari di lavoratori giovani e vecchi rileva che, prendendo le fasce 19-30 anni e 31-60, alla fine degli anni 90 la differenza era del 20%, nel 2004 la differenza era del 35%. Non solo, mentre il costo della vita e’ aumentato, tra il 92 e il 2002 il salario mensile iniziale e’ diminuito dell’11% per i giovani di 21-22 anni diplomati (da 1200 € mensili a meno di 1100) e dell’8% per quelli di 25-26 anni laureati (da 1300 a 1200 €). Per entrambi i salari di ingresso nel 2002 sono retrocessi di 20 anni.

Destra e sinistra hanno prodotto una eccessiva diffusione del precariato e di un precariato senza confini ne’ freni: bassi salari, incertezza di vita, chiusura di futuro, divieto di progetti familiari.

Soprattutto dopo gli anni ’90 la redistribuzione di ricchezza e’ stata brutale.
In 10 anni la ricchezza globale del 10% delle famiglie piu’ ricche e’ aumentata dal 41% al 48% della ricchezza nazionale, quella del 10% delle famiglie medie e’ scesa dal 34% al 29% mentre meta’ delle famiglie piu’ povere sono scese dal 25% al 23%. E’ stato completamente sconfessato il primo dogma nel neoliberismo: che il benessere sarebbe stato generale, la realta’ rivela che solo una minima parte della societa’ ha avuto una crescente ricchezza mentre tutti gli altri si sono impoveriti. Reagan e la Thatcher sono risultati dei grandissimi bugiardi.

Malgrado questi dati inconfutabili la sinistra italiana e i partiti di centro si sono messi di buona lena a continuare questa politica distorta e fallimentare, secondo quell’ottuso concetto che possiamo chiamare “neoliberismo di sinistra”. Per di piu’ la resistenza dei centri di potere, le nicchie protette, le corporazioni, il sistema feudale, i corporativismi hanno negato in modo clamoroso con la loro persistenza qualunque sistema concorrenziale di mercato.

Oggi l’Italia e’ un’azienda in crisi di valori, di significati e di bilanci, indebitata e sottocapitalizzata, coi piu’ bassi salari d’Europa, una popolazione depressa e un’economia a rotoli, in mano a consorterie, poteri criminali e spartizioni politiche. I lavoratori italiani stanno sempre peggio, e, malgrado cio’, l’Italia pretende di continuare a essere la patria dei politici peggiori e piu’ pagati, dei manager sfiziosi e meno efficienti e dei ricchi piu’ ricchi e esosi d’Europa.

La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi ricchi troppo ricchi batte tutti. In Europa la ricchezza globale dei piu’ ricchi non supera 5 volte il PIL, in Italia siamo arrivati al 9. In cambio siamo il paese piu’ indebitato del mondo, quello con l’evasione fiscale piu’ alta, quella dal parassitismo piu’ diffuso e il peggiore tra i primi 7.
In 10 anni il PIL unitario e’ passato da +10% a -5% rispetto alla media europea.

Tutto questo procede indisturbato senza che nessuno metta seriamente le mani a una rivoluzione efficiente del sistema fiscale ne’ a una seria economia di rigore a in uno snellimento della macchina dello Stato ne’ a un piano energetico del paese.

Accanto ai debiti, al malgoverno, agli sprechi e alla corruzione ci mettiamo ideologie stantie, derivate da una destra rimasta a 60 anni fa e da una consorteria papalina che blocca l’evoluzione civile del paese. Se completiamo il quadro con l’asservimento a quegli Stati uniti che non hanno per noi ne’ rispetto ne’ considerazione e ci trattano come un servo piu’ che come un alleato, siamo alla perdita di dignita’ anche in politica estera. E l’avvento di un secondo governo di centrosinistra non ha mostrato alcuna rimonta da una assoluta debacle, proseguendo e anzi peggiorando la deriva antidemocratica e capitalista del centrodestra.

Questo complesso di disgrazie pesa sulla cultura in generale, con una crisi anche di quei settori come l’arte o la cinematografia dove eravamo primi nel mondo. Il declino persino dell’immaginazione e della creativita’ trova il suo gradino piu’ basso in una televisione pubblica in mano alla partitocrazia, al cattivo gusto e alla volgarita’, un carrozzone parassitario che, pur poggiando su un nutrito esercito di 10.000 addetti, non riesce piu’ a realizzare una produzione decente vendibile o accettabile e si spreca nell’acquisto di format finalizzandosi solo a una manipolazione politica disinformativa e antidemocratica.

Dati cosi’ penosi non solo non permettono speranze di ripresa e ci fanno bocciare tutti i governi che da Craxi in poi si sono avvicendati aggravando i mali italiani, ma ci fanno temere che i danni di un ceto politico cosi’ barbaro e inefficiente ricadranno anche sui nostri nipoti, chiudendo loro per sempre ogni possibile evoluzione. Gli interessi sul debito sono ormai saliti a 70 miliardi, quanto 3 finanziarie, e non si vede come sia possibile tirarne fuori i piedi. Il colpo di grazia e’ vedere, di fronte a tanto disastro, che il centrosinistra intende proseguire una politica supponente di missioni all’estero e di occupazione dell’Afghanistan, sopra le nostre possibilita’, senza alcun vantaggio per il Paese, ha voluto spendere 23 miliardi di euro in armi, ha voluto regalare Vicenza a una base militare straniera di attacco sapendo di doverne sostenere i costi e i rischi, si e’ voluto impegnare in un progetto TAV ridicolo di fronte a un sistema ferroviario obsoleto e un solo binario e ha deciso di ignorare i 98 miliardi di tasse non pagate dai gestori delle lotterie, mentre il piano di lotta alla mafia e alla camorra non ha fatto alcun passo avanti.

Che come palliativo a questa tragedia ci sia qualcuno che cambia di nome al partito o rimestare tra politici ormai obsoleti di sembra una farsa. Che si possa far passare come E democrazia l’assenso su premier gia’ programmati da 12 capi-fazione e’ una beffa ulteriore. E che qualcuno intenda farci credere che il neoliberismo sia l’unica ricetta o che il problema Italia sia la scarsa produttivita’ dei lavoratori o ci venga a parlare di “azienda Italia” ci sembra grottesco.

Con un numero di morti bianche superiore a tutti i paesi europei, un’evasione fiscale incontrollata, una distribuzione del lavoro che si basa sulla raccomandazione e sulla spartizione e si gioca non in chiave di produzione e merito ma di elettorato e clientelismo, con spezzoni della forza pubblica che vanno contro i diritti dei cittadini o colludono con i corrotti e ministri che pretendono di delinquere in pace affossando la Magistratura.. non ci si puo’ aspettare altro che una deriva verso il terzo mondo.

..
da
http://www.masadaweb.org

Messaggi

  • Cara Viviana, io aggiungerei anche : 100 milioni di Euro di evasione fiscale e quasi altrettanto di elusione legalizzata, 90 milioni di Euro di "fatturato" della criminalità organizzata, finanziamenti a pioggia e senza controlli alle grandi imprese, tassazione agevolata delle rendite finanziarie, mancato controllo dei prezzi e sistematica falsificazione dei dati riguardanti l’inflazione, mano libera a monopoli ed oligopoli, bilancio della difesa aumentato del 23% in due anni !!
    Così il quadro del "neoliberismo" italiano mi sembra più completo !!

    MaxVinella