Home > Nessuno è schiavo per natura

Nessuno è schiavo per natura

Publie le domenica 23 novembre 2008 par Open-Publishing

Comunicato di adesione del collettivo donnEanimali alla manifestazione nazionale del 22 novembre 2008 contro la violenza maschile sulle donne.

Secondo uno studio dell’associazione europea «Du côté des filles», condotto sulla letteratura per l’infanzia di Francia, Spagna e Italia, gli animali antropomorfizzati sono le figure più utilizzate per inculcare l’immagine di ruoli sessuati rigidi: gli albi per bambine e bambini pullulano di mamme orse in grembiule, affaccendate a preparare la minestra in grandi calderoni, e papà castori in pantofole, che aspettano la cena leggendo il giornale sprofondati in poltrona. Il riferimento ideologico alla «natura», a presunte leggi originarie ed immutabili di cui gli «amici animali» sarebbero l’incarnazione, sembra essere una delle armi più potenti per trasmettere gli stereotipi di genere e rivitalizzare l’immagine della buona famiglia all’antica: in parole povere, per legittimare l’oppressione patriarcale sulle donne.

Non sorprende quindi che, anche nella cultura «adulta», numerosi siano i messaggi che esaltano la rigida differenziazione dei sessi, con le donne inevitabilmente vincolate alla mansione procreativa e familiare; gli stessi messaggi inneggiano alla segregazione tra le specie, con gli animali non umani rigorosamente esclusi dalla società umana e ridotti al misero ruolo di beni da consumare. Spesso, al fine di legittimare l’imposizione di ruoli prestabiliti, si fa l’elogio di una «differenza» (tra sessi, tra specie...) che in realtà ignora l’individualità e la libera scelta della persona, per generare solo disuguaglianza. Si evocano principi «naturali» (polarità maschio/femmina, lotta tra le specie...) per giustificare la violenza degli uni sugli altri, spacciandola per ineluttabile.

Gli «amici animali» o le «gentili madonne» non sono che immagini di schermo, a cui corrisponde la brutalità che gli uni e le altre subiscono quotidianamente nella propria carne, negli allevamenti-lager e nelle famiglie-prigione. Ma noi sappiamo che non si tratta di semplice schizofrenia, bensì di cruda ideologia. Il divario tra immagine e realtà non è il parto di una fantasia malata, ma serve a celare il godimento continuo che i padroni (umani maschi) traggono da corpi ridotti in schiavitù: sotto forma di cibo, divertimento, profitto, dagli animali non umani; di sesso, comodità domestiche, assistenza forzata, lavoro sottopagato, dalle donne. Noi sappiamo che l’esaltazione delle particolarità biologiche serve a camuffare l’asservimento dei nostri corpi politici.

Il 22 novembre 2008, in occasione della manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne, scendiamo in piazza per ribadire che:

nessuno è schiavo per natura: nessun codice genetico condanna i corpi delle donne e degli animali non umani ad un destino di servitù;

la «differenza» non è il suggello dell’obbedienza: noi rivendichiamo la diversità (delle donne, degli animali, degli stranieri...) come unicità, ricchezza e sola speranza di rinnovamento della società.

Riappropriamoci dei nostri corpi e dei nostri cuori!

Portfolio