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Nicaragua : a tre giorni dalle elezioni

Publie le venerdì 5 novembre 2004 par Open-Publishing

A partire dalla mezzanotte tra il 3 e il 4 novembre, il Nicaragua é entrato nel periodo di silenzio elettorale che terminerà il giorno 7 novembre con l’inizio delle votazioni nei 152 comuni in cui é diviso il paese.

Nel 2000 il Partido Liberal Constitucionalista (PLC) ne aveva vinti 94, il Frente Sandinista (FSLN) 53 e il Partido Conservador (PC) 5. Nessun altro partito si era presentato alle elezioni a seguito della ormai famosa riforma della Legge Elettorale "cucinata" da sandinisti e liberali (il famigerato Patto), che aveva reso estremamente difficile ai partiti non tradizionali il raggiungimento dei requisiti necessari per poter ottenere la personalità giuridica. venne anche abolita la possibilità di candidature per sottoscrizione popolare.

Il FSLN aveva conquistato la maggior parte dei capoluoghi di Dipartimento, governando quindi per quattro anni la maggioranza della popolazione. Il PLC aveva fatto man bassa nelle zone rurali e di montagna e i conservatori si erano accontentati di portar via voti al PLC di Alemàn e di vincere alcune piazze tradizionalmente conservatrici come Granada.

A Managua il FSLN aveva vinto con una certa facilità grazie alla figura di Herty
Lewites, un imprenditore poco "compromesso" con le alte sfere del governo sandinista degli anni 80, per la pochezza degli avversari liberali e per la divisione del voto della destra.

L’alta astensione aveva ulteriormente facilitato il compito al FSLN che gode, come sempre, di uno zoccolo duro molto elevato (almeno un 25%). Il voto sandinista "puro e militante" é sempre assicurato e una bassa affluenza alle urne diventa una manna, soprattutto nelle grandi città.

Nemmeno la classica interferenza e ingerenza straniera o di settori importanti della società nicaraguense (chiesa e imprenditori) si era fatta sentire (o comunque nulla in confronto alle vergognose manovre delle elezioni presidenziali del 2001, per terrorizzare la popolazione sull’eventuale ritorno dei sandinisti al governo).
In compenso la campagna elettorale della destra (soprattutto del PLC) era stata piuttosto "sporca", nel tentativo di infangare l’immagine del FSLN e dei suoi candidati.

Per il FSLN era invece stato l’inizio del "cambiamento d’immagine". Il rosso e nero era stato lentamente sostituito con il giallo e con altri colori vivaci, per approdare nel 2001 con il rosa e i fiori che tappezzavano l’intera città. Anche il comportamento dei candidati e del partito in risposta ai violenti attacchi dei liberali aveva subito una gran modifica rispetto alle elezioni del 1996.

La strategia era stata quella della non accettazione dello scontro e del richiamo alla calma, al desiderio di governare per tutti i cittadini, al fare "orecchie da mercante" di fronte ai crescenti insulti.

Soprattutto Managua era completamente tappezzata di pubblicità elettorale e la macchina propagandistica funzionava a pieno regime.

Le elezioni di quest’anno

Il FSLN ha chiuso la propria campagna con una lunghissima carovana che ha attraversato la città e 22 quartieri della capitale. Nei giorni scorsi Daniel Ortega, Segretario del FSLN, ha percorso l’intero paese, accompagnando i candidati del Frente Sandinista negli ultimi sforzi e con continui bagni di folla.

A Managua, come dicevo, il candidato Dionisio "Nicho" Marenco (in testa alla marcia nella foto) e il suo vice Alexis Arguello (campione del mondo di boxe in tre categorie durante gli anni 70 e 80) hanno concluso la campagna in un quartiere molto povero di Managua, cambiando la strategia classica della grande concentrazione in qualche luogo pubblico e centrico della capitale.

La campagna elettorale in generale é rimasta molto sotto tono rispetto al 2000.
Il PLC, senza i fondi governativi, senza il controllo del Comune di Managua e soprattutto con il proprio leader Alemàn in carcere e un’immagine pubblica estremamente in decadenza, ha giocato molto di più sul lavoro di base che sulla pubblicità su vasta scala.

Il motto del candidato per Managua, Pedro Joaquìn Chamorro, figlio della ex presidentessa Violeta Barrios de Chamorro che tra l’altro ha ufficialmente invitato a votare per il figlio, é stato "Fare tanto con poco" e questo é indicativo delle condizioni soprattutto economiche del partito.

Anche il FSLN, il partito di governo Alianza por la Republica (APRE) che riunisce i liberali bolañisti, i conservatori e il Movimiento de Unidad Nacional dell’ex generale Joaquìn Cuadra, hanno comunque mantenuto un profilo molto basso.

Il clima é rimasto molto meno teso che nel 2000 e gli attacchi personali, la "campaña sucia", sporca, si é vista solo durante l’ultima settimana a conseguenza anche del momento estremamente teso che il paese ha vissuto con il tentativo di destituzione del presidente Bolaños per l’ormai famoso scandalo dei delitti elettorali e dei fondi deviati durante la campagna presidenziale del 2001.

Non si sono viste violenze e tutto si é svolto, fino ad ora, in una relativa calma.
Gli ultimi sondaggi, per quello che essi possono valere in Nicaragua, danno il Frente Sandinista vincitore ancora una volta nelle grandi città e con la possibilità di conquistare alcuni grandi municipi persi nel 2000. In totale potrebbe aumentare di 10-15 municipi il totale delle future amministrazioni comunali sandiniste.

La strategia dell’alleanza con la Convergencia Nacional sembra dare quindi i suoi frutti.

In molte zone dove avevano perso per poche decine o centinaia di voti, hanno presentato figure che non sono politici tradizionali, ma gente del paese molto conosciuta ed amata.

In posti chiave e difficili invece, come ad esempio il regno alemanista del Crucero, hanno presentato figure come Azucena Ferrey, socialcristiana e ex dirigente della Contras durante la guerra. A San Juan de Sur si presenterà Eduardo Holmann, della potente famiglia Holmann proprietaria del giornale La Prensa e ramificata nel settore bancario. A Granada il candidato sarà Alvaro Chamorro, ultimo sindaco della città durante la dittatura somozista.

In molti dovranno tapparsi il naso e andare a votare.

L’enorme divisione delle destre, la partecipazione del PLC senza alleanze, il poco interesse che di solito suscitano in Nicaragua le elezioni municipali, la strategia del FSLN di mantenere una campagna con toni sottomessi e non ultimo, il nuovo percorso di riavvicinamento tra partito e chiesa cattolica, fa prevedere che il FSLN sarà il vero vincitore di queste elezioni indipendentemente dal numero di comuni che si aggiudicherà.

Un buon risultato del Frente aprirebbe così spiragli facilmente prevedibili per le presidenziali del 2006, con una mai nascosta intenzione di Daniel Ortega di ripresentarsi per la quinta volta come candidato, cavalcando sicuramente il "vento di sinistra" che sta spirando nel continente o almeno nell’America del Sud.
Il PLC é invece il partito che si gioca di più in queste elezioni. La sfida elettorale si sta trasformando in un vero plebiscito per il futuro del partito.

Una pesante sconfitta potrebbe far scricchiolare la dirigenza dura fedele ad Alemàn che pilota ancora i "rojos sin mancha", mentre una discreta tenuta o un aumento del numero dei municipi (comunque difficile) potrebbe indurire ulteriormente le posizioni intorno al leader condannato a 20 anni e far scaturire un attacco frontale (dipendendo sempre dalle mosse del FSLN) al governo e a Bolaños già più volte messo in crisi.

La APRE, per la quale Bolaños ha fatto più volte campagna elettorale, resta un’incognita.

Riconquistare i 5 municipi vinti dai conservatori nel 2000 sarebbe un buon risultato, aumentarli sarebbe un successo, non tanto in termini di queste elezioni, ma in prospettiva per il 2006 quando potrebbero far valere il loro peso in vista della scelta di candidati a deputati e presidente della repubblica, nel quasi certo ricompattamento delle destre in funzione antisandinista.

Nessuna possibilità per gli altri partiti che si sono presentati soli, espressione del settore evangelico, liberale e della ex contra.

Nel comune di Managua, la piazza più importante, i tre candidati non rappresentano certo una prospettiva molto rosea.

Poche idee, uno scarso discorso politico e un certo populismo gratuito.
Gli ultimi sondaggi danno Marenco ancora saldamente in testa pur se con un distacco minore rispetto a un mese fa. Dietro di lui é lotta tra Pedro J. Chamorro (PLC) e Alejandro Fiallos (APRE) per il secondo posto. Si stimano in un 15% gli indecisi che potrebbero stravolgere i sondaggi.

In definitiva queste elezioni, pur con l’importante valenza di definire chi governerà i comuni, assumono un aspetto importante rispetto alla politica nazionale e all’attuale scontro tra potere legislativo e il governo.

Un successo sandinista e una flessione non troppo accentuata del PLC metterebbero in estrema crisi il governo Bolaños che dovrà fare i conti con i due partiti che controllano il 90% del Parlamento e a poco varranno i suoi continui tentativi di cercare appoggio a livello internazionale sul caso dei delitti elettorali del 2001 (proprio ieri la Unione Europea ha formalmente esplicitato il suo sostegno al presidente).

E’ importante ricordare che, una volta passate le elezioni, si riaprirà il dibattito per la formazione della Commisione Speciale che dovrà decidere se passare a plenario la richiesta della Contraloria General de la Republica di togliere l’immunità al presidente per affrontare le accuse.

Inoltre dovrebbe partire il dialogo tra le principali forze politiche e il governo sul futuro del paese e sulle riforme costituzionali.

La malaugurata rielezione di Bush negli Stati Uniti, nonostante la parvenza di disinteresse offerta dai sandinisti, é inoltre un’ulteriore carta vincente per Bolaños che potrà giocarsi con maggiore facilità l’appoggio del potente paese e quello dell’Ambasciatrice Barbara Moore. Sembra che nei prossimi giorni Bolaños stia organizzando una festa per celebrare la conferma del neo presidente nordamericano. Per i sandinisti, invece, rappresenta la fine della possibilità di una presenza nordamericana meno invadente o per lo meno un po’ più diplomatica, soprattutto in previsione delle presidenziali del 2006

Duarante la giornata di domenica 7 e lunedì 8 novembre verrà data completa copertura degli eventi con comunicazioni per posta elettronica sullo svolgimento e sui primi risultati.

A Milano, presso il Chico Bar, Via Ollearo 5 (sotto Radio Popolare) dalle 20,30 del giorno 8 novembre, ci sarà una serata sulle elezioni in Nicargua con telefonata alle 22.30 circa per i primi commenti.

Giorgio Trucchi