Home > Nicaragua : il brutto vizio di questa gente...
Nicaragua : il brutto vizio di questa gente...
Publie le mercoledì 27 ottobre 2004 par Open-Publishingdi Giorgio Trucchi
Come é stato ampiamente riportato, il 19 ottobre scorso il Ministero del lavoro ha finalmente riconosciuto e legalizzato la rappresentanza sindacale all’interno della Parmalat Nicaragua.
Una prima importantissima vittoria per i lavoratori e lavoratrici nicaraguensi dopo tante pressioni, licenziamenti e ricatti da parte dell’impresa multinazionale italiana.
Due giorni dopo, l’intera Direttiva della rappresentanza sindacale e la Federazione Nicaraguense dei Lavoratori degli Alimenti sono stati convocati dal Ministero del lavoro per una riunione urgente con la dirigenza della Parmalat.
Il giorno 22 ottobre si é quindi svolta questa riunione che, secondo Marcial Cabrera, dirigente del settore alimentare della Centrale Sindacale "CST - José Benito Escobar" e rappresentante della Uniòn Internacional de Trabajadores de la Alimentaciòn y la Agricultura (UITA) per l’America Centrale, é iniziata in un clima estremamente teso.
"Poco prima della riunione", ha cominciato a raccontare Cabrera, "la direttrice dell’Ufficio delle Associazioni Sindacali ha fatto allusioni a presunti comportamenti dei membri della rappresentanza sindacale che starebbero abbandonando il posto di lavoro per girare tra i reparti invitando la gente a iscriversi al sindacato e che starebbero boicottando la produzione per partecipare a riunioni sindacali.
La risposta dei delegati é stata immediata, smentendo tutti questi fatti e dando la propria disponibilità a firmare un accordo in cui si impegnano ad agire nella stretta osservanza della legge.
La riunione é iniziata poco dopo e per la Parmalat era presente tutta la dirigenza, a partire dal commissario straordinario Vincenzo Borgogna e la responsabile delle risorse umane, Norma Medina Urbina.
Come dirigente della Federazione sindacale, di cui fa parte la Rappresentanza dell’impresa, ho espresso la nostra preoccupazione per la stabilità lavorativa e la nostra disponibilità a lavorare nel rispetto della legge e del Codice del Lavoro e per lo sviluppo dell’impresa.
Borgogna ha quindi iniziato in modo prepotente, esponendo i problemi dell’impresa Parmalat e una situazione di concorrenza sleale che il governo sta portando avanti favorendo altre due imprese che sono entrate sul mercato. Ha inoltre riferito che più di 500 lavoratori si sono presentati per dirgli che non volevano avere niente a che fare con il sindacato e che ora l’impresa si sarebbe indebolita per la divisione tra lavoratori.
Con il passare del tempo la tensione é andata via via scemando e come Federazione e Rappresentanza sindacale abbiamo cercato di far capire alla dirigenza Parmalat che non era nostra intenzione creare rotture all’interno dell’impresa, ma che chiedevamo stabilità lavorativa, che eravamo preoccupati per i licenziamenti che c’erano stati e che questi dovevano finire e che era necessario un aumento salariale per i lavoratori.
Alla fine dell’incontro non si sono prese decisioni particolari, ma abbiamo almeno avuto un primo momento di confronto in cui l’impresa ha dovuto prendere atto della nostra esistenza e dei nostri diritti sanciti dalla Costituzione e dal Codice del Lavoro".
Marcial Cabrera continua raccontando ciò che é accaduto negli ultimi giorni.
"Durante la giornata di ieri 25 ottobre, Vincenzo Borgogna si é riunito in modo improvviso con circa 150 lavoratori. Ciò indica che, nonostante abbiamo dovuto ingoiare la nascita della rappresentanza sindacale, questo fatto non lo riescono proprio a digerire.
Durante la riunione ha raccontato che la Parmalat Nicaragua ha problemi con i produttori di latte e che pende sull’impresa una denuncia del sindacato in cui ha dovuto già spendere 5 mila dollari (il riferimento é chiaramente alla denuncia posta dalle due persone licenziate e per le quali si chiede il reintegro al posto di lavoro, in quanto licenziati con un comportamento antisindacale).
Per tutte queste spese, secondo Borgogna, ora l’impresa non potrà alzare i salari".
La pressione e il solito gioco di dividere i lavoratori non finisce però qui, infatti Marcial Cabrera racconta che durante l’incontro, Vincenzo Borgogna "ha minacciato e intimidito i lavoratori dicendo loro che farà passare una lista per rinunciare alla partecipazione al sindacato e che ne formerà un altro che difenderà i loro diritti.
La riunione si é svolta con i lavoratori delle aree in cui é maggiore la presenza di affiliati al sindacato e la gente ora é enormemente preoccupata e si sta rifiutando di riempire i moduli per la loro affiliazione.
Oggi stesso faremo girare un comunicato in cui invitiamo i lavoratori a non cedere al ricatto e a sommarsi alla lotta per una rappresentanza sindacale autentica e non filo padronale.
La situazione sta quindi peggiorando nonostante i grandi successi del 19 ottobre e l’azione di Borgogna vìola la legislazione nicaraguense e l’accordo 87 della Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT). Diventa sempre più importante avere un incontro con il Commissario Straordinario per il Governo italiano, Enrico Bondi e con il sindacato della Parmalat in Italia".
Durante il mese di novembre Marcial Cabrera e uno dei lavoratori licenziati verranno in Italia invitati dalla UITA per partecipare a una serie di iniziative.
La Associazione Italia-Nicaragua si sta già muovendo affinché possano incontrarsi con Enrico Bondi, con la CGIL Alimenti (FLAI), con alcuni deputati, con il sindacato Parmalat di Parma e probabilmente, per un incontro pubblico a Milano.
Diventa sempre più importante l’appoggio che possiamo dare a questa lotta che mette in mostra ancora una volta, se mai ci fosse stato il dubbio, come le multinazionali continuino ad utilizzare i paesi del sud del mondo, la loro gente e il loro lavoro come merce a basso costo, buona da sfruttare, ma da annientare quando osano alzare la testa in difesa dei loro diritti che sono garantiti dalla Costituzione, dal Codice del Lavoro e dai trattati internazionali.
Coinvolgete quindi sempre più gente nel mandare il messaggio di protesta che troverete nei siti www.itanica.org e www.rel-uita.org (dal sito di Italia-Nicaragua sono già più di mille i messaggi...) e rimanete attenti alle prossime informazioni e all’arrivo dei due compagni nicaraguensi in Italia.
Ni un paso atràs!




