Home > No Dal Molin: una grande giornata!
Questa mattina attorno alle ore 10 centinaia di donne e uomini di ogni età sono entrati all’interno dell’aeroporto civile di Vicenza dove erano cominciati i primi lavori per l’allagarmento della Ederle 2.
Gli "occupanti" hanno iniziato "a mettere in sicurezza" la zona di proprietà dell’Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) aprendo un varco nella recinzione e delimitando con delle cancellate l’ingresso all’interno dell’area nella quale gli statunitensi vorrebbero realizzare la nuova installazione. "Perseverare nel voler realizzare il progetto significa calpestare la democrazia. Un progetto, tralatro, illegittimo e illegale, perché i proponenti si sono rifiutati di accettare la redazione di una rigorosa valutazione di impatto ambientale", dicono i manifestanti. Una valutazione che il Commissario Paolo Costa ha definito "un ostacolo da evitare".
Appena entrati si è aperta la trattativa con l’Enac e il direttore di Aeroporti vicentini. Dopo i primi momenti di tensione quando le forze dell’ordine sopraggiunte sul luogo hanno tentato di togliere le recinzioni, arriva la notizia che l’Enac non richiederà lo sgombero dell’area ritenendo legittima la manifestazione. Le forze dell’ordine si allontanano fra i cori di gioia dei manifestanti.
"E’ la vittoria del popolo No dal Molin che si è riappropriato del nostro territorio. Abbiamo affermato la nostra ragione", dicono dall’occupazione. Sui muri degli hangar compaiono le prime scritte e i primi allestimenti del nuovo presidio; nel parcheggio antistante alla zona occupata è stato montato il tendone che accoglierà i prossimi appuntamenti e le tante persone che stanno arrivando.
Numerosi gli attestati di solidarietà ai No Dal Molin dagli altri comitati che si battono contro in difesa dell’ambiente e contro la guerra.
Difendere Vicenza? Yes, we can - Comitato No Dal Molin
Quando le forze dell’ordine si sono ritirate dall’aeroporto, tra i 400 No Dal Molin è partito, spontaneo, l’applauso; una prima, precaria vittoria per la città che, con il cuore prima ancora che con le unghie e con i denti sta difendendo il proprio territorio da quanti vogliono imporle una nuova base militare.
Era iniziato tutto alle 10 di questa mattina; una lunga colonna di auto in Via S. Antonino, donne e uomini che scendono dagli autoveicoli, tagliano le reti e prendono possesso di un’area dell’aeroporto; alcuni vanno sui tetti, altri appendono striscioni e cartelloni. La polizia, in pochi minuti si schiera e intima lo sgombero. Ma non ne hanno il diritto: l’Enac, per bocca della società incaricata della liquidazione, non lo ritiene utile. Le forze dell’ordine si ritirano, mentre i vicentini restano dentro al Dal Molin.
L’area che gli statunitensi vorrebbero occupare e militarizzare, dunque, è stata liberata e da oggi, per la prima volta, è accessibile a tutti i cittadini. Nei giorni scorsi, del resto, i No Dal Molin erano stati chiari: se partiranno i lavori non staremo a guardare. E così è stato: qualche giorno fa Cmc e Ccc, le ditte che hanno vinto l’appalto per il cantiere, avevano iniziato a demolire le strutture esistenti per far posto alle nuove caserme statunitensi; un avvio del cantiere illegale, innanzitutto perché la maggioranza della comunità locale è contraria a questo insediamento, poi perché nessuna Valutazione d’Impatto Ambientale è stata ancora realizzata nonostante la particolarità geologica e idrica dell’area.
Da oggi si apre una nuova fase della mobilitazione contro la nuova base militare statunitense; è quella della determinazione dei vicentini che, ingannati e trattati come sudditi dal commissario Costa e dal Governo, si riprendono la propria terra per difendere il proprio diritto alla parola e, soprattutto, il proprio diritto a costruirsi il futuro della città.
Questa sera all’interno del Dal Molin – ore 18.00 – si terrà la prima assemblea pubblica dei cittadini; domani verrà aperto il parco della pace e realizzato l’ufficio dell’Altrocomune per la Valutazione d’impatto ambientale. Abbiamo messo i piedi all’interno del Dal Molin, simbolo di coloro che vogliono difendere la democrazia e la terra per impedire la costruzione di una nuova base di guerra. Abbiamo riaperto la vicenda dopo che in tanti l’avevano frettolosamente dichiarata chiusa. Difendere Vicenza? Si può fare; perché il futuro è nelle nostre mani: ci hanno impedito di decidere attraverso la consultazione popolare, non potranno impedirci di difendere la nostra città.