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No alla sorveglianza speciale per Casarini

Publie le venerdì 5 marzo 2004 par Open-Publishing

Il prossimo 10 marzo il Tribunale di Venezia si pronuncerà sulla richiesta
di applicazione della misura della sorveglianza speciale per anni due,
proposta dal Questore a carico di Luca Casarini.

La “sorveglianza speciale” è una misura di polizia che, pur non prevedendo
alcun procedimento penale con i suoi tre gradi di giudizio, risulta
pesantemente limitativa delle libertà personali: obbligo di residenza nel
proprio comune, ritiro del passaporto e della patente di guida, obbligo di
firma in Commissariato più volte al giorno, divieto di frequentare alcuni
luoghi e ambienti, vincoli di orario di uscita e rientro alla propria
abitazione, limitazioni alla comunicazione e così via, in maniera del tutto
discrezionale. Si tratta di una provvedimento, direttamente derivato dal
Codice Rocco, dal Testo unico di legge sulla Pubblica Sicurezza e dalla
legislazione speciale costruita dal regime fascista, previsto dalla Legge
Scelba del ’54 e la cui applicazione viene motivata dall’elevata
“pericolosità sociale” del soggetto, tanto che negli ultimi decenni era
stata utilizzata prevalentemente nei confronti di personaggi legati alla
criminalità organizzata di stampo mafioso.

A Luca Casarini viene contestata l’organizzazione e la partecipazione a
decine e decine di iniziative di disobbedienza civile contro il modello
neoliberista di globalizzazione, contro la guerra, per la difesa di diritti
sociali, il suo ruolo attivo nei movimenti sociali degli ultimi anni. Si
possono condividere o meno le sue idee e le forme di lotta con cui vengono
affermate, ma sta di fatto che misure fortemente limitative della libertà
personale di Luca Casarini vengono richieste nei suoi confronti, senza che
sia stato condannato per alcun grave reato e unicamente sulla base della sua
incessante attività politica e sociale, svoltasi tutta alla luce del sole e
con piena assunzione di responsabilità. L’applicazione della “sorveglianza
speciale” nei confronti di un noto oppositore politico dell’attuale Governo
costituirebbe perciò un precedente gravissimo: come cittadini, democratici,
donne e uomini impegnati nelle Istituzioni siamo seriamente preoccupati da
questa iniziativa e da che cosa una tale decisione significherebbe dal punto
di vista dei diritti e delle libertà, degli spazi di espressione e di
agibilità democratica nel nostro Paese.

Per firmare mail: giuseppe.caccia@comune.venezia.it