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No alle ronde padane

Publie le martedì 24 febbraio 2009 par Open-Publishing
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Sull’onda della reazione popolare agli ultimi stupri, il Governo decreta in fretta e furia un pacchetto sicurezza perlomeno discutibile.

Vediamo cio’ che si doveva fare ma che il decreto non fa:
il Governo non aumenta l’organico o la dotazione delle forze di polizia ne’ crea il richiesto coordinamento tra forze di sicurezza, non migliora le leggi di fermo ne’ reintroduce la detenzione per piccoli reati o per detenuti in attesa di giudizio (per di piu’ nessuno va in carcere sotto i 14 anni o sopra i 70 o per condanne sotto i 3 anni, la recidiva non viene applicata e per i reati finanziari l’iter del processo e’ cosi’ lungo da arrivare a una prescrizione garantita, tutti i processi penali sono stati svuotati di senso e pena dall’indulto e ora il divieto delle intercettazioni eliminera’ anche la prova). Il Governo non riduce la soglia di pena sotto cui non si patisce carcere, non impedisce il rilascio immediato del delinquente colto in fallo, ne’ rende meno farraginoso l’iter per arrivare a una condanna certa, non dota di maggiori risorse i tribunali, non fa nulla di quello che normalmente un paese civile richiede per la sicurezza.

Cosa fa invece? Ingloba diverse richieste leghiste, tra cui la legalizzazione, previo assenso del Prefetto, delle ronde, gia’ introdotte in Padania.

Di fronte alla necessita’ di combattere il crimine in modo piu’ civile e moderno e di razionalizzare e modernizzare tutto il sistema sicurezza, abbiamo un piccolo provvedimento da far west, ridicolo e discutibile anche su piano costituzionale. E’ come combattere una epidemia ricorrendo a una tisana casalinga. Ovvie le polemiche e anche all’interno di AN.
Dovrebbe trattarsi di volontari, prevalentemente ex poliziotti, carabinieri e appartenenti delle forze armate, muniti di telefonini e radio rice-trasmittenti, auto e fischietti, che perlustrano le zone della citta’ per segnalare situazioni di pericolo e di disagio. La Lega brinda al successo.

Da tempo assistiamo a due fenomeni preoccupanti: da un lato l’indebolimento progressivo delle forze dell’ordine e lo spostamento dei fondi relativi alla sicurezza dal controllo interno del territorio a spese militari imponenti per missioni estere che ormai sono dichiaratamente di guerra, dall’altro una propaganda sempre piu’ massiccia sulla sicurezza che, con la complicita’ dei media, amplifica il fenomeno criminalita’, mentendo sul fatto che essa e’ in riduzione e spingendo i cittadini a forme di fai da te medievali.

Si intende: qualunque aiuto di volontari alla conduzione di una citta’ e’ ben accetto, ma una cosa sono i pensionati che aiutano i bambini ad attraversare alle scuole o chi va di notte a prestare soccorso ai barboni o gli assistenti che aiutano i vigili a fare multe per sosta vietata e una cosa molto diversa e’ l’ordine pubblico.

Mettersi in testa di surrogare le deficienze dell’ordine pubblico e del potere giudiziario con gruppetti di volontari e’ peggio che non fare niente: e’ un imbroglio.
Perche’, se questi gruppetti non hanno il potere di fare nulla e possono solo avvertire la forza pubblica e questa ha dinanzi a se’ un programma di progressivi tagli alla sicurezza, come vuol fare Tremonti, siamo a livello di beffa del cittadino. Chi avverto se chi deve venire e’ privo anche della benzina? Se invece le ronde sono formate da cittadini assatanati e vendicativi che vogliono menare le mani, o peggio ancora, menare barboni o extracomunitari o dar loro fuoco, come incitava Borghezio, siamo al reato legalizzato. Tant’e’ che le ronde che sono state formate sinora partono prevalentemente dalla Lega e da AN. Il rischio e’ di assistere a una politicizzazione della sicurezza, la sicurezza affidata ai partiti, i quali ovviamente non agiranno secondo l’interesse nazionale ma secondo l’ottica di partito (e questo per un partito antinazionale, razzista e xenofobo come cola Lega e’ un rischio grave).

Esse ci sono, piu’ o meno abusivamente, da una decina di anni e solo nel nord-est.

In USA ci fu, dopo il ’79, il fenomeno dei Guardians Angels, associazione privata di sicurezza pubblica, nata all’inizio solo per rimuovere rifiuti urbani e copiata poi in altri paesi, che poteva fare arresti direttamente e produsse molte polemiche ma e’ da dire che essa agi’ sulla prevenzione del crimine anche con lavori nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Questa associazione non si comporto’ sempre bene e spesso aumento’ il disordine pubblico con molestie e atti illegali. Molti dissero che creo’ piu’ problemi che benefici. Gestire la sicurezza pubblica e’ un potere che nemmeno i poliziotti ufficiali a volte sanno gestire legalmente (lo abbiamo visto in Italia), ma qui i rischi di sconfinamento aumentavano.

Le ronde leghiste sono proprio l’opposto dei City Angels creati a Milano da Furlan (maglietta rossa, basco blu e l’aquila simbolo dell’ONU), che aiutano i deboli, i clochard, i tossici, fanno preghiere multireligiose e distribuiscono cibo ai piu’ poveri.

Qui non c’e’ un intento caritativo ma vendicativo. Le ronde padane non nascono nell’influsso di un amore sociale per aiutare gli emarginati della strada, nascono nell’influsso dell’odio contro l’extracomunitario, il diverso sessuale, lo straniero, il piu’ povero. E’ questa origine emotiva diversa e il fatto che il suo promotore sia un nazista violento come Borghezio e il suo legame col movimento xenofobo e violento della Lega che ce la fa temere.
Temiamo che legalizzarle aumenti quello sdoganamento della barbarie padana al potere che e’ stata perpetrata da Berlusconi a caccia di voti e che ci da’ leggi sempre piu’ barbare come il reato di clandestinita’, la denuncia da parte dei medici dei clandestini, le classi differenziali, i CPT protratti a 6 mesi, i 200 € da pagare ogni anno per gli stranieri, la durezza dell’iter richiesto alle legalizzazioni ecc.

Le ronde padane non sono state un gran successo di civilta’: hanno preso di mira non i delinquenti ma i meridionali e poi i migranti, in un crescendo di xenofobia, razzismo e incivilta’ che ha riportato alla mente le squadracce fasciste. Sono state soprattutto uno strumento di propaganda che si e’coperto spesso di ridicolo quando non nel reato, come a Torino quando le ronde di Borghezio dettero fuoco al pagliericcio di un barbone, esempio, come si sa, che ha fatto scuola. E’ dall’incultura rozza di gente come Borghezio che si scatena il branco animalesco che colpisce per divertimento gli emarginati della citta’.

Ilvo Diamanti dice amaramente: “Le ronde rappresentano solo il tentativo di riprodurre tracce di comunita’, semplici“placebo in una societa’ ormai morta”. Dove gli extracomunitari mostrati dai media come capri espiatori convogliano strumentalmente antiche paure per favorire un regime che sulla paura ha posto il suo principale collante, tante’ che gli stessi media si prestano ormai alla caccia allo straniero, mettendo la sordina al ragazzo di buona famiglia che commette lo stesso reato ma che, chissa’ perche’, e’ condannato solo a qualche giorno di servizio sociale.

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masadaweb.org

Messaggi

  • Non ci sono soldi per le forze dell’ordine e le macchine della Polizia sono ferme. Una su tre, con punte di una su due a Torino. Ma ogni città è in difficoltà.

    A Milano mancano 600 agenti, 257 auto sono ferme perché mancano i fondi per le riparazioni. E le violenze sessuali sono il 50% in più rispetto a Roma. A Parma in questura mancano anche i soldi per le pulizie. A Palermo le auto guaste sono 140, e così quelle sul territorio sono state dimezzate: da 25 a 12, che si riducono a 6 nel turno di notte in una città con un milione di abitanti, e la mafia. A Torino, invece, la banca dati interforze funziona in modo sporadico rendendo difficoltosi il rilascio dei passaporti, i permessi di soggiorno e i controlli delle targhe. A Bari il 50% degli automezzi è fermo.

    “Il cdx - ricorda Enzo Letizia, del sindacato funzionari di polizia - ha sfruttato il sentimento di insicurezza fra la gente promettendo di stanziare più soldi per le forze dell’ordine. Una volta al governo, non s’è fatto scrupolo di tagliare alla voce ’ordine e sicurezza un miliardo nel triennio".

    La Direzione centrale per le risorse umane del dipartimento pubblica sicurezza in una circolare invita tutte le questure d’Italia a risparmiare sui costi delle indagini. issioni è stato, per il 2009, particolarmente rilevante". Il questore di Palermo, è stato costretto a fissare, per le indagini antimafia, un tetto mensile di spesa per missioni di 33 mila E. La mafia si aiuta anche così.

    Viviana