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Non lasciamole sole! Aiuti concreti e progetti di lavoro per le donne espulse dalle fabbriche
Publie le martedì 8 agosto 2006 par Open-PublishingComunicato stampa
Virginio G. Bertini resp. Zona CGIL Piana di Lucca
Rosanna Rosi Segr. Gen. CGIL provincia di Lucca.
Gli articoli apparsi su Il Tirreno in questi giorni sul dramma “delle donne costrette a vendersi per fame “, questa volta, per merito di alcuni giornalisti che fanno inchiesta intelligente e di alcune donne disposte a raccontare i loro drammi personali, aprono finalmente uno squarcio di dura verità sull’amara realtà di vita quotidiana di tanti soggetti deboli travolti dai processi di crisi. Qualche tempo fa era stato il momento dei migranti, ora è il momento delle donne, in particolare di donne sole, espulse dalle fabbriche. Quello che colpisce non è solo il dramma economico, sociale e morale ma anche la terribile solitudine e la moderna clandestinità che caratterizzano queste storie di vita
Queste inchieste confermano alcune cose fondamentali:
v L’aumento della povertà anche a livello locale, gli effetti devastanti della globalizzazione selvaggia anche sul nostro territorio, la profondità dei processi di crisi e ristrutturazione di interi settori produttivi a cominciare dal tessile abbigliamento e calzature, la precarizzazione dei rapporti di lavoro e i bassi salari, l’inadeguatezza della rete di protezione sociale in caso di licenziamenti e la mancanza di progetti concreti di reinserimento lavorativo, la distanza tra istituzioni e domande sociali, la chiusura del mercato del lavoro per i soggetti più deboli, a cominciare dalle donne prive di specializzazione, con basso titolo di studio e non più di giovanissima età., costrette alla invisibilità e alla ghettizzazione. Queste tendenze la CGIL le ha denunciate ormai da due anni, con dati, cifre, valutazioni e avanzando proposte.
v La CGIL insieme a CISL, UIL, a tante associazioni tra cui ARCI, Mani tese, Aimac, Marocco Insieme, Acli, Ghibli, Ceis, Cittadinanzattiva ed altri, ha costruito nel Dicembre del 2004 l’Associazione di Mutuo Soccorso “Andrea Macchia “, che oggi conta oltre 150 soci, proprio per tentare di costruire una rete di reciproco aiuto e di solidarietà tra cittadini italiani e stranieri per far fronte alle emergenze della vita quotidiana delle persone in momentanea difficoltà ( per la perdita del lavoro, per lo sfratto, per una malattia ecc. ). Tante persone si sono rivolte all’Associazione, sono stati dati aiuti economici e si sono avviati percorsi di sostegno per risolvere i problemi a monte. L’Associazione che ha sede presso l’Arci è stata e può essere un punto di riferimento importante anche per le donne sole in difficoltà.
v La CGIL ha avanzato da oltre un anno alle istituzioni, insieme a CISL e UIL, una richiesta precisa e forte per far fronte a questa vera e propria emergenza sociale di cui molti non si sono accorti: c’è bisogno di una sorta di Fondazione Lavoro, di una regia istituzionale capace di canalizzare contributi privati e pubblici e di progettare nuovi lavori anche extra mercato, di carattere sociale, ecologico, di servizio, per promuovere i reinserimenti lavorativi, in particolare di quelle centinaia di donne che in questi ultimi due anni sono state espulse dalle fabbriche di questi settori e che il mercato, lasciato a sé stesso e alle sue ferree leggi, respinge perché non più giovanissime, con bassa professionalità e con medio basso titolo di studio. Chiediamo di nuovo con forza in particolare all’Amministrazione provinciale e ai Comuni risposte concrete. Non è più tempo di rinvii.