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Non pensate che io avessi ragione?

Publie le lunedì 21 settembre 2009 par Open-Publishing
6 commenti

Non pensate che io avessi ragione?
di Franco Turigliatto
(editoriale de l’Altro del 19 settembre)

I fatti hanno la testa dura; ancor più se i fatti sono fatti di guerra. E quanto sta succedendo da molti anni in Afghanistan è una guerra, tra le più violente e crudeli.
Una guerra che non ha nulla a che vedere con la democrazia e i diritti, ma del tutto interna alla guerra globale e permanente che gli Stati Uniti, i suoi alleati europei e le altre potenze capitalistiche conducono da anni per mantenere il controllo del mondo in una logica neocoloniale ed imperiale.
L’Italia c’è entrata sotto pressione degli USA col pieno consenso dei due schieramenti politici e passo dopo passo si è ritrovata sempre più invischiata e coinvolta, al di là dei distinguo, delle mozioni parlamentari, dei fatti negati, delle mistificazioni e delle false coscienze. La responsabilità delle morti, di quelle afgane, sottotaciute o nascoste, di quelle italiane (su cui si versano lacrime di coccodrillo) sono pienamente e totalmente di coloro che hanno deciso di parteciparvi e di accrescere sempre più la presenza e il ruolo delle truppe italiane,
Ma questa guerra segna anche la caduta, la più rovinosa, delle sinistre nel nostre paese, di quelle sinistre che hanno puntato le loro carte sulla alleanza e sul governo col centro sinistra e che, di fronte alla guerra, hanno semplicemente capitolato. Da quando è sorto il movimento operaio la guerra è la cartina di tornasole di tutte le politiche dei partiti operai e di sinistra, la sintesi delle loro scelte, il discrimine politico e strategico si cui si sono rotti e rifondati i partiti in tutta la storia del movimento operaio al di là delle stesse pur decisive e fondamentali scelte sociali ed economiche.
E le guerre di occupazione hanno una dinamica precisa: l’occupante è l’occupante, contro di lui sorgono inevitabilmente moti ed atti di resistenza, a cui seguono le azioni di repressione, i bombardamenti, i rastrellamenti, i massacri di civili. Non si sfugge a questa escalation. Come in ogni guerra, si uccide e ci si fa uccidere.
Ho provato, insieme a Cannavò a difendere queste semplici idee in un Parlamento che trae la sua legittimità da una Costituzione che recita in un articolo fondamentale “l’Italia ripudia la guerra”; e a convincere una maggioranza, sorta in alternativa alla destra, che era indispensabile ritirare le truppe dall’Afghanistan; abbiamo provato, come Sinistra Critica, a impedire che le forze della Sinistra varcassero il “Rubicone”. Senza molte esitazioni e senza particolare discussione il Prc e dagli altri partiti della sinistra “radicale” hanno fatto questo passo: uno iato profondissimo, una ferita terribile non solo politica, ma culturale, etica che attiene all’idea stessa di sinistra e di un progetto alternativo di società, che altera le coscienze dei militanti.
Siamo stati massacrati dai mass media, messi al bando dagli apparati delle sinistre ufficiali, (poco o nulla difesi da quei giornali o riviste che vogliono essere la coscienza critica della sinistra) anche se abbiamo trovato molta solidarietà e sostegno nei militanti dei movimenti di base e in tante cittadine e cittadini, parte di quella maggioranza della popolazione che in tutti questi anni è sempre stata contraria alla partecipazione alla guerra in Afghanistan. Personalmente sono stato anche oggetto di una espulsione che, in forma di pericolosa commedia, riproponeva scenari del passato.
Leggo oggi, sul Manifesto, l’annuncio del segretario di Rifondazione che il partito aveva torto e che Turigliatto aveva ragione.
Quale amarezza. Non per ragioni personali. L’amarezza è tutta relativa al fatto che organizzazioni politiche e gruppi dirigenti della sinistra per comodità e per opportunismo non hanno voluto capire l’implicazione dei loro atti, del loro voto alle missioni militari, al finanziamento della guerra, così alterando le finalità ultime di una sinistra che voleva esser comunista, antimilitarista e di alternativa.
Amarezza perché non è possibile agire come se nulla fosse stato, come se, schiacciando il tasto del “reset”, tutto potesse ricominciare come prima. Di mezzo c’è stata un sconfitta pesante (non quella elettorale, ma quella dei lavoratori) un crollo di credibilità (naturalmente relativo a tutta la politica realizzata dal governo Prodi con l’accettazione delle politiche liberiste da parte di quelle forze che si erano fatte “garanti” di una svolta a sinistra,) una difficoltà sempre più grande a costruire l’intervento per coloro che vogliono combattere il capitalismo. In altri termini: gli errori degli stati maggiori della sinistra sono stati pagati dal movimento dei lavoratori e ostacolano fortemente la stessa iniziativa dei tanti che ancora oggi non voglio abbandonare una prospettiva anticapitalista
Con quale credibilità le organizzazioni della sinistra possono oggi chiedere, giustamente, il ritiro delle truppe, la rinuncia alla guerra, dopo che, dalla posizioni governativa, hanno avuto ben poche esitazioni ad accettare soldi e truppe per la guerra stessa? E infatti la loro voce risulta afona e le difficoltà nella costruzione di un movimento antiguerra le abbiamo davanti ai nostri occhi.
Ma quello che ritengo la cosa più negativa è che, al di là di qualche parziale riflessione autocritica, non si veda in giro una reale e profonda riflessione su quanto è successo, una reale acquisizione di coscienza del senso dei fatti avvenuti, un superamento dei paradigmi del passato. E’ questo che rende ancora più difficile il ricominciare, quel “ricominciare su nuove basi” di cui è intessuta tutta la storia del movimento operaio e a cui non penso si debba rinunciare, tanto meno oggi di fronte alla inaccettabile barbarie del capitalismo.

AFGHANISTAN, BASTA LACRIME DI COCCODRILLO. VIA LE TRUPPE

Messaggi

  • Caro Turigliatto, è chiaro che la ragione è sempre stata dalla tua (nostra) parte... ma, la storia dei partiti comunisti è sempre stata constellata di grossi errori commessi dagli stati maggiori dei medesimi(per opportunismo e potere delegato dai pupazzari di turno). Che ti devo dire? Ti prego, ricominciamo , ricostruiamo questa ragna tela... Credo ne valga la pena. Lo dobbiamo ai milioni di esseri umani che soffrono con noi vedere la nostra bandiera gettata nel fosso e stracciata dal vento, e sgualcita...Raccogliamola ancora una volta e puliamola e rammendiamola! Un tuo compagno del Sud del mondo:Walter castiglia- Lungro (CS)- Calabria

    • Spero che la domanda non sia retorica: no, Turigliatto, non avevi ragione.

      Hai sventolato la tua bandierina in nome di un principio, ottenendo il massimo dell’ attenzione su te stesso. Ma quell’ attenzione è durata poco.
      Soprattutto non hai modificato di una virgola la realtà: i soldati sono rimasti in Afghanistan, la guerra è continuata.

      L’ unica cosa che hai ottenuto è stata quella di produrre una scissione che, come le altre, ha accresciuto la debolezza del il PRC e, più in generale, della sinistra italiana.

      Il tuo esempio è servito a qualcosa, almeno?
      Un movimento contro la guerra è esistito, pur con tutte le sue contraddizioni, ai tempi dell’ invasione dell’ Iraq. Ma oggi quel movimento non esiste più.
      Il tuo gesto esemplare non è servito neppure a questo: a catalizzare, cioè, quelle forze in grado di rianimare l’ opposizione alla guerra.

      Io credo che la politica sia finalizzata al concreto, non a manifestare posizioni di principio ininfluenti, che non servono a cambiare la realtà.
      E, in effetti, ammetterai che la realtà afgana, nonostante la tua bella uscita, non solo non è cambiata: è addirittura peggiorata!
      E’ servito a metterti in pace la coscienza? Buon per te, compagno Turigliatto: si vede che quella era la tua priorità.

    • A proposoto di retorica caro Fausto, mi sembra che tu,ne sia il principe in assoluto e sempre a proposito di retorica e del tuo posto in essa, devo dire che sei il giusto supporter di una sinistra governista allo sbando per le sue stesse scelte di svendita ideale e che inconsciamente si sente anche nel giusto. Più Dilibertiano che Ferreriano, a dirla tutta.
      Turigliatto a tuo dire, come unica cosa ottenuta nel suo "sventolare bandierine", può vantare la scissione, peccato però che in realtà( cosa a te sconosciuta?) sia stato allontanato e quindi espulso dal prc stesso.
      Che figura fai a falsificare i fatti in questa maniera?
      Come giustifichi che prima Russo Spena e poi Ferrero abbiano dichiarato che lo stesso Turigliatto, allora, la vedeva nella giusta maniera?
      Certo, che sono lacrime di coccodrillo governista, non conseguenziali, ma tu, con la tua retorica, li fai apparire oro a 24 karati.
      Non contento di cotanto mistficare, prosegui scrivendo che il movimento antiguerra non esiste più, e se la cosa fosse vera, la colpa a chi la imputi?
      Beh al solito Turigliatto, provando cosi’ a continuare la tua sagra dell’ipocrisia condita di retorica.
      Scambiando i tuoi desideri per realtà.
      Datti pace, caro Fausto, il movimento antiguerra esiste a livello trasversale ed unificante in tutta la sinistra di classe,e non solo.
      Esso sa mostrare la voglia della maggioranza degli italiani per quel che riguarda l’Afghanistan, e cioè che ci si deve ritirare immediatamente, senza condizione alcuna.
      Se oggi esiste una sinistra che non deve abbassare la testa, che non si deve vergognare, dobbiamo ringraziare il movimento antiguerra, se fosse per i burocrati della sinistra governista, movimento antiguerra sarebbe una parola impronunciabile causa vergogna insita e congenita.
      A proposito di cose concrete, il prc è oggi debole perchè rincorre il pd in ogni dove e non contento intende rincorrere alle prossime regionali anche l’udc.
      Tu, non te ne accorgi?No, secondo me ne sei contento in quanto "cosa concreta", ma ti assicuro che lo spernacchiamento, a simil modo di vedere la sinistra, é generalizzato, non solo in chi sta fuori dal prc, ma anche al suo interno, basterebbe che tu avessi la voglia di leggere la realtà di cui fai cenno ma che non pratichi come metodo di lavoro.
      L’inchiesta ti è estranea e la sostituisci con il far passare per reale e concreto,quello che tu vorresti.
      E, di fatti, propagandi tavoli negoziali e dilazioni strategiche, provi a mischiare, confondere, resistenza e fondamentalismo religioso, chiedi di saper riconoscere i" nemici" , anche qui , niente di nuovo,provi a far passare per nuove, politiche fallite di quel governo Prodi che ha saputo rimettere in carreggiata il Berlusconi.
      Che dirti, caro Fausto, se sei contento, continua pure, ma prova perlomeno a non far passare per oro , l’ottone, sono passati quei tempi , non ci casca quasi più nessuno, e rischi di apparire proprio male.
      Possibile che non te ne accorga da solo?
      A proposito, se l’aver politicamente una coscienza a posto,è per te poca cosa, capisco perchè ritieni Bertinotti parte della miglior sinistra. Su questa tua convinzione, nulla da dire, parlano i fatti.
      Il problemino se lo devono porre i compagni che credono che si possa farvi svoltare a sinistra.
      Chissà la gioia che devono sentire,a leggere quello che scrivi.
      A loro, tutta la mia solidarietà, non vorrei esser in loro.
      Enrico Biso

    • Dai, Enrico, sul serio: ma dove lo vedi il movimento contro la guerra?
      A me non sembra che, su questo tema, ci siano infervorate discussioni fra i cittadini. Nè vedo manifestazioni di massa degne di nota.
      Come? SC e PdL scendono in piazza tutti i giorni?
      Si, vabbè: a quattro per volta... :)

      Confondere i propri sogni con la realtà porta a prendere lucciole per lanterne: per adesso, fra gli italiani, non esiste neppure una minoranza degna di questo nome che mostri di mobilitarsi sul problema di una guerra remota come quella afgana.
      Figuriamoci se esiste una maggioranza! Nei sogni, appunto.

      Qui ho solo sottolineato l’ irrilevanza politica di certe posizioni alquanto velleitarie, che considero (non solo per questo) sbagliate.
      In particolare (poichè adesso vorrebbe che gli si desse pure ragione) quella di Turigliatto.
      Una posizione di principio che, a parte qualche danno a sinistra, non ha portato (a meno che tu, Enrico, non riesca a dimostrare il contrario) a nulla. Tanto è vero che i soldati italiani sono ancora lì, in Afghanistan.
      Stare a disquisire sulla sua (sacrosanta) espulsione dal PRC mi sembra un tentativo di spostare il discorso. Un pò patetico, forse: la scissione di SC nasce in diretta conseguenza del suo gesto, ma quelli non li ha espulsi nessuno: sono usciti di loro volontà.

      Quanto a me ho le mie idee: non sono obbligato a cambiarle ad ogni cambio di segretario, sputando su quello precedente. In molti hanno sbagliato ma credo che il gioco al massacro contro Bertinotti, di cui non ho condiviso le ultime scelte, sia proprio ingeneroso, sintomo di un ripugnante conformismo che è uno dei vizi più antichi della sinistra italiana. Lo considero tuttora, comunque, una delle migliori risorse a disposizione e se ti pare poco indicami pure qualcun altro.

      Sono comunista e, perciò, mi è proprio impossibile dare il minimo credito a chi -come i Talebani, Hamas, Hezbollah e associati- propugna modelli teocratici di società. Quelli sono, per definizione, nemici.
      Per questo motivo definirmi addirittura dilibertiano mi sembra leggermente azzardato.
      Di conseguenza alle mie idee me la prendo (e capisco che la cosa possa infastidirti) spesso con gli Hezboqquà nostrani. Che a forza di atteggiarsi anti-tutto (antiamericani, antisionisti, antiimperialisti ecc) sembrano aver smarrito la capacità politica di riconoscere ciò che a me pare ovvio: l’ integralismo islamico è un fenomeno di estrema destra. A cui non è possibile fare sconti; che è impossibile giustificare. Che è necessario affrontare.

      Magari i nostri Hezboqquà -e forse è proprio il caso di Turigliatto- si sentono dei nuovi Liebknecht, immortalati nell’ atto di non votare i crediti di guerra.
      Ma se Liebknecht si muoveva in una prospettiva rivoluzionaria questi, un pò per goffaggine un pò per convinzione- finiscono con il tirare la volata a quella specie di Vandea in salsa islamica che definiscono addirittura resistenza!
      A che serve, infatti, ritirare i soldati e basta se non a questo?
      La guerra non finirà di certo, i civili continueranno a morire e gli americani non si sposteranno di un millimetro.
      Ma se per miracolo fossero costretti a spostarsi allora, forse, invece di Karzai, riavremo il Mullah Omar!
      Che corenza, che lungimiranza; che meraviglia di progetto politico che persegue quella che tu, con ottimistica spocchia, chiami sinistra, eh?

    • Il movimento antiguerra interpreta la volontà dichiarata anche dalla stampa asservita al potere, dei cittadini italiani, al ritiro delle truppe dai fronti di guerra.
      Certo, dopo aver finanziato quelle missioni, la sinistra governista, che tu ci propini, non ha il coraggio politico e culturale di ammetterlo ed è sempre più distante dal reale.
      E poi che ti vuoi mobilitare, caro Fausto, mica stiamo parlando di poltrone e/o salotti, unica cosa che appassiona i realpolitik della sinistra.
      E quindi non puoi che gioire pensando al tuo bel governo Prodi e all’espulsione "sacrosanta" di Turigliatto.
      Precarietà del lavoro, centri di identificazione dei migranti, privatizzazioni, e schifezze simili, del resto, son per te ottimi risultati da mostrare.
      Peccato che non rispondi su Russo Spena e su Ferrero, evidentemente non sai cosa dire. Perchè dicono di aver sbagliato?
      Rimani pure abbarbicato al tuo Bertinotti e al luminoso percorso con l’udc ed il pd.
      Te lo meriti tutto.
      La sinistra che tu evidentemente ritieni spocchiosa, ma che in realtà intende affrontare percorsi di lotta e di conflitto, è troppo distante da concezioni di vera e propria svendita ideale, che per te sono ormai punto di cui vantarsi.
      Chiaro che non puoi capire chi di fronte ad uno snaturamento politico del partito, non si china di fronte all’imperatore, non è nel tuo dna politico.
      E perchè fartene una colpa?
      Anzi buon viaggio per altri lidi, ne vedrai di rospi alla Dini, e magari sarai pure contento.
      Sognerai nemici islamici e amici delle ambasciate occidentali, magari farai un poco di confusione tra integralismo e resistenzr, ma che ci vuoi fare, sono i miracoli del comunismo salottiero.
      Parlare,parlare ,parlare, per non andare da nessuna parte, non creare fastidi, essere credibili e soprattutto non vergognarsi di nulla.
      E vuoi parlare pure di rivoluzione?
      Incredibile,ma vero.

    • Innanzitutto Turigliatto non è certo tra quelli che parlano di appoggio acritico a pretese "resistenze islamiche".

      E nemmeno è tra quelli che "il nemico del mio nemico è mio amico".

      Pur scontando anche Turigliatto e Sinistra Critica, anche se molto meno di Ferrando e del suo Pcl, l’impostazione "politicista" tipica dei trotzkisti ..... ma questo è tutto un altro discorso ...

      Che comunque nulla c’entra con l’episodio per cui fu stupidamente "allontanato" ( quanta ipocrisia per non dire "espulso" ) da Rifondazione.

      Episodio sul quale aveva ragione da vendere e sul quale hanno già ammesso che avesse appunto ragione tanto Ferrero che addirittura Bertinotti ...

      Pochi giorni prima di quell’episodio, avevamo sfilato in duecentomila ( presente tutto il gotha di Rifondazione nella quale allora militavo) per le strade di Vicenza contro l’ampliamento della base americana.

      Semplicemente allucinante che solo qualche giorno dopo, per mantenere in piedi il governo di Prodi, si potesse votare a favore del rifinanziamento della missione afghana ...

      K.