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Nucleare coreano

Publie le mercoledì 11 ottobre 2006 par Open-Publishing

NUCLEARE COREANO
a cura di Paolo De Gregorio - 11.10.06

Se si volesse capire quanto il nostro sistema mediatico agisce in sintonia e sembra proprio un regime in cui la “verità è sempre in esilio”, basterebbe leggere ciò che viene scritto sull’esperimento atomico nord coreano: provocazione per il mondo civile, pericolo per l’Occidente, descrizione del Presidente come satrapo sanguinario dalle mille perversioni.
Mentre l’unica cosa seria che ci sarebbe da dire è che le armi di distruzione di massa dovrebbero essere bandite per tutti, e non permesse solo ad alcuni paesi che, attraverso il loro possesso, vogliono mantenere una supremazia su coloro che non le possiedono.
Se l’Onu non fosse quell’organismo inutile e costoso quale è, la questione del disarmo atomico dovrebbe essere all’ordine del giorno fino alla soluzione del problema e nulla dovrebbe essere messo in discussione senza aver risolto prima questo punto che è vitale per la prosecuzione della vita sulla terra.
Le questioni di questo peso, accantonate e non risolte, diventano metastasi di un cancro che si avvia ad essere incurabile.
Mi viene da associare a questo problema non risolto la questione del genocidio del popolo armeno del 1915 da parte della Turchia, che viene considerato un ostacolo all’entrata della Turchia nella comunità europea, in quanto questa nazione non se ne assume la responsabilità. Ma anche qui viene fuori una questione non risolta e rimossa come l’orrendo e sanguinario colonialismo europeo che i turchi tirano in ballo facendo l’esempio dell’Algeria e dei massacri dei colonialisti francesi.
Anche qui, non ci sono buoni e cattivi, e la cara vecchia Europa, dalle nobili origini giudaico-cristiane, è responsabile dei peggiori eccidi colonialisti e non può ergersi a giudice degli altri senza riconoscere le proprie responsabilità, e ammettere che buona parte delle guerre in atto sono il frutto avvelenato di quelle prepotenze coloniali.
Un’altra “verità” che andrebbe solennemente affermata, è quella che gli Usa con le loro 900 basi militari in tutto il mondo e le immense spese per il loro esercito, sono la evidente prova che essi intendono risolvere i problemi con la forza e non con la democrazia, e che il terrorismo, come accadde in Algeria, è generato dalle prepotenze che l’occidente ha fatto per primo.
Chi ha scagliato la prima pietra va additato e riconosciuto, una possibile pace può venire solo se si abbandonerà per sempre l’uso della forza per risolvere controversie internazionali, se si andrà a trattare un disarmo atomico generale, se si finirà di considerare normale il traffico di armi, ma crimine contro l’umanità, se si considererà illegale ogni base militare fuori dal proprio territorio nazionale, e se si abbandonerà l’idea di qualunque esercito di tipo offensivo capace di portare la guerra fuori del proprio territorio, da sostituire con un esercito di tipo difensivo senza limiti per rendere inattaccabile la propria nazione.
Se i pacifisti non lotteranno tutti i giorni per questi obiettivi continueranno ad essere ininfluenti e sterili.
Paolo De Gregorio