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Obama all’Islam: peace and love

Publie le giovedì 4 giugno 2009 par Open-Publishing
3 commenti

Il presidente degli Stati Uniti al Cairo: pace e bene per tutti. Ma gli strumenti per arrivarci sono ancora vaghi. La difesa del diritto a esistere di Israele, ma anche della Palestina. Gli Usa di Obama in collisione con il governo di Netanyahu. Che farà ora Israele?

"Il popolo del mondo può vivere insieme in pace. Sappiamo che questa è la visione di Dio. Ora questo deve essere il nostro lavoro sulla Terra". Scolpendo queste tre frasi alla fine del suo discorso del Cairo, Barack Obama ha esposto al mondo la sua filosofia della storia. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato da predicatore di una fede universale.

Lo scopo della sua missione in Egitto era di testimoniare il cambiamento dell’America. Non più l’aggressivo impero del Bene immaginato da Bush e Cheney, piuttosto un paese che promuove l’interesse fondamentale di tutti alla pace e al benessere. Senza però pretendere di affermare il suo modello ma dialogando con chiunque.

Dopo l’11 settembre Bush aveva promosso una guerra al terrorismo che nel mondo islamico era stata percepita come una crociata antimusulmana. Da quando si è insediato alla Casa Bianca, il nuovo presidente sta facendo di tutto per rovesciare questa percezione. Nel discorso del Cairo, anzi, ha esaltato il carattere islamico del suo stesso paese, ricordando fra l’altro che la prima nazione a riconoscere gli Stati Uniti fu il Marocco.

Per Obama non c’è dubbio: "l’islam è una parte dell’America". Il compito che il nuovo presidente si è assegnato è quindi anzitutto combattere gli stereotipi negativi dell’islam in America e nel mondo.

Scendendo su terra Obama ha specificato che gli americani non vogliono stabilirsi né in Afghanistan né in Iraq. Ma c’è una differenza: l’Afghanistan è stata una guerra "necessaria"; l’Iraq è stato un conflitto "scelto". In entrambi i casi comunque l’America è pronta ad andarsene non appena le condizioni lo permetteranno.

Obama ha prodotto al Cairo una intensa difesa del diritto di Israele a esistere. Non esattamente quello che le orecchie arabe e musulmane ascoltano più volentieri. Allo stesso tempo Obama è stato molto chiaro sulla necessità che il governo di Gerusalemme cessi la colonizzazione della Cisgiordania. Mentre ha di fatto posto sullo stesso piano del diritto di Israele ad esistere, quello della Palestina a costituirsi in Stato.

Ciò ha sicuramente irritato il governo israeliano come traspare dal freddo comunicato di Netanyahu. Allo stesso tempo il riferimento possibilista di Obama a Hamas è stato subito accolto con favore da alcuni esponenti dell’ala dialogante di quel movimento.

Dopo l’apertura all’Iran e il difficile incontro con Netanyahu a Washington, Obama ha segnato il perimetro complessivo dei suoi obiettivi geopolitici in Medio Oriente. Per ora, il concetto è pace e bene per tutti. Su come arrivare dall’oggi a questo domani le idee sembrano piuttosto vaghe.

L’aspetto più importante del riposizionamento che Obama sta imponendo al suo paese è comunque la collisione con Israele. Dopo otto anni in cui gli americani hanno creduto che i loro interessi fossero identici a quelli israeliani, la musica cambia. L’America di Obama non può permettersi il lusso di un allineamento con l’Israele di Netanyahu.

E’ molto probabile che Obama stia lavorando per far cadere questo governo israeliano, sperando di sostituirlo con una coalizione aperta alla logica dei due Stati. Come reagirà Israele a questa campagna? Per ora alterna una retorica di amicizia a una prassi di contrasto nei confronti di Obama.

Se entro i prossimi mesi Gerusalemme non verrà incontro a Washington fermando la colonizzazione in Cisgiordania e smantellando alcuni insediamenti strategici, è probabile che la crisi raggiunga livelli pericolosi. E’ lunga la strada di peace and love.

da "Limes" 4 Giugno 2009

Messaggi

  • il discorso di Obama-BinLaden
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    Da molto tempo sono convinto che Bin Laden sia una sorta di marionetta massmediatica inventata dagli Usa per farla intervenire tutte le volte che ne ravvisano la necessità per ridimostrare l’esistenza del terrorismo e del suo capo, per giustificare il sangue che scorre a torrenti in una zona che va dall’Iraq al Pakistan, per ridestare il terrore in tutto il mondo occidentale e compattare l’opinione pubblica, specialmente quella americana, attorno alle scelte del Governo dell’Impero.

    Ebbene, il fatto che il discorso di Obama, una novità assoluta per il contenuto di svolta rispetto la linea di esportazione della democrazia con i bombardamenti di Bush, sia stato contrappuntato dal minaccioso proclama della inafferrabile Primula del Terrorismo, ha tolto verità ed autenticità alla apertura verso l’Islam del giovane Presidente americano che mentre tracciava orizzonti di pace e di rasserenamento del mondo veniva doppiato all’incontrario dall’icona che rappresenta il Male! Mentre si cancella lo scontro di civiltà qualcosa richiama teatralmente all’esistenza del terrorismo che, naturalmente, deve essere estirpato.
    Se aggiungo a questo il richiamo di Obama all’undici settembre che è una impostura tuttora spacciata quale spartiacque della storia e causa della guerra senza quartiere agli stati-canaglia, ai talebani, a quanti
    sfuggono alla sottomissione diretta o indiretta degli USA, il mio entusiasmo per il suo discorso nella sede dell’Università progressista e combattente ma
    davanti ad una platea selezionata dal feroce aguzzino "moderato" Mubarak fatta da quanti si sono arricchiti con un regime filooccidentale,formalmente democratico ma sostanzialmente monarchico, faraonico, ripeto il mio entusiasmo di affievolisce anche se non vuole spegnersi dal momento che non è giusto avere pregiudizi
    e bisogna sempre sperare in una leadership che si propone dialogante, costruttiva e rispettosa.
    http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_04/obama_testo_discorso_dcbff5ee-50f3-11de-89ad-00144f02aabc.shtml

    Pietro Ancona
    http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
    www.spazioamico.it

    • Caro pietro, effettivamente non ti sbagli . Il solito fantoccio che si e invetato limperioalismo americano esce a galla ogni volta per trovare un pretesto per continuare i ca**i loro e a prendere in giro le pecorelle soprattuto il popolo del PDDL ecc...

    • Il presunto legame tra i proclami di Bin Laden e il "popolo del PDL" in Italia mi sembra francamente una cosa del tutto sproporzionata ...

      E comunque, fermo restando che su Bin Laden la penso come Pietro, quanto sta facendo Obama su Palestina ed Israele non mi sembra robetta ...

      E da come "rosica" il governo israeliano non possono esserci dubbi ...

      Per cui, fermo restando che Obama non è affatto un "rivoluzionario, non sottovaluterei nè queste iniziative diplomatiche nè alcune scelte di politica economica interna.

      Certo si tratta di cose provocate anche dalla crisi economico/finanziaria "globale" ... ma credo che senza questa crisi Obama non sarebbe nemmeno mai stato eletto Presidente Usa ....

      K.