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Obama presidente degli Usa. Un nero in vetta al mondo
Publie le mercoledì 5 novembre 2008 par Open-Publishing3 commenti
Obama presidente degli Usa. Un nero in vetta al mondo
di Pietro Anastasio
Ce l’ha fatta Obama. Mentre tutto il mondo attendeva con il fiato sospeso una risposta, gli statunitensi raccoglievano la sfida del cambiamento lanciata dal candidato democratico, concedendogli in questo storico martedì 4 novembre una vittoria tanto chiara quanto schiacciante. 63 milioni di cittadini americani hanno votato per la svolta, concedendo all’afroamericano il 52 per cento di preferenze, contro i 55 milioni di McCain (46% di voti) Questa data decreta la fine di un’epoca, quella di una Casa Bianca occupata da un uomo rigorosamente di pelle bianca.
La lunga notte degli Usa
In questa dura battaglia, combattuta oltre oceano mentre in Italia era già notte fonda, poco ha potuto l’anziano reduce di guerra, il candidato repubblicano John McCain, il quale dieci minuti dopo l’annuncio della vittoria da parte dei media nordamericani ha immediatamente chiamato il suo rivale per congratularsi con lui.
Poco dopo, il trionfante senatore afroamericano calcava il palco della vittoria. “Il cambiamento è arrivato in America”, ha sottolineato Obama durante il suo discorso davanti alle migliaia di sostenitori che da diverse ore lo attendevano nel parco cittadino di Chicago, il Grant Park. E il cambiamento è arrivato come un’enorme onda anomala che ha letteralmente travolto i repubblicani in gran parte degli Stati chiave di questa competizione.
Erano già le 5 del mattino nel nostro paese, quando la Cnn, che per l’occasione ha dato il meglio di sé dispiegando un esercito di analisti e raccontando la lunga notte con grafici di altissima qualità, comunicava al mondo che le proiezioni dei risultati parziali davano già la vittoria al candidato democratico. A quell’ora, infatti, il senatore dell’Illinois poteva già contare sui 270 grandi elettori necessari per il volo verso la Casa Bianca. Soltanto un’ora dopo, i voti elettorali per Obama toccavano quota 338, contro i 157 del suo rivale John McCain. Una vittoria travolgente, la più consistente dal 1996, quando Bill Clinton sconfisse Bob Dole con 379 voti a 159. Oggi Barack diventa Capo di Stato americano con il 52 per cento di preferenze (più di 63 milioni di voti), contro il 46 per cento di McCain (56 milioni di voti).
E un peso enorme hanno avuto per il raggiungimento di questo risultato storico, la Florida, la Pennsylvania, l’Ohio e la California. Vittoria di Obama anche nella Virginia, dove fino all’ultimo un testa a testa al cardiopalma ha tenuto in bilico tra il candidato democratico e quello repubblicano i 13 grandi elettori in palio. In questo Stato i blu (i democratici ndr.) non vincevano da circa 40 anni.
Altra chiave del trionfo di Obama gli ottimi risultati ottenuti negli Stati dell’Est: Maine, Vermont, Massachussetts, Connecticut, Delawere, Maryland New Hampishire, New Jersey, Pennsylvania e New York oltre che il distretto di Columbia e lo Stato dell’Illinois.
Bush e McCain si complimentano con Obama
Nel frattempo, la speranza del repubblicano John McCain restava accesa per buona parte della notte grazie alle importanti vittorie nel Sud, come nel Tennessee, nell’Alabama, nell’Arkansas, nel Sud Carolina, nella Georgia e nel Texas. Tutto ciò non è stato però sufficiente a farlo vincere su scala nazionale. Intorno alle 5.30 del mattino (ora italiana), il senatore dell’Arizona è così comparso davanti ai suoi sostenitori che lo attendevano nello capitale del suo Stato, Phoenix, ammettendo la sconfitta. Accanto a lui, la sua vice di ferro Sarah Palin, non tratteneva le lacrime.
Poco dopo anche il presidente Bush riconosceva la vittoria di Obama, chiamando telefonicamente il suo successore. “Stai per cominciare uno dei più grandi viaggi della tua vita. Complimenti.” ha detto al democratico l’attuale inquilino della Casa Bianca. Tanti, anche, i leader internazionali che hanno affollato le linee telefoniche del primo presidente nero della storia degli Usa, per stringere virtualmente la mano all’uomo che entro gennaio si convertirà nel più potente del mondo.
Ma il 4 novembre 2008 resterà una data storica per gli Stati Uniti anche per un altro dato di fondamentale importanza: la straordinaria affluenza alle urne. Obama, penetrando con la sua promessa di cambiamento nelle zone più profonde dell’anima americana, è riuscito infatti a muovere un’enorme massa di elettori.
Affluenza e tilt elettorale
Circa 153 milioni di cittadini statunitensi aventi diritto hanno affollato, sin dalle prime ore di apertura, i seggi sparsi nei vari Stati. Un 75% di affluenza, circa, che smentisce l’abituale scarsa partecipazione dell’America nella scelta del proprio presidente.
Gli Usa sono inoltre stati chiamati a rinnovare un terzo del Senato e l’intera Camera bassa. E anche in queste due consultazioni, i democratici hanno rinforzato il loro vantaggio sui conservatori.
Nonostante i soliti problemi registratisi durante questa lunga giornata elettorale, l’America ha scelto dunque il proprio futuro. In alcuni Stati chiave diversi intoppi, soprattutto con le macchine elettroniche, hanno rallentato di qualche ora le procedure elettorali. In Florida le lamentele dei cittadini recatisi ad esprimere la propria preferenza, sono state addirittura 1400. Ma il black out totale, almeno in questa occasione, è stato scongiurato ed oggi gli Stati Uniti sono certi del nome del 44esimo presidente della storia americana.
Barack Obama ci ha creduto sin dall’inizio e forse questa è stata la sua unica arma. Quando gran parte degli analisti politici di tutti il mondo vedevano nel colore della sua pelle il suo principale limite, in un’America in cui il pregiudizio razziale è ancora una realtà, mettevano in luce solo una parte della realtà. L’altra risiedeva in una crisi economica che nel giro di neanche un mese avrebbe letteralmente travolto gli Usa e nella capacità del candidato democratico di offrire una risposta di speranza ai suoi concittadini spaventati e fortemente delusi dall’Amministrazione di George W. Bush. I milioni di dollari spesi dallo staff di Obama per la campagna elettorale, hanno poi fatto il resto.
Messaggi
1. Obama presidente degli Usa. Un nero in vetta al mondo , 6 novembre 2008, 08:36, di viviana
Contrordine cialtroni del Pdl! Via Bush, tutti a osannare Obama!
Questa gente è squallida.
Lingue biforcute e coscienza a zero.
Fino alla vigilia Berlusconi strillava fedeltà e stima a Bush.
E ora è pronto a prostrarsi davanti a Obama.
Ferrara poi gira come una trottola.
Non è che sia grasso, è che vediamo la parte tonda quando la trottola gira vorticosamente.
E’ giusto che il Pdl si porti dietro gente come Bondi (ex sindaco rosso), Capezzone (ex radicale), Adornato (ex comunista), Ferrara (ex leninista), è gente senza fede né coerenza, che è fedele solo al pagatore di turno. E giustamente anche il loro capo si prostra al potente di giornata, Putin o Obama fa lo stesso.
Ciò che conta è leccare per interesse.
Il Pdl è il Partito delle Libellule = l’estrema leggerezza di Berlusconi. Come a dire: oltre al vortice niente.
Lingue che mulinano, un bzzz di libellule in calore: Al centro del cervello: il vuoto assoluto.
Gasparri docet.
Però la libellula è anche bella ed è simbolo di cambiamento. Questi piuttosto che abbandonare il lucro perdono i connotati.
Palloni sgonfiati piuttosto che vanno dove li porta il vento..
viviana
1. Obama presidente degli Usa. Un nero in vetta al mondo , 6 novembre 2008, 08:46, di viviana
DA IL NAPOLI DI OGGI
"Dopo l’elezione di Barack Obama a uno degli incarichi più importanti al mondo ho cercato un po’ di cosine che aveva detto in un suo discorso. Il discorso è quello di Denver, quando è stato scelto come candidato democratico alla presidenza. Spero siate seduti, perchè ci sono delle cose veramente sovversive.
Ad esempio ha detto che il governo dovrebbe fare quello che non si può fare da soli: proteggere i cittadini e garantire un’istruzione a tutti i bambini, preoccuparsi dell’ambiente e investire in scuole, strade, scienza e tecnologia.
Caspita, è praticamente l’esatto opposto del programma del nostro, di governo.
Ma Obama quella volta ha detto pure di peggio: ha promesso di investire 150 miliardi di dollari in 10 anni per le fonti energetiche rinnovabili.
Poi si è spinto pure più in là. Rendetevi conto, ha detto “assumerò un esercito di nuovi insegnanti pagandoli meglio e appoggiandoli nel loro lavoro”. Quest’uomo è chiaramente un nemico del progresso e della decenza. Inoltre in quel discorso ha parlato di garantire l’assistenza sanitaria a tutti gli americani e addirittura di garantire ai lavoratori il congedo retribuito per malattia.
Evidentemente delirava: queste cose, ce le dice ogni giorno chi governa da noi, sono nocive e da eliminare. Pensare che gli americani, a quanto pare, le desiderano ardentemente.
E pensare che noi, almeno per ora, ce le abbiamo."
Si potrebbe fare un giochino: dare una scheda con test come quelli per la patente ai nostri politici, con questi punti del programma di Obama mescolati a quello che sta facendo Berlusconi, chiedendo loro di segnare con una crocetta quelli con cui sono d’accordo (e sempre sperando che tutti sappino chi è Obama, perché, vista la figura fatta con le Iene....)
.. e poi ci si fa due risate tra noi su questi figli di puttana
Ma, mi raccomando, che l’esame sia bypartisan
viviana
2. Obama presidente degli Usa. Un nero in vetta al mondo , 6 novembre 2008, 13:06, di vittoria oliva
fuori coro
http://roma.indymedia.org/node/5841