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Occhio al binomio astensione-qualunquismo

Publie le giovedì 27 marzo 2008 par Open-Publishing
5 commenti

Anche le rispettabili motivazioni che portano ad astenersi possono rivelarsi funzionali alla crescita del qualunquismo come apripista a soluzioni autoritarie.

Ancora pochi giorni e torneremo a votare e il pericolo di una terza Repubblica con tendenze autoritarie si avvicina. Non sembrano avvertire questo rischio tanti blog d’impegno sociale politico nei quali si leggono messaggi che motivano l’astensione e crediamo che interpretano indirettamente un sentimento diffuso in tanta parte democratica e di sinistra. Non concordiamo e cercheremo fino al 13 aprile di fare alcune considerazioni. sperando che portino tanti a riflettere un minuto in più di quanto abbiano fatto finora. In questa pacchiana campagna elettorale le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sono come una manna dal cielo e ci riportano per terra, parole lungimiranti e d’inusitata durezza che hanno messo in luce i fenomeni della cosiddetta antipolitica: "Non si possono lasciar correre cose che si leggono qua e là e rappresentano tutti i parlamentari , indistintamente, come una specie di fannulloni avidi". Aggiungendo: "C’è qualcuno che pensa che il Parlamento andrebbe chiuso: bisogna reagire a questi fenomeni che un tempo si sarebbero chiamati di qualunquismo". Senza mezzi termini e con l’alterità di Capo dello Stato ha spiegato la pericolosità di fare di tutta l’erba un fascio, un pericolo del quale non si è accorto Prodi - più precisamente non se n’accorto il nascente PD che ha lavorato per indebolire il governo già deperito per non essersi cibato del proprio programma, un lavorio ai fianchi operato lasciando liberi gli zoccoli dei muli Dini, Mastella e di Di Pietro, per non citare la mula Binetti. Il paravento, ben sostenuto dai grassi e grossi mezzi di comunicazione televisiva e cartacea, è stato facilmente individuato nella civile “pretesa” di Rifondazione Comunista e del resto della sinistra di attuare quanto si era promesso agli elettori dell’Unione. E così negli ultimi due anni di governo tutti, ma proprio tutti erano preoccupati per quello che la sinistra avrebbe fatto, eravamo considerati inaffidabili, balzani, eppure chiedevamo il rispetto della parola data, come si conviene a delle persone perbene e come atti di prevenzione verso fenomeni sempre più evidenti di delusione alla base di un qualunquismo crescente. Anche alla classe politica più navigata è mancata la memoria ed ora il richiamo al pericolo di "qualunquismo" contro il sistema parlamentare da parte di Napolitano rischia di essere fuori tempo massimo. Ricordiamo che il termine è vecchio, risale all’immediato secondo dopoguerra, mutuato dalla rivista "L’uomo qualunque" fondata da un “uomo qualunque” Guglielmo Giannini. La sua rivista nata dal nulla arrivò al milione di copie sull’onda di una rabbia crescente nei confronti del ceto politico, individuata come “casta” in conflitto con la condizione materiale dell’uomo della strada. Quindi venne fondato un movimento politico che alle prime elezioni politiche del dopoguerra raccolse un buon numero di voti. Paradossalmente non raccolse consensi non dell’uomo della strada, ma dei nostalgici e degli aderenti al fascismo i quali dietro il paravento del qualunquismo si riorganizzarono per rientrare nei meandri dell’amministrazione politica nazionale locale. Nel programma di questo movimento si teorizzava il liberismo nell’economia e l’individualismo nelle relazioni sociali insieme alla limitazione del prelievo fiscale. Non vi ricordano esempi di condoni e scioperi delle tasse a cui abbiamo assistito negli ultimi anni? Da quella storia sono passati sessant’anni, molto meno è passato da tangentopoli, altro momento storico di una strana soluzione della crisi politica di quel sistema alle corde, anche allora del sentimento di ribellione ne approfittò la destra. Allora, l’antipolitica non vi pare il DNA del berlusconismo e del leghismo?

Chi pensa di cibarsi di questo sentimento contro il parlamentarismo, inteso come confronto democratico, è il “nuovo” Partito Democratico, quello che non ha voluto l’accordo con LA SINISTRA ARCOBALENO – e non ci ripensa neanche di fronte ai sondaggi che dicono chiaramente di una vittoria di PD e SINISTRA contro il PDL; quello del "SE PO FA" oggi quello che non ha voluto fare in due anni di governo pur avendo 19 ministri su 25. Quello che oggi si accorge della vita delle persone in carne ed ossa. Oggi, sia da parte di Berlusconi che da parte di Veltroni si parla d’aumentare gli stipendi, nessuno parla di intervenire sui prezzi ma nessuno dei due si sogna di intervenire sul fatto che un kg di pomodori parte dal contadino a 50 centesimi ed arriva sui banchi a 5 euro e che quindi ci sono dei delinquenti che speculano su tutti noi, entrambe le parti potrebbero perdere il voto dei bottegai. Nessuno dice che un barile di petrolio parte dal pozzo a 10 dollari (6 euro e 40 centesimi) e che si vende a 110 dollari e che gli aumenti delle bollette servono ad ingrassare ancora di più chi ricco lo è già.

Il vero problema non è politico, è di buon senso. Sta a noi se dare consenso a chi ci vuole ancora più sottomessi od a chi ci vuole liberi. I nostri figli, il nostro futuro non hanno prospettive se non quella d’essere precari a vita. Quante persone chiedono un posto di lavoro sicuro per i propri figli, quante persone stanno perdendo la casa perchè non riescono a pagare il mutuo. Il futuro dei nostri figli ormai è quello d’essere precari in un call center o precari in una cooperativa che con il trucco del socio-lavoratore li sottopaga. E’ forte il sentimento, tra le persone di non andare a votare, "tanto sono tutti uguali", questa è la frase che in giro si sente dire.

Il tentativo del partito dei Veltroni è quello di prendere il potere tagliando fuori la SINISTRA ARCOBALENO, l’unica parte politica in Italia che non ha mai dimenticato che i lavoratori esistono 365 all’anno, che ricorda il dramma di disoccupati, precari e pensionati. Chissà perché si vuole rendere la sinistra ai minimi termini! Forse mai come adesso è importante scegliere quello che vogliamo per il nostro futuro. Scegliere, una facoltà che ci verrà tolta sempre più di mano lasciandoci alla rabbia impotente espressa chi con l’astensionismo politico e chi e il qualunquismo. Ma sapete quanto gliene frega a PD e PDL del vostro atteggiamento? Il loro modello sono gli Stati Uniti, con un popolo che si lascia governare da un Presidente-monarca con il solo 20% di voti.

Redazione Lavoro e Salute
http://blog.libero.it/lavoroesalute/

Messaggi

  • Non votare!per l’autogestione popolare e la libera organizzazione degli idnivdui! Non delegare il potere ad altri, non essere co responsabile!
    NON VOTARE! NON DELEGARE! Per l’anarchia!

    • basta però PRATICARLA con i vicini di casa ed i compagni di lavoro... e non relegarla alla serata nel centro sociale di turno o nel circolo fumoso ove si discute dell’800! o delle solite quattro "manifestazioni comandate" all’anno per i "santini in bacheca"! A

    • Bravo! Così l’anarchia (assenza dello stato) che si vuole per l’autogestione, consegna di fatto tutti i poteri senza controlli a chi ha la ricchezza perchè può pagarsi un proprio esercito e tutta l’informazione per assoggettare tutti. Tutto il contrario di quello che si vorrebbe, bravi! Senza lo Stato non esistiamo come cittadini. Guardate cosa è successo alla ex-jugoslavia! Raffaele

  • Il problema è che ormai anche in Italia, come in USA, siamo in presenza di una finta democrazia pseudo-parlamentare, che cerca disperatamente di presentarsi come faccia pulita di una sempre più pervasiva plutocrazia autoritaria ed in cui discettare amabilmente del “binomio astensione-qualunquismo” e di altri consimili sofismi vetero-politici, assomiglia sempre più alla medievale diatriba sul sesso degli angeli, mentre i veri detentori del potere reale azionano diuturnamente i loro potenti strumenti di manipolazione delle coscienze ed di accaparramento del consenso !!

    Questo purtoppo è lo scenario e qualunque opzione elettorale che non sia l’astensione finisce inevitabilmente col fare gioco di un ceto politico ( o “casta” com’è ora di moda definirlo !) , sempre più servo e complice interessato del grande capitale.

    MaxVinella

    • Un linguaggio decisamente intellettualistico e ideologico di altri tempi. Non esiste la democrazia perfetta. I sistemi democratici si evolvono con la storia degli uomini e delle donne. Essa è un campo di battaglia dove tutti (un mix di buoni e cattivi insieme) si "confrontono" "politicamente" in modo organizzato per ottenere il consenso di tutti i cittadini per governare. Al di fuori di questo vi è o la "dittatura" oppure le "guerre infinite" fra bande per spartirsi il territorio, come accade in molte parti dove non esiste nemmeno la democrazia cosiddetta "finta". Tutto il resto sono solo "parole" sofisticate senza alcun senso del reale. Raffaele