Oggi la dichiarazione Universale dei diritti Umani compie 60 anni

Oggi la dichiarazione Universale dei diritti Umani compie 60 anni

di Alessandro Ambrosin

Era il 10 dicembre del 1948 quando a Parigi 51 paesi aderenti all’Onu siglarono la dichiarazione che avrebbe sancito l’inalienabile diritto all’uguaglianza e alla libertà di tutti gli esseri umani. I trenta articoli stilati posero alla base il rispetto della dignità umana, qualunque essa sia, e la ferma condanna alla schiavitù e alla tortura. Eppure basterebbe leggere il testo integrale per comprendere che i buoni intenti sono stati in parte elusi nelle intenzioni che racchiudono.

In ogni parte del mondo si continuano a segnalare gravi violazioni del trattato. Anche il riequilibrio socio economico non ha dato l’esito sperato, tanto che il divario tra le diverse condizioni dei popoli è addirittura aumentato esponenzialmente. Il rapporto recentemente diffuso dalla Fao è solo un esempio indicativo, con un miliardo di persone al mondo che soffre la fame. Le torture, lo sfruttamento, le guerre, la pena di morte, il lavoro minorile, la parità di diritti sono fenomeni continuamente violati in ogni angolo della terra, e tutto questo succede non solo nei paesi in via di sviluppo ma si presentano violentemente anche nei paesi che si definiscono democratici.

Anche la diffusione delle politiche liberiste continuano ad alimentare una violazione sacrosanta: quella del diritto ad un’esistenza dignitosa. Attraverso lo sfruttamento di esseri umani per far fronte all’iper produzione, il modello economico ha beneficiato solo pochi eletti, mentre tantissimi uomini, donne e bambini vivono nell’indigenza.
Sono passati 60 anni e il solo il fatto di rileggere il trattato e comprendere i suoi trenta articoli può essere un modo semplice per acquisire una maggiore consapevolezza e rimettere in moto quell’agire comune per uscire dalla drammatica attualità che ci circonda.