Home > Olocausto Alitalia: licenziamenti e assunzioni fuori dalle regole
Olocausto Alitalia: licenziamenti e assunzioni fuori dalle regole
Publie le lunedì 15 dicembre 2008 par Open-PublishingOlocausto Alitalia: licenziamenti e assunzioni fuori dalle regole
di Alessandro Ambrosin
ROMA - Da quando esattamente due giorni fa Alitalia è passata definitivamente alla Cai, la Compagnia Aerea italiana, sembra essersi chiuso un drammatico capitolo del trasporto aereo. Almeno questo è quanto emerso dai maggiori organi di stampa e questo è il messaggio finale giunto all’opinione pubblica dopo mesi di attacchi unilaterali ai dipendenti disegnati come i privilegiati di turno.
Ma la vicenda resta invece apertissima, soprattutto sul fronte occupazionale dove l’incertezza e la confusione regnano sovrani. Lo si apprende dalle forti preoccupazioni che gli stessi dipendenti hanno manifestato nei vari forum appositamente realizzati dagli stessi lavoratori per dar vita ad un dibattito a partire dalle proprie drammatiche esperienze personali. Ancora tante domande, infatti, non trovano risposte esaustive, anzi gettano ulteriori dubbi sulla gestione del personale. A partire dalle missive di cassa integrazione, che inizialmente come il piano prevedeva, dovevano essere recapitate agli oltre 17mila dipendenti della compagnia. E’ il caso di alcuni assistenti di volo ai quali da dicembre è stata comunicata l’entrata in CIGS a tempo indeterminato; ma poi hanno scoperto quasi inaspettatamente dal loro "foglio turni mensile" che dopo il 16 dello stesse mese erano stati comunque impiegati in un avvicendamento. Due percorsi incompatibili tra loro, che sembrano essere il frutto di un errore della compagnia di bandiera. Sarà vero? Chi sarà il "fortunato" neo assunto da Cai è un altro quesito martellante per i dipendenti.
La cassa integrazione durerà 4 anni per poi successivamente coprirne altri tre in mobilità. Ma la lettera non è stata recapitata alla totalità dei dipendenti e alcuni si sono ritrovati direttamente con la proposta di assunzione in Cai. A confermarlo è una dipendente dello scalo di Fiumicino, nello sgomento dei suoi colleghi di terra entrati in CIGS che si interrogano su quali base si ispiri la scelta di alcuni e l’estromissione di altrettanti. "Non ho cigs, ho il turno di lavoro, ma non ho neanche una covocazione", scrive una hostess in uno dei tanti forum per chiedere delucidazioni. Ma altri sono nella stessa situazione e le risposte diventano probabili ipotesi. Insomma l’impressione è che regni la confusione totale.
Anche Fabio Berti, segretario dell’Anpac, uno delle sigle del fronte del no, sembra confermare questa ipotesi, il quale precisa: "E’ difficile che si possa partire con un clima così compromesso. La questione delle persone assunte in Cai e quelle messe in cassa integrazione doveva essere gestita in modo equo, invece ci sono state assunzioni che non hanno seguito i criteri previsti come quello di anzianità. Colleghi esperti sono rimasti fuori da Cai e a loro sono stati preferiti quelli più giovani, ma anche meno esperti, con un numero di ore di volo inferiore. Si è favorita, in pratica, la localizzazione rispetto all’anzianità". Ma poi ci sono ancora le tante promesse che non hanno avuto seguito. Come quella dell’asset del Cargo, per il quale Cai aveva assicurato una transizione verso una società esterna che successivamente avrebbe gestito in appalto il servizio. Parole che sono rimaste al vento.
La Cai da parte sua aveva promesso l’assunzione di 12.628 persone, tra addetti di terra, assistenti di volo e piloti, 1800 dei quali provenienti da Air One. Lo start up è previsto alle ore 23 del 12 gennaio 2009, dopo che tutti gli aerei della compagnia di bandiera avranno terminato i loro voli. Rocco Sabelli amministratore di Banca Intesa ha consegnato a Franco Paparella, vice commissario cinque assegni a copertura dei 138 milioni, dei quali 24 destinati alle spese sostenute da Fantozzi e una fidejussione di 275 milioni a saldo che verranno versati entro i prossimi due anni.
Nel nuovo contratto compaiono anche alcuni servizi che andranno a beneficio delle sedi amministrative, e prevedono l’affitto di quattro immobili, uno a Milano, uno a Barcellona e due in Brasile, che guarda caso sono di proprietà dello stesso Augusto Fantozzi. Roberto Colaninno ha assicurato un pareggio operativo verso la fine del 2010, con un fatturato pari a 4,8 miliardi di euro, con una flotta che si rivaluterà in pochissimo tempo passando a 4,3 miliardi di euro. Mica male come rivalutazione di un bene pubblico praticamente ragalato dal Governo. Insomma bisogna ammettere che la Cai con la sua cordata di imprenditori l’ha studiata per bene questa speculazione economica che non trova giustificazione alcuna, soprattutto in un periodo storico come quello attuale, segnato dall’avanzare inesorabile della crisi economica.