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Omissioni e sottomissioni

Publie le giovedì 4 giugno 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Berlusconi dice a Porta a porta che tornerebbe alla festa di compleanno di Casoria. Il premier finge di non capire, e non stupisce. Come non meraviglia che, in un servizio pubblico radiotelevisivo addomesticato, non c’è voce che gli replichi che la questione non è la partecipazione a una festa di compleanno, né tantomeno il luogo in cui si è svolta - una degradata periferia metropolitana - ma la frequentazione che un uomo di 73 anni, chiamato alla guida del paese, ha intrattenuto con una minorenne.

Quando è nato quel rapporto? Come? Quale natura ha assunto nel corso del tempo?

L’ultima volta che lo si vide seduto nelle poltrone bianche del talk show - un mese fa, era il 5 maggio - il capo del governo volle affrontare la questione nei dettagli. Ne profuse a piene mani. Gli bruciava l’accusa di Veronica Lario: "Frequenta minorenni". Il Cavaliere lo escluse: non frequento minorenni, sono andato a quella festa - disse e giurò - per discutere con il padre della ragazza delle candidature delle europee di due personalità del Pdl meridionale perché - spiegò - l’amicizia con il padre della ragazza era antica e politica.

La ricostruzione era palesemente falsa. Con il passare dei giorni la natura politica dell’amicizia del Cavaliere con il padre della ragazza è stata dimenticata. Da Berlusconi, dal padre della ragazza, da osservatori che è difficile definire ostinati. Il presidente del Consiglio mette insieme in fretta una nuova versione: conosco i genitori della ragazza e in tre, quattro occasioni ho incontrato anche la ragazza, sempre in loro presenza.

Si scopre che non è vero. La ragazza è sola quando il capo del governo la invita a Villa Madama e poi, in Sardegna, a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009. La rivelazione viene dall’ex-fidanzato della ragazza e il premier è costretto a smentire se stesso ammettendo di aver avuto accanto la ragazza, senza i genitori. Il ragazzo racconta di più: il presidente del Consiglio in un pomeriggio dell’autunno 2008 telefonò alla minorenne, ne elogiò il "viso angelico", la invitò a conservare la "purezza". Così un uomo anziano, a capo di un governo e abusando del suo potere, entrò nella vita di una minorenne sorpresa, quel pomeriggio, a fare i compiti.

Pur intimidito, minacciato, preso in trappola, il povero ragazzo non ha mai negato questi suoi ricordi proclamando sempre di "aver detto soltanto la verità". C’era e c’è materia per proporre qualche domanda a Silvio Berlusconi. Repubblica lo ha fatto e oggi il premier dice che "non c’è niente a cui rispondere" perché ha "risposto all’unica domanda che si poteva fare a un presidente del Consiglio e cioè che non c’era nulla che mi avrebbe impedito di andare alla festa". Era quella la domanda?

Ora, è sorprendente che nello stesso studio, dinanzi allo stesso conduttore, probabilmente dinanzi allo stesso pubblico, il presidente del Consiglio racconti un’altra storia a fronte delle due menzogne che, in pubblico e giurando, ha inflitto all’opinione pubblica: non è vero che non frequenta minorenni (ha dovuto ammetterlo dinanzi all’evidenza e alle confessioni della ragazza); non è vero che è volato a Napoli per discutere con il padre della ragazza di politica (come ha dovuto ammettere egli stesso come il padre della ragazza).

Si può concludere che Berlusconi sia un bugiardo. Molti non si sorprenderanno di questa conclusione. Dovremmo invece tutti sorprenderci delle omissioni e delle sottomissioni che accolgono le bugie di Berlusconi. Si comprende come i media controllati direttamente e indirettamente dal presidente del Consiglio si occupino d’altro aggredendo con una campagna di calunnie tutti coloro che si arrischiano a ricordare le contraddizioni delle versioni, via via, messe insieme dal premier. Non si comprende, al contrario, come i media che definiscono se stessi indipendenti non tengano conto di quel che ascoltano e leggono omettendo di raccontare ai propri lettori anche soltanto una - una, almeno - delle pasticciate incoerenze del premier.

Si scorge di peggio al capitolo "sottomissione". Un settimanale, house organ di Casa Berlusconi, spedisce un redattore da un fotografo che, si sa, ha delle immagini "interessanti" scattate illegalmente all’interno di Villa Certosa e legalmente all’aeroporto di Olbia (dove aerei di Stato trasportano musici e ballerine che renderanno allegre le serata a Punta Lada). Il fotografo avvia una trattativa che è una finta trattativa perché serve soltanto a segnalare all’avvocato del premier (Niccolò Ghedini) l’esistenza di quelle foto e a consentirgli di averne in mano qualche esemplare, di chiedere il sequestro di tutte con un atto di urgenza. L’avvocato avrebbe dovuto presentare la sua richiesta alla magistratura di Tempio Pausania, ma a Ghedini quell’ufficio non garba. Già gli ha dato torto in un’altra occasione. Quello stesso fotografo aveva immortalato cinque ragazze sedute sulle gambe del premier e quella magistratura aveva chiesto l’archiviazione per il ficcanaso. Niente Tempo Pausania, allora. Ghedini presenta la sua richiesta urgente di sequestro alla procura di Roma che, con la velocità della luce, la concede salvo poi dichiararsi incompetente e spedire il fascicolo a Tempio Pausania.

La manovra ha il suo esito positivo per Berlusconi. Quelle foto non potranno essere pubblicate (oggi, dice che sono pubblicabili: e allora perché chiederne il sequestro?). Non finisce qui. La procura della Capitale decide di vagliare se c’è abuso di ufficio o peculato nei voli di Stato utilizzati da musici e ballerine. In via prioritaria si dovrebbe accertare se a bordo di quei voli non ci fossero ministri, ciambellani di governo o addirittura il capo del governo. Una rapida scorsa ai "piani di volo" avrebbe consentito di levarsi la curiosità perché, se a bordo c’era quel giorno, per quel volo, un ministro o il presidente del consiglio, sarebbe difficile ipotizzare l’abuso di ufficio o il peculato. La presenza di "estranei" agli affari di Stato sarebbe certo impropria, ma da un punto di vista penale quale potrebbe essere il reato se non c’è aggravio per l’erario? La procura, solitamente lesta come un plantigrado, decide di muoversi con la rapidità di un velociraptor e, a tre giorni da un voto, iscrive Silvio Berlusconi nel registro degli indagati. La mossa, inutile da un punto processuale (il premier si è fabbricato l’impunità) ma necessaria come oggi ci spiegherà qualche toga lambiccando nel minuto, sarà vantaggiosa soltanto per il presidente del Consiglio che, da giorni, invoca un provvedimento della magistratura per rispolverare il vecchio armamentario del complotto mediatico-giudiziario che tanta fortuna gli porta nelle competizioni elettorali.

Tiriamo una conclusione per nulla allegra. Berlusconi, a quanto pare, può mentire come meglio crede. Pare che abbia il diritto di farlo. In modo incondizionato. Chi dovrebbe ricordargli che c’è un limite, anche alla nostra credulità, omette di farlo. Altri si sottomettono alle sue strategie consentendogli di uscire dall’angolo imbarazzante in cui s’era cacciato da solo. È questa l’Italia di oggi? Vedete del gossip in questa storia o anche la trama fragile di una democrazia senza contrappesi?

(4 giugno 2009)

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-6/omissioni-e-sottomissioni/omissioni-e-sottomissioni.html

Messaggi

  • Le bugie dell’Imperatore

    Nella Repubblica fondata sulla menzogna, può accadere che il presidente del Consiglio menta non solo sulla sua pelle (le sue frequentazioni private e l’utilizzo a fini personali dei voli di Stato) ma anche sulla pelle degli altri. Ieri sera, nel solito, comodo salotto di Bruno Vespa, Silvio Berlusconi ha detto due colossali bugie.

    La prima bugia, la più scandalosa perché dolorosa, riguarda i disoccupati e i precari. "Abbiamo, ed è già operativo, accorciato le pratiche per la cassa integrazione - ha dichiarato il premier - e tutti coloro che perdono il lavoro hanno il sostegno dello Stato. Copriamo fino all’80% dell’ultimo stipendio, ma la gente che segue anche dei corsi può arrivare quasi al 100% dell’ultimo stipendio... I "co.co.pro." possono avere una percentuale rispetto a quello che hanno introitato rispetto all’anno precedente... Ed è tutto già operativo". Delle due l’una. O non sa di cosa parla. O specula politicamente sulla vita della povera gente.

    Non lo dicono i pericolosi "comunisti" del Pd. Lo dice la Banca d’Italia: "Il nostro sistema di protezione sociale - ha spiegato il governatore Mario Draghi nelle Considerazioni finali della scorsa settimana - rimane frammentato. Lavoratori identici ricevono trattamenti diversi solo perché operano in un’impresa artigiana invece che in una più grande. Si stima che 1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non abbiano diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento. Tra i lavoratori a tempo pieno del settore privato oltre 800 mila, l’8% dei potenziali beneficiari, hanno diritto a un’indennità inferiore ai 500 euro al mese... La Cassa integrazione ordinaria è stata diffusamente usata... la sua copertura potenziale è tuttavia limitata - interessa un terzo dell’occupazione dipendente privata - e fornisce al lavoratore un’indennità massima inferiore, in un mese, alla metà della retribuzione media dell’industria... Per oltre 2 milioni di lavoratori temporanei il contratto giunge a termine nel corso di quest’anno. Più del 40% è nei servizi privati, quasi il 20 nel settore pubblico. Il 38% è nel Mezzogiorno". Così stanno le cose nella realtà, fuori dalla fiction berlusconiana.

    La seconda bugia il Cavaliere l’ha detta proprio sui fondi per il Mezzogiorno. "I fondi Fas ammontano a 57 miliardi - ha annunciato solennemente - e abbiamo mantenuto l’85% al Sud e il 15% al Nord. Non li abbiamo ancora attribuiti perché non vogliamo che vadano a finire nelle spese correnti, ma là dove sono destinati dall’Europa ovvero per le infrastrutture.

    Quando una Regione ci presenta un piano infrastrutture noi li diamo. Se invece li spende per stipendi o per spese correnti non li diamo". Delle due l’una. O non sa di cosa parla. O racconta l’ennesima frottola a spese dei poveri meridionali. Non lo dicono i sovversivi "bolscevichi" dell’opposizione, ma i numeri del Tesoro. La suddivisione dei Fondi Fas all’85% per il Sud e al 15% per il Nord non è una decisione di questo governo, ma una norma consolidata e varata dalla Legge Finanziaria del 2002. Non solo. I fondi Fas in cassaforte, all’inizio di questa legislatura, ammontavano a 63 miliardi. La prima manovra di Tremonti ne ha subito tagliati 10. Dei 53 rimasti, 26 miliardi sono fondi nazionali e 27 sono fondi regionali.

    I primi, invece di essere usati per investimenti nelle aree depresse, sono stati impiegati dal governo per finanziare spese correnti di ogni genere: dagli sgravi Ici ai più abbienti all’Alitalia, dalle quote latte alla copertura dei disavanzi comunali di Roma e Catania. I secondi, per i quali è prevista la compartecipazione dell’Unione europea, non sono nella disponibilità del governo centrale ma degli enti locali. Così stanno le cose nel mondo vero, fuori dal "set" virtuale berlusconiano.

    Sarebbe stato bello se, nello studio di "Porta a porta", qualcuno avesse sollevato qualche obiezione al Cavaliere, e gli avesse fatto notare l’inconsistenza dei suoi seducenti "annunci" e l’incongruenza delle sue sedicenti "verità". Ma ancora una volta, in quella "dependance" televisiva di Palazzo Grazioli è risuonato solo il Verbo dell’Imperatore.

    4 giugno 2009

    Massimo Giannini

    http://www.repubblica.it/2009/04/rubriche/market-place/precari-porta-porta/precari-porta-porta.html

  • Il problema, a mio avviso, è che la gente subisce l’informazione più che elaborarla. E’ ovvio che accettare passivamente l’informazione è più facile che elaborarla o ricercare delle conferme ma ritengo che scopo dell’informazione dovrebbe anche essere quella di educare a non credere all’informazione stessa fintanto che non venga confermata da fonti diverse ma questo non avviene. Un esempio è l’informazione dta da Berlusconi sul fatto che i famosi scatti sequestrati non contengano altro che innocue pose di ospiti di casa sua. Ma, se questa è la verità, perchè chiederne il sequestro con un provvedimento di urgenza addirittura ad horas?Perchè scomodare la tanto vituperata magistratura( a proposito non erano tutti comunisti?)ed il garante della privacy? Ma gli italiani, almeno in buona parte, accettano la parola di B. sul fatto che erano innocue senza una riflessione ulteriore, un passo in avanti come dicono gli inglesi.michele