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Ora tocca ad ognuno di Noi!

Publie le lunedì 22 giugno 2009 par Open-Publishing
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Ora tocca ad ognuno di Noi!

"Questo è un comunicato che riguarda tutti i lavoratori d’Italia.
Dopo venti anni di vessazioni, di riforme e controriforme, sacrifici fisici e mentali, dopo ogni tipo di truffa, inganni e, dopo aver innestato nelle teste dei lavoratori la paura di parlare e di esprimere il proprio pensiero, la paura di sbagliare, la paura di farsi vedere, di farsi rispettare e perfino vergognarsi, di dire: “ io faccio l’operaio”.
Quanto tempo ci vorrà ancora prima che l’italiano si dia una bella svegliata e cominci a riappropriarsi del linguaggio a lui più consono? Quante Mafie nascoste dovranno ancora passare davanti ai nostri occhi e restare qui ancora inermi a guardare? Vogliamo sacrificare ancora un’altra generazione?
Non è il mondo che i nostri padri usciti dalla guerra e dalla miseria sognavano, ma loro hanno combattuto giorno dopo giorno conquistando dei diritti che altrimenti non gli sarebbero mai stati concessi. Non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti oltre che alimentare sempre di più l’alta Borghesia, ci ritroveremo tra non molto a dovergli lavare anche i calzini sporchi. Noi cosa stiamo facendo ora se non dare una mano ai grandi poteri e alle grandi lobby che per mantenere il loro status sono disposti a chiederci ancora venti anni di sacrifici senza un briciolo di ritegno, soltanto in quest’ultimo ventennio, i lavoratori e dipendenti, si sono visti derubare 7000€ l’anno in busta paga, con un gigantesco spostamento dai salari, ai profitti e alle rendite. Ed ancora saremo disposti a sacrificare i nostri figli per ottenere una società sempre più propensa ad un lusso ed un consumismo che si sposta sempre più nelle caste più alte?
Ricordate che fino a poco tempo fa in molte fabbriche italiane il lavoratore era super sfruttato e senza diritti, come avviene tutt’oggi in molti casi, in speciale modo in quelle piccole fabbriche che contano meno di 15 dipendenti ( aumentare la produzione ricattando l’operatore a discapito della sicurezza). L’indifferenza è un male assoluto che ci divora ed è un’ottima arma per le nuove “ borghesie ” del nuovo millennio. Dall’abbattimento del muro di Berlino abbiamo lasciato che una politica di sfrenato Liberismo e Capitalismo senza regole si abbattesse su di noi regalando in un batter d’occhio ancora una volta a Capitalisti e Banchieri tutti gli sforzi socialisti conquistati con decenni di grandi sacrifici. In questi ultimi anni sono state legalizzate ogni sorta di speculazione, il pensiero capitalista è semplice e facile da scoprire perché va contro natura.
Il primo punto in assoluto per essere un buon capitalista è: “ di rispettare la legge cercando di fregarla il più possibile”. Il capitalista pensa che se una legge vieti di fare un certo tipo di attività ma non è espressa in maniera assoluta, allora diventa come un lasciapassare in cui ci si può buttare a capofitto…e lo fa, in baffo a qualsiasi pensiero morale, costituzionale e ambientale.
E’ ora di dire “basta” a tutto questo scempio. Basta a coloro che si mettono parole sante in bocca, predicano bene e poi li vediamo giornalmente a legiferare contro le fasce più deboli della società, corrompere i testi dei processi, rubare e non farsi giudicare, baciare la mano al Pontefice, andare a messa la domenica e ai bordelli il lunedì. Non si può legiferare in casa propria e aspettare il consenso del Vaticano. Basta arraffare i soldi dei contribuenti e impossessarsi d’infiniti privilegi. Basta con i discorsi vuoti, “ipocriti” che sanno bene imporre agli altri regole che sono i primi a non rispettare. Basta usare “ tecniche” che hanno il solo scopo di creare un “impero mediatico” al servizio di pochi eletti. La giustizia, l’onestà e la coerenza stanno per sparire dal nostro vocabolario e dal nostro modo di essere… e per evitare che in Italia, dentro il carcere ci vadano solo i poveracci e chi ruba un pezzo di formaggio al supermercato, dobbiamo anche fare in modo che la giustizia debba riguardare tutti indistintamente e non tutti tranne qualcuno.
“La sovranità appartiene al popolo e la legge è uguale par tutti”. Uniamo le nostre forze di tutti i cuori pulsanti della sinistra che non tradisce, dei centri sociali ecc…e formiamo un parlamento delle sinistre per conseguire obbiettivi comuni e cercare una forza che permetta di trascinare con noi le masse. I sindacati devono ricominciare a lottare all’interno delle fabbriche di persona, delegato per delegato, prima che l’industriale di turno trovi il modo di cancellarci del tutto. Dobbiamo combattere le ronde con strutture operative che tutelino la sicurezza individuale e che allarghino la loro azione contro ogni forma di criminalità; sfruttamento del lavoro nero, mancato rispetto della sicurezza sul lavoro; evasione fiscale e lo scempio ambientale.
Quello che è in gioco oggi non è questo o quel politico, questo o quel governo, questo o quel modello di convivenza tra i popoli. Quello che oggi è in gioco è la sopravvivenza del genere umano: o il capitalismo viene distrutto o questo finirà per distruggere il pianeta con tutti i suoi abitanti.
La borghesia opporrà ogni tipo di ostacolo: manovre ideologiche, campagne di calunnia e diffamazione, trappole politiche e pura e dura repressione.
Tuttavia questa è l’unica via che il proletariato può percorrere. Le lotte operaie vanno sviluppate…come c’è stato il movimento in Grecia, le manifestazione nei paesi baltici, Francia, Germania, Spagna. Anche l’animo italiano è ora che esca dall’indifferenza e cominci a far sentire la sua voce con chiarezza, denunciando i crimini del capitalismo e difendendo l’unica via possibile: la lotta indipendente del proletariato, la sua unità e solidarietà internazionale al di là delle divisioni in razze e nazioni, nella prospettiva di una rivoluzione mondiale che metta fine al capitalismo in tutti i paesi.
Per i lavoratori è vitale estendere la lotta in tutti i luoghi di lavoro e fabbriche. Generalizzare la lotta il più possibile, cercare di organizzare incontri di massa e manifestazioni. Dobbiamo cercare di formare al più presto un grande movimento delle sinistre. Non dobbiamo interessarci a ingegnerie politiche di ceto bizantino tipo: “ federazioni”, “costituenti”, prive di ogni base di principio e sempre fallimentari. Siamo interessati all’unificazione e radicalizzazione della reale mobilitazione di massa: l’unica via che può contrastare la reazione, strappare risultati, riaprire una prospettiva di alternativa anticapitalistica.
“ Se ne vadano tutti, governino i lavoratori”. "

Youri

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