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Orgoglio di sinistra e comunista (anche nelle Universita’)
Publie le martedì 15 aprile 2008 par Open-PublishingDopo le votazioni mi pare giusto che ci sia una gran confluenza su idee per il rinnovamento e la ricostruzione dell’area antagonista ma non perdiamo di vista alcune questioni ....... (poi voi decidete .....)
Resistere le classifiche universitarie (fatte da giornalisti servi).
E’ stata la comparsa negli studi televisivi e le dichiarazioni rilasciate alla stampa da politici che sta’ legittimando il sospetto da tanto temuto, ossia che, una proposta di riforma neo-liberale stia per investire l’Universita’ Italiana. Varie promesse fatte recentemente da alcuni politici in riguardo all’ introduzione di strumenti per il controllo della qualita’ degli studi universitari, fanno pensare che vi e’ un progetto in atto per dare nuovamente alla casta dei media un potere capace di soggiogare docenti, profesori, ricercatori e studenti universitari. Parlo dell’attuazione dell’accordo di Bologna ed i suoi risvolti. (http://www.bologna-bergen2005.no/Do...) Tale accordo firmato nel 1999 da Ortensio Zecchino, ministro dell’allora governo D’alema, prevedeva l’attuazione di sistemi interni per garantire la qualita’ degli studi universitari tra stati firmatari. L’accordo fu firmato da tutti i ministri dell’Universita’ dei paesi aderenti all’unione europea.
Diverse forme di sistemi per il "controllo " della qualita’ degli studi universitari hanno, sin dalla firma dell’accordo, preso corpo in tutta Europa. Gli sviluppi di tali scelte, tuttavia, hanno lasciato gli addetti ed operatori perplessi. In alcuni casi si sta’ verificando un vero e proprio tracollo, ove si travisa una collaborazione del sindacato con la classe dirigente delle universita’. Questo e’ evidente in Inghilterra, ove il sistema universitario ha progressivamente, sin dagli anni della Thatcher alla progressiva svendita dell’universita’
Nonostante vari tentativi e mediazioni dei sindacati delle universita’ in Inghilterra, i gruppi dirigenti delle universita’ hanno sistematicamente ed omogeneamente optato per la via della liberalizzazione e privatizzazione degli studi universitari statali, assoggettandoli all’andamento dell’economia, trasformando di fatto le universita’ statali in societa’ per affari, togliendo il controllo dei contenuti dei corsi e della loro attuazione dal corpo docente e di ricerca per ridarlo a consulenti organizzati in network inter-corporativo. (lo stesso accade - vedi posts su versione francese di Bellaciao). Lo studio si e’ trasformato di fatto da un diritto ad un bene di consumo. I media hanno reinterpretato il loro ruolo a veicolo di informazione ’indipendente’, producendo classifiche e graduatorie di merito e punteggio di qualita’ degli studi universitari. Di fatto, un vero e proprio circo, che ha illusoriamente favorito gli studenti prima, proponendo loro un servizio di informazione gratuito ’indipendente’, per poi fornire lo strumento di oppressione ai dirigenti degli istituti universitari che chiedono continuamente sempre piu’ qualita’ ai docenti e ricercatori. La trasformazione ha visto in scena una delle piu’ vergognose campagne di intimidazione del corpo docente e l’espulsione di ricercatori e professori che non hanno saputo "adattarsi" al nuovo clima/sistema. Gli studenti hanno dovuto, assoggettarsi al debito per poter finanziare gli studi, poiche’ il governo laburista ha nel frattempo tagliato i fondi alle universita’ statali poiche’ considerate di fatto autonome economicamente ad inserite in un progetto di egemonia internazionale.
Le classifiche degli istituti universitari Inglesi, chiamate "League-Tables" sono diventate l’incubo dei dirigenti universitari a loro volta, creando un sistema referente esterno all’universita’ su cui non e’ possibile intervenire o dialogare. Infatti e’ uno strumento di controllo per la casta dei media, e come per ogni strumento di controllo delle masse che si rispetti, crea un sistema referente esterno, presentando una realta’ su cui non e’ possibile intervenire ma su cui e’ possibile solo porre la propria fiducia. E’ uno strumento di oppressione di mercato che minimizza l’evidenza dello sforzo collettivo o individuale del corpo docente ed esalta una visione strumentale della qualita’ da parte dello studente. Le "League -Tables" riducono il dialogo istituzione-studente ad uno scambio di interessi basato sulla legge del consumo: la qualita’ dell’ istruzione universitaria a tutti gli effetti viene ridotta ad indicatori e numeri senza senso. Tali numeri, nella loro complessita’, poco fanno per i debiti degli studenti, per i morti di stress, per le discriminazioni e per l’accesso allo studio. Molto per i quotidiani e giornalisti che le pubblicano.
L’ istruzione non ha bisogno di controllo, ma di molta fiducia. Infatti il controllo non e’ mai diretto a migliorare la qualita’, poiche’ sia la qualita’ che l’istruzione sono aperti e non definiti: quindi soggetti solo al volere di coloro che decidono di entrare nel dialogo tra le parti. Non c’e’ evidentemente un naturalezza o ordine universale a cui aspirare. L’istruzione e’ in continuo divenire come lo e’ la qualita’ che ne consegue.
Anche in Italia si prospetta la possibilta’ di un vero e proprio colpo di mano da parte delle aree neo-liberali centriste e di destra interessate ad intraprendere la strada dell’istruzione universitaria da consumo. Vari politici hanno gia’ accennato su emittenti televisive Italiane che e’ in progetto una riforma per spingere l’accordo di Bologna verso aree piu’ liberali, prendendo a modello le riforme dell’universita’ Inglese e Francese attuate dopo il 1999.
Tali riforme hanno letteralmente devastato sistemi di fiducia locali intra-universitari ed intra-dipartimentali ed hanno associato la disinteressata professionalita’ che da sempre ha contraddistinto il corpo docente delle universita’ ad idee di inerzia e bassa performance esaltando invece idee di performance tipiche del settore privato. Infatti, tali riforme, hanno prima instillato nel corpo docente e di ricerca universitari, valori tipici del settore privato per poi transformare lo studio da diritto a bene di consumo. Le classifiche e le graduatorie di qualita’ degli istituti universitari pubblicate sui quotidiani hanno ricoperto il ruolo di vettore/medium in tutta l’operazione.
Resistere le classifiche nazionali di qualita’ dell’istruzione e riaprire un dialogo disinteressato e di crescita intellettuale con gli studenti e colleghi di lavoro, sembra essere un’alternativa in grado di ripristinare la collegialita’ che il sistema neo-liberale del consumo tanto detesta poiche’ non proietta esternalita’ immaginate e superiori. Ripristinare piccoli centri autonomi di fiducia e professionalita’ locale tra il corpo docente e di ricerca sembra essere un’alternativa alla continua erosione della liberta’ accademica. Relazionare con colleghi all’estero e discutere delle loro esperienze al di fuori dei canali ufficiali puo’ superare l’isolamento percepito a livello nazionale dal corpo docente e di ricerca per identificare are di stagnazione ed azioni collettive.
Salvatore Fiore