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PADRE SORGE

Publie le mercoledì 22 marzo 2006 par Open-Publishing
3 commenti

L’invio da parte dell’onorevole Bondi alle 25.000 parrocchie cristiane di un opuscolo in cui pareva che B avesse realizzato il suo programma "alla luce dei principi della Chiesa", ha sortito, com’era ovvio aspettarsi, una risentita reazione, con lettere molto accese da parte di grandi nomi del mondo cattolico e reazioni negative anche di vescovi, i quali tutti hanno elencato le infamità del governo Berlusconi e hanno deprecato l’intrusione di FI nella loro autonomia e indipendenza.

Tra le tante reazioni riportiamo quella di Padre Sorge, celebre nome del mondo gesuita, che scrive un libro sull’argomento.

APPELLO VADEMECUM DI P. SORGE AI CATTOLICI: SALVIAMO IL PAESE DA BERLUSCONI E DAI SUOI SUPPORTER CLERICALI

La campagna elettorale impazza e la democrazia è in bilico sul ciglio del baratro, ma i cattolici dove sono? Assenti, muti o allo sbando, e questo non già per un processo di laicizzazione della società, bensì di clericalizzazione e verticizzazione populistica. Incalzante e lucida l’analisi, stringente la prosa, militante il progetto di un "riformismo nuovo" : è il "vademecum per i cattolici in politica" che p. Bartolomeo Sorge propone nel suo Quale Italia vogliamo? (Áncora Editrice, Milano, pp. 173, euro 13), libro che raccoglie dell’autore alcuni dei principali editoriali - aggiornati - apparsi sul mensile dei gesuiti da lui diretto Aggiornamenti Sociali.

Un vademecum per buttarsi in prima persona nella campagna elettorale, innanzitutto, perché leggerlo e sentire il brivido della posta in gioco con le prossime elezioni politiche è tutt’uno. L’analisi sul "rischio che il ’cattolicesimo democratico’ divenga politicamente irrilevante", infatti, è condotta all’interno della "grave emergenza in cui versa oggi la democrazia italiana": "siamo in una crisi gravissima" - denuncia p. Sorge -, "tutti se ne rendano conto, a cominciare da quei non pochi benpensanti per i quali invece ’va tutto bene’. In particolare è necessario che aprano gli occhi i molti cattolici delusi, tentati di abbandonare la politica".

Crisi gravissima che Sorge ripercorre a partire dalle radici più profonde, come "la caduta di senso della socialità e di cultura della legalità" ("basta vedere come è stata pericolosamente abbassata la guardia nei confronti della criminalità organizzata. Al punto che un partito - l’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro - continua ad avere responsabilità di governo in Sicilia, nonostante che il Presidente della Regione in persona e 10 dei suoi 17 consiglieri regionali siano indagati o arrestati per favoreggiamento e concorso esterno in associazione mafiosa"), una "concezione individualistico-libertaria", una "concezione privatistica dell’economia", una mancata considerazione del "bene comune": radici che hanno trovato fertile proliferazione e suggello nel "berlusconismo".

Ma il berlusconismo non è solo una concezione politica da contrastare, il berlusconismo è nefasto per la democrazia: "la sua pericolosità per la stessa vita democratica" deriva dal fatto che "una sola persona ha in mano tutti i poteri: da un lato, dispone direttamente del legislativo e dell’esecutivo, dall’altro condiziona l’economico e il mediatico. L’unico potere che finora le sfuggiva era quello giudiziario; ma anch’esso è stato messo sotto controllo, attraverso la legge di riforma dell’ordinamento giudiziario".

Per non parlare delle leggi ad personam studiate per salvare il premier e i suoi accoliti da eventuali guai giudiziari (come la ex Cirielli che accorcia i tempi di prescrizione di determinati reati), nonché del vulnus mortale inferto alla convivenza democratica dalle "ultime leggi": "la riforma costituzionale", che costituisce "una vera e propria manipolazione della Carta fondamentale e della democrazia rappresentativa" (perché "altera l’equilibrio fra i poteri dello Stato, depotenzia il Parlamento nei confronti del Governo, rende più complesse le relazioni tra Camera e Senato, deprime il ruolo del presidente della Repubblica"), e la "riforma elettorale in senso proporzionale", che con un premio di maggioranza del 55% e con l’abolizione delle preferenze (con l’effetto di liste di eletti decisi preventivamente dai partiti) trasforma "il Parlamento in un insieme di feudi in mano al ’monarca’".

C’è dunque una "democrazia da ricostruire", secondo alcune linee programmatiche quali "la difesa della Costituzione e della legalità democratica", "la difesa dello Stato sociale", "la priorità dello sviluppo del Sud", il "globalizzare la solidarietà, i diritti e la democrazia". Tale "riformismo nuovo - afferma p. Sorge - interpella in modo speciale i cristiani", e in particolare "gli eredi del cattolicesimo democratico", che dovrebbero tornare ad essere capaci di politica per partecipare, insieme ad altre culture politiche ’compatibili’, alla costruzione di una nuova "Area delle Solidarietà" .

Ma tale assunzione di responsabilità storica richiede credenti "liberi e forti", capaci di una "laicità" che "non degeneri in omologazione (al ’pensiero unico’) e non favorisca la deriva neoliberista", capaci di opporsi a "una visione utilitaristica della politica, che usa il potere a difesa di interessi corporativi o addirittura personali, relegando in secondo piano le ragioni dei deboli che non godono di diritti sociali".
Ciò richiede una nuova formazione ecclesiale del laicato cattolico, ispirata all’insegnamen-to del Concilio, ovvero una Chiesa capace di "annunziare profeticamente, con la Parola e con la vita, che ’il potere di Dio - afferma p. Sorge citando Benedetto XVI - è diverso dal potere dei potenti del mondo’".

Nulla a che vedere con l’attuale congerie della Chiesa nazionale dove sembrano "tornati i toni da ’crociata’ e da ’storici steccati’", mentre è sempre più urgente che "collaborino, piuttosto, cattolici e laici, Chiesa e Stato", in difesa di una "democrazia matura, fondata - finalmente dal Nord al Sud - sulla legalità, sulla correttezza democratica e sui valori della nostra Costituzione". (maria rita rendeù)

www.adista.it

Messaggi

  • "Cara Viviana, a proposito di berlusconismo una cosa è certa : Silvio B. potrà anche perdere le elezioni, ma circa dieci milioni di italiani, la stragrande maggioranza dei quali non hanno il conto in Svizzera, la BMW in garage, la barca a Porto Cervo e la seconda casa a Cortina e non l’avranno mai, continueranno a votarlo.
    Il Berlusconismo è un’ideologia che è ormai interiorizzata e profondamente penetrata nella coscienza degli italiani attraverso l’imbonimento televisivo, la pubblicità e più in generale imposta con la manipolazione del pensiero operata dall’industria culturale e da tutto il sistema mediatico da essa controllato.Nella lotta contro il centro-destra di Silvio B. oggi nessuno si chiede se per caso un tale leader, esattamente lui, non rappresenti la mentalità del nostro onnipresente ceto medio meglio di chiunque altro. Nessuno si chiede chi ha creato quella società italiana modernizzata che corrisponde alla leadership di Silvio B.. Nessuno cerca di capire come mai la sinistra è sempre meno creduta e ed amata dai suoi stessi elettori.Forse la ragione è che i partiti di centro-sinistra vengono visti come la variante sbiadita, spersonalizzata ed ipocrita di ciò che Silvio B. rappresenta del tutto coerentemente e senza pudore. Lui sì è un vero “carattere” italiano. Lui è la versione trasparente e riuscita di ciò che l’italiano medio è stato indotto a desiderare di essere."
    MaxVinella

    • Mio caro Max
      come sempre ti leggo volentieri e sono d’accordo con te, anche se in quel ’classe media’ ci vedrei molto di più che un ceto economico definito. Io provo una enorme pietà per me e i miei sforzi inconsulti e per tutti coloro che fanno sforzi certo migliori dei miei o anche nessuno, per capire, per denunciare o per cambiare.
      Dei post ultimi letti, due mi hanno colpito: uno che diceva che delle 200 e passa pubblicazioni in mano al premier solo un paio trattano di politica, ignorando totalmente i guasti inferti al pensiero da cattivi media che massificano verso una forma unica di infima qualità, abulica di valori e concentrata sul niente, come se ciò non fosse oepra politica; l’altro che riportava le proteste dei tifosi a Di Pietro per l’espulsione dalla sua lista del patron della Sanbenedettese in violazione di legge per guai finanziari. Vorrei essere onnipotente per leggere le mille motivazioni che guidano un voto, ma balza agli occhi chiaramente che non ci sono solo motivazioni di lucro o di ideologia. Su una base di profonda ignoranza civile e storica, in un amoformismo politico che spesso non ha nemmeno una facciata partitica, si innestano i guasti profondi prodotti da un continuo martellamento consumistico o futilistico che rendono impossibile l’evoluzione spirituale e civile di un popolo.
      Sbaglio quando i cittadini francesi o spagnoli mi sembrano più evoluti e consapevoli? Sbaglio quando il confronto tra i movimenti contro la precarizzazione in Francia o o in Italia mi sembrano così diversi? Sbaglio quando osservo che alle reazioni contro la Costituzione europea o la Bolkestein di Francia, Germania, Olanda e Belgio non corrisponde il minimo parallelismo di movimenti simili in Italia? Sbaglio quando la stampa dell’UKEI su qualunque tema (nucleare, ambiente, energie alternative, clima..) mi pare incredibilmente migliore? Sbaglio quando perfino la maggioranza degli eurodeputati mi appaiono più preparati e impegnati dei nostri? Per non parlare delle innovazioni in materia di etica, di libertà sessuale, di famiglia...
      Che cosa è stato fatto a questo paese per decentrarlo sulla vacuità e mantenerlo ad un livello di minorità cognitiva e dunque di pensiero debole? Cosa è stato fatto dalla Chiesa, dai partiti, dai media, dai centri di potere che qui hanno dissolto ogni ideologia e ogni pluralismo critico, creativo e propositivo in una pappa conforme? Quale scempio è stato fatto dei cervelli, della possibilità di pensare, di scegliere, di capire, di esercitare un giudizio critico?
      Qui difettano anche i cosiddetti intellettuali, i registi, gli artisti...
      Basterà che ognuno si svegli per la sua parte e combatta per svegliare gli altri, pur con tutti gli errori di impostazione e le pochezze che si porta dietro? C’è qualcosa di profondo che è stato guastato a suon di tifoserie, di ignoranza, di vanità, di sciocchezzari, di consumismi modaioli, di pessimo gusto, di cattivi politici, di spregevoli venditori.. in anni di martellamento e appiattiamento verso il basso, fino a ridurre l’uomo alla scimmia, il cittadino a suddito, lo spirito a merce.
      Le centinaia di vittime di Vanna Marchi, piangenti ma colluse, mi sembrano l’icona migliore di questa Italia di inizio millennio. E questo premier col suo codazzo di yesman non è che la cima di iceberg di una partitocrazia nullificante senza più nerbo né virtù né anima.
      C’è una mancanza di cultura che ha dello spaventoso e dell’irreparabile nel paese e in chi lo dirige.
      Ed è candidando la moglie di Fassino, vecchi tangentisti o qualche piazzista di turno che si pensa di risollevarne le sorti?
      Io sto sveglia anche la notte per capire qualcosa di più e per dire a chi posso quel poco che ho capito. Sono testarda e mi batto anche contro me stessa. Ma sono come chi voglia accendere un fiammifero bagnato in un antro oscuro, sperando di illuminarlo per pura testardaggine mentre intorno le tenebre si beffano di quel fiammifero e tentano di inghiottirlo
      viviana

    • Cara Viviana, indubbiamente col riferirsi ad un generico "ceto medio" si compie una banalizzazione sociologica se non proprio antropologica. Già Pasolini, trent’anni fa, osservava come fosse sempre più difficile segmentare la società in ben definite classi sociali : oggi le divisioni sono molto più trasversali ed i confini incerti. Il "berlusconismo" trae forza anche da questa confusa polarizzazione sociale, imponendo con più facilità valori fasulli e stereotipi culturali, senza incontrare resistenza da parte di preesistenti culture particolari e di classe che oggi non esistono più. Lo stesso Fascismo da questo punto di vista incontrò seri ostacoli ad imporsi come ideologia dominante : la cultura fascista non penetrò mai a fondo nella coscienza della maggior parte degli Italiani, che, anche quando la accettarono, lo fecero per lo più per convenienza o quieto vivere e non per vera convinzione. Come vedi la situazione odierna è per certi aspetti più complessa e di più difficile superamento, in quanto il condizionamento politico deriva da fenomeni di omologazione culturale che, molto spesso, vengono subiti in maniera inconsapevole . Comunque complimenti per la Tua capacità di intrecciare aridi temi politici con la poesia!!"
      MaxVinella