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– Lei è stato uno dei "saggi della baita" per la riforma della Costituzione, con D’Onofrio, Pastore, Nania. Quanto siete stati nella baita?
"Cinque giorni".
– È stato bello?
"Era uno chalet di proprietà di amici di Tremonti. Piccolo, due stanze, un vecchio fienile, lampada a gas, bagno all’esterno".
– Tutti a dormire in due stanze?
"Dormivamo in un albergo".
– E mangiavate al ristorante?
"No, Brancher faceva la polenta".
– Come i ragazzi al campeggio.
"Mi sono divertito tantissimo, quando Bossi ha regalato i pantaloni corti di pelle alla tirolese a D’Onofrio. Ho anche le fotografie".
– Vorrei averle.
"Non gliele posso dare".
– Sono disposto a pagare.
"No, lo rovinerei".
– Com’è un cazziatone di Bossi?
"Forte. Ma gli passa immediatamente. Non porta rancore".
– L’insulto peggiore?
"L’altro giorno sull’aereo pieno di parlamentari mi ha visto e ha urlato: ’Calderoli, da quando ti ho fatto saggio ti sei rincoglionito!’. Ha riso tutto l’aereo".
(dall’intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Roberto Calderoli, Sette, 30 ottobre 2003).
Messaggi
1. > PADRI RI-COSTITUENTI, 23 giugno 2006, 18:37
Padri ri-costituenti/2
"La legge sulla devolution è nata in una baita a Lorenzago, tra i monti del Cadore, ’tra polenta formaggi e costine di maiale’. Lo racconta il ministro leghista per le Riforme, Roberto Calderoli, che fa il resoconto delle riunioni che hanno portato alla proposta sul federalismo e sulle modifiche da apportare alla Costituzione. A dispetto della serietà del tema, ricorda l’esponente del Carroccio, la ’stesura del testo si svolse in un clima rilassato’. E
soprattutto, in un contesto spartano: un rifugio in montagna senza elettricità: ’quando calava il sole usavamo le lampade a carburo’, sorride Calderoli. In quel giugno del 2003, con Giulio Tremonti e Umberto Bossi, c’erano i saggi indicati dalla maggioranza: Domenico Nania (An), Andrea Pastore (Fi) e Francesco D’Onofrio (Udc), oltre al sottosegretario Aldo Brancher (FI). E proprio quest’ultimo era incaricato di preparare da mangiare: ’Si metteva ai fornelli a fare la polenta in grossi recipienti di rame. Quando era pronta la portava in tavola con costine di maiale e formaggi. Così il clima si scaldava - ricorda Calderoli -, il vino scorreva e anche le divergenze tra di noi venivano superate facilmente. Quelle giornate hanno aperto la strada all’accordo all’interno della maggioranza che sembrava difficile da raggiungere" (Adnkronos, 2005).
1. > PADRI RI-COSTITUENTI, 23 giugno 2006, 19:53
La più grossa straballa del Polo, quella che viene ripetuta in modo altisonante, è quella secondo cui, intanto si vota sì, poi, con calma, tutti insieme, ci si mette a un tavolo e si cambia tutte le magagne che questa riforma contiene e che, se passasse, renderebbero ingovernabile lo stato.
Dicono i furbastri che abbiamo tempo fino al 2011 o per certe cose addirittura fino al 2016 per cambiare tutte le leggi storte e impraticabili che i 4 "saggi" hanno imbastito nella loro profondissima ignoranza e nalla loro profondissima malafede.
E invece no. Balla, ballissima, grandissima straballa!!!
Da nessuna parte è scritto che questa o quella parte della riforma partirà da questa o quella data, mentre è lapalissiano che se questo governo dura un mese, o comunque scade prima del mandato, si va a nuove elezioni, ed ecco che scatta in modo automatico l’applicazione di questa riforma, senza nemmeno una correzione!!!
Questo è ciò in cui spera il prode Berlusconi, un pasticciaccio tremendo che gli servirebbe per distruggere lo stato democratico e andare al governo coi massimi poteri e per di più con un parlamento esautorato che sarebbe del tutto inabilitato a fare il minimo cambiamento, con partiti ormai ridotti al rango di esecutori. perché, se avete guardato bene, questa riforma dà al primo ministro il potere di sciogliere le camere se a lui non piacciono e di licenziare i ministri, se non gli ubbidiscono, e in quanto al povero capo dello stato, ormai non ha più nemmeno il compito di firmare quello che gli viene passato, sta lì come un fantasma, come le scopa vecchia che si tiene dietro la porta ma che non spzza più niente.
Ma quale leader di paese democratico ha tanti poteri?
Nessuno.
Quando si hanno tanti poteri la democrazia è scaduta ormai da un pezzo.
viviana
2. > PADRI RI-COSTITUENTI, 24 giugno 2006, 07:50
Questa riforma è stata pensata da Berlusconi solo per far diventare assoluto il suo potere e prendere l’Italia nelle sue mani.
E come l’abbia ridotta in cinque anni lo vediamo da ogni parte. Le altre proposte sono solo fumo negli occhi. I padani per primi dovrebbero capirlo che sono stati imbrogliati come delle capre.
Calderoli ripete lo slogan: Più potere al popolo, meno allo stato". E magari fosse così!
La cruda realtà è che l’unico che avrà più potere sarà Berlusconi, se il governo di centrosinistra cadrà e se costui sarà eletto di nuovo, perchè diventerà padrone assoluto di questo paese e senza la possibilità, questa volta, di buttarlo giù. La Lega se lo potrà sognare il ribaltone e la sua politica di ricatto. E’la riforma stessa a impedire che, dopo, i partiti contino qualcosa.
Il potere alle regioni è un inganno che serviva a Berlusconi per prendere più potere e lo ha usato con scaltrezza. E infatti ha dato alle regioni delle competenze importanti scaricandole dallo stato, senza però dar loro i fondi per migliorare né dire dove si troveranno i soldi per mantenere le nuove istituzioni regionali . Non vi sembra strana questa dimenticanza?
Senza soldi le regioni si troveranno nelle mani uno strumento vuoto e inapplicabile, costosissimo ma che non serve a niente, mentre Berlusconi si troverà nelle mani un potere assoluto con cui farà quello che gli pare.
Così Bossi e Calderoli saranno gabbati e con loro il popolo bue dei leghisti e degli ignoranti.
Ma vi pare possibile che, se si vuole aumentare i controlli sui politici corrotti e si vuole aumentare la democrazia, si scelga proprio la strada del premierato assoluto? strada che non esiste in alcun paese d’Europa! e che aumenta i poteri di uno solo diminuendolo a tutti gli altri. Praticamente si consegna l’Italia a un despota senza poterlo più rovesciare.
Il premierato assoluto e la democrazia sono una contraddizione in termini! Se si vuole una politica migliore, si aumentano i controlli sui politici e le garanzie dei cittadini, non si danno poteri assoluti a uno solo!
Immagino le risate che Berlusconi si farà alla faccia di Bossi e degli altri creduloni, li ha imbrogliati una volta, ma adesso l’imbroglio è massimo.
Così usciremo solo dalla democrazia e il piano della massoneria sarà realizzato.
E’ una cosa così semplice e così diabolica che fa pena che molti non se ne accorgano
viviana
3. > PADRI RI-COSTITUENTI, 30 giugno 2006, 12:44
I Nostradamus costituenti .......
"Ebbene, noi non temiamo il referendum. Voi sarete costretti a dire ai cittadini solo cose non vere. Noi, invece, diremo e dimostreremo che abbiamo corretto la vostra riforma del 2001 e che siamo riusciti ad approvare la riforma dello Stato che, affrontata fin dagli anni Ottanta, non si era riusciti a realizzare". (Michele Saponara, FI, alla Camera dei Deputati, 15 ottobre 2004).
"Ci sarà un referendum nel quale il popolo italiano, che la sinistra dice di rappresentare, sarà chiamato ad esprimersi senza alcun bisogno che qualcuno lo faccia prima in suo nome. Vedremo. Nel centrodestra mostrano un certo ottimismo. Tornando alle ossessioni del centrosinistra vorremmo ricordare che questa riforma è stata proposta legittimamente da un Governo legittimo, è stata votata da un Parlamento altrettanto legittimo, sarà votata dal popolo attraverso il referendum. Ci sarà la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale. La democrazia funziona così. Altrimenti c’è l’ostinazione che è, come amava ricordare il Conte di Lautréamont, ’piacevole figlia del mulo, fonte tanto copiosa d’intolleranza’...".
(Paolo Del Debbio, ideologo di Forza Italia, già assessore alla Sicurezza della giunta Albertini a Milano, Il Giornale, 17 novembre 2005).
"35% è la cifra che in queste ore sta scatenando silenziose crisi di panico tra la sinistra. E’ la statistica sull’affluenza alle urne per il referendum costituzionale calcolata sulla giornata di ieri. Scendendo dai cieli dell’astrazione alla dura terra della realtà si scopre che 35% è davvero tanto per una afosa e soleggiata domenica di fine giugno... Il Sì amplifica il suo valore politico per trasformarsi in un referendum contro Prodi e la sinistra. Curioso: Berlusconi è sempre lì, ma non è più il nemico pubblico numero uno. Il nuovo nemico è diventata rapidamente la volontà di riforme che sta portando tanti italiani ad andare a votare. E’ la volontà popolare che sta parlando e non c’è par condicio, satiro, giornalista e giudice che possa intimidirla... Il risultato del referendum è già arrivato e, come quello delle elezioni politiche, è di restituire la fotografia di un’Italia spaccata tra cittadini che chiedono riforme e una politica della resistenza al cambiamento. Ancora una volta, è questione di scelta individuale: di libertà".
(dal sito internet di don Gianni Baget Bozzo, 26 giugno 2006).