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PD: il partito che non c’è
a cura di Paolo De Gregorio, 22 luglio 2008
Rutelli, quello trombato dai cittadini romani di sinistra pur di non vederselo ancora tra i piedi, ha commissionato un sondaggio che dà come risultato il fatto che la percentuale di cattolici all’interno del PD diminuisce, e “questo per un partito nazionale che mira a conquistare la maggioranza dei consensi è male perché in un partito che deve ospitare laici e credenti, i credenti devono sentirsi a casa propria” (Rutelli).
L’invenzione prodiana, e oggi rutelliana, che laici e credenti debbano stare nello stesso partito, viene costantemente e ripetutamente messa a dura prova da mosse e contromosse che non sono evoluzione di un dibattito politico o ideale, ma strappi da una parte e dall’altra, come fu quello veltroniano di imbarcare i radicali o il veto dei “teodem” sul riconoscimento delle coppie di fatto.
Il partito che non c’è appare bloccato da quella che è una contraddizione insormontabile, che è quella di far pesare il credo religioso in una organizzazione che si definisce laica e di sinistra, come se in Italia mancassero i partiti che offrono spazio alla identità cattolica, UDC in testa, e non si capisce perché Rutelli e i suoi seguaci non facciano le valigie e si tolgano dalle palle e approdino all’UDC.
Un partito laico e di sinistra, oggi ha grandi spazi alla sua sinistra, altro che inseguire gli sguscianti elettori cattolici, ma non nel senso di fare alleanze con i moribondi partitini della sinistra che devono sparire, ma nel senso di apertura ad un elettorato che è vasto e oggi senza rappresentanza politica.
Certo non può essere Veltroni a guidare questa svolta, ma è urgente che in Italia si crei un grande partito laico impermeabile verso gli infiltrati religiosi, che metta l’ambiente e la rivoluzione energetica al primo posto, che contrasti la follia della globalizzazione, che spinga per un’ Europa indipendente dalla politica USA, per l’abolizione del Concordato e dell’8 per mille alla Chiesa.
La Chiesa è sempre stata con la destra, storicamente ha svolto per il capitalismo il ruolo di tenere buoni i poveri e addestrarli alla rassegnazione e passività promettendogli una mirabolante vita eterna.
Il peso politico della Chiesa è ancora oggi enorme al punto di bloccare anche un partito come il PD che non si sa liberare da questo condizionamento e così viene ritardata l’emersione di una cultura laica che è già nei comportamenti reali di milioni di cattolici: vedi divorzio, pillola, aborto, accettazione dell’omosessualità e delle coppie di fatto.
Paolo De Gregorio