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PD: partito disastrato

Publie le martedì 26 gennaio 2010 par Open-Publishing
1 commento

  PD: partito disastrato -
di Paolo De Gregorio, 26 gennaio 2010

Leggo tutti i giorni “Il fatto quotidiano” e invito a comprarlo e leggerlo, ma oggi (26 gennaio) trovo deludente l’editoriale di Padellaro, che affettuosamente accorre al capezzale del comatoso PD offrendo dei consigli, come estremo atto di fede verso una organizzazione che considera “amica”.
I consigli sono tre: il primo, giustissimo, è quello di considerare le primarie una regola tassativa ed evitare così veleni e risse tra i gruppi dirigenti centrali e periferici e lasciare decidere alla base, come è accaduto per Vendola.
Il secondo e il terzo consiglio sono riconducibili all’interno di una ormai dimenticata questione morale in cui il partito dovrebbe affidarsi a gente onesta e competente.

Ma come si fa ad aspettarsi qualcosa da un apparato e da una nomenklatura senza più identità politica, i cui dirigenti, pur avendo portato il partito di sconfitta in sconfitta, di cedimento in cedimento, al totale scollamento con la base senza più presenza sul territorio, spesso corrotti e indagati, non si sono mai dimessi e continuano con i giochi di “Palazzo”, ormai parte integrante della CASTA che vive di ospitate televisive e con i molti soldi del finanziamento pubblico ai partiti?
Non sarebbe più saggio e giusto, auspicare il definitivo declino del PD, che nemmeno con il congresso ha risolto il problema delle sue inconciliabili correnti (D’Alema, Veltroni, Marino, il ruolo dei cattolici), un partito che, arrivato al governo, non ha nemmeno affrontato la emergenza democratica di spezzare il monopolio televisivo privato facendo una legge che rendesse ineleggibile chiunque possieda mezzi di informazione di massa?
Come è possibile, come fa Padellaro, chiedere a questi signori di nominare candidati onesti e competenti senza scheletri nell’armadio?
Non sarebbe giusto essere intransigenti e definitivi verso chi ha abusivamente preteso di rappresentare la sinistra, ha marginalizzato i lavoratori, ha reso impronunciabili le parole comunismo e socialismo, ormai bruciate per sempre perché associate a tangenti, ruberie, tradimenti, con l’inamovibilità del gruppo dirigente?
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Il PD non è un partito o meglio è un non-partito !!

    Trattasi in realtà di un amalgama non riuscito tra ex-comunisti ( molto ex) e ex democristiani ( rimasti invece molto tali !!) .

    Siamo quindi in presenza di un insieme eterogeneo formato da comitati d’affari, ras e cacicchi locali, vecchi e consunti esponenti della nomenklatura di apparato, amministratori od ex amministratori locali, giovani rampanti desiderosi di far carriera nella politica o con la politica !!

    Tutto questo fa sì che il "partito" non abbia di fatto una precisa identità e che abbia come unico obiettivo la ricerca del potere e di accordi consociativi con il centrodestra per cogestire ( e talvolta rapinare !!) la cosa pubblica e soprattutto le casse pubbliche!!

    E’ chiaro che uno schieramento politico di tal fatta non ha più niente a che fare con quella che una volta si chiamava sinistra e si pone come alternativa di destra, un po’ più ripulita ed imbellettata, alla destra berluskoniana !!

    Resta da capire chi può votare o può ancora avere interesse a votare un partito di questo tipo, se non chi con lo stesso ci campa e porta a casa il lesso , non certo chi cerca in un partito degli ideali o una rappresentanza di interessi diffusi !!

    MaxVinella