Home > PICCOLI UOMINI (all’uranio) CRESCONO

PICCOLI UOMINI (all’uranio) CRESCONO

Publie le mercoledì 23 aprile 2008 par Open-Publishing

Inquietanti risultati di una ricerca universitaria sul campo
“Ambiente e salute tra scienza e progresso”: un convegno ha messo in luce significative differenze tra adolescenti che abitano in zone a rischio ambientale e i coetanei di aree non degradate.

Inquinamento, il prezzo più alto lo pagano i bambini.

A Perdasdefogu ed Escalaplano gli studenti delle medie hanno valori di uranio superiori rispetto ai loro compagni di Jerzu; nel Sulcis, i ragazzini contaminati dal piombo crescono meno rispetto a quelli della stessa età di Sinnai e Sestu, dove non devono fare i conti coi metalli pesanti.
Sono dati emersi nel corso del convegno su "Ambiente e salute tra scienza e progresso", organizzato da Sardegna ricerche in collaborazione con l’associazione Me.Di.Co. (moderatore Sandro Muntoni). Gli specialisti invitano, giustamente, a non creare allarmismo, ma non si può ignorare che certi risultati rappresentano l’altra faccia di un certo sviluppo. Perdasdefogu e dintorni sono da tempo sotto esame per la presenza di un poligono militare in cui si sospetta siano stati usati proiettili all’uranio impoverito. Il Sulcis è da sempre sede di industrie ad alto impatto ambientale.

Gli studi sulla relazione fra piombemia e crescita dei bambini fanno capo all’Istituto di Scienze antropologiche (diretto dal professor Emanuele Sanna) della facoltà di Scienze biologiche dell’università di Cagliari. Le ha illustrate ieri la ricercatrice Elisabetta Vallascas. E nel corso dei lavori sono emersi (ufficiosamente) anche i risultati sull’uranio a Perdas. In pratica, gli universitari hanno analizzato il sangue e i capelli di gruppi di bambini della zona sospetta di contaminazione e di altri studenti di Jerzu. È emerso che i valori rilevati nei giovani ogliastrini sono superiori rispetto a quelli riscontrati a Perdasdefogu ed Escalaplano.
Superiori e basta. Non significa cioè che sia stato superato un livello di guardia o che ci sia una situazione di pericolo imminente. Sarò però opportuno dare un seguito alla ricerca promossa dai biologi cagliaritani, per chiarire tutti gli aspetti del fenomeno.Appare invece sufficientemente chiara la situazione emersa nel Sulcis, dove - come ha illustrato la dottoressa Vallascas - il diffusissimo e ben noto inquinamento da piombo ha affetti negativi sulla crescita dei bambini. L’indagine è stata eseguita in diverse fasi. Nel 1998 sono state eseguite analisi sul sangue e i capelli di 413 ragazzini delle scuole Medie (fra gli 11 e i 14 anni) di Portoscuso, Sant’Antioco e Sestu. Nel 2002 gli esami hanno riguardato solo i capelli di 250 ragazzini di Carbonia, Gonnesa, San Giovanni Suergiu e Sinnai. Nel 2007 la stessa indagine è stata estesa anche a Perdasdefogu ed Escalaplano.
Punto di riferimento degli studiosi, alcune variabili antropometriche dei bambini, cioè la statura, la statura da seduto e la lunghezza della gamba.
Risultati: nel Sulcis il piombo avrebbe un effetto negativo sulla crescita, in rapporto ai diversi livelli di concentrazione rilevati. Tutto normale invece a Sinnai, Sestu, Perdasdefogu ed Escalaplano, dove la piombemia non esiste.
La ricerca illustrata da GabriellaVallascas ha messo in evidenza un’ennesima conseguenza negativa dell’impatto ambientale delle industrie metallifere nel Sulcis. Inoltre, ha dimostrato l’affidabilità dell’esame dei capelli per accertare le conseguenze dell’inquinamento. Risultato di rilievo soprattutto se riferito ai bambini, perché ottenuto con un esame non invasivo.
In questa occasione i biologi cagliaritani hanno potuto contare sull’assenso dei genitori, sia per il prelievo dei capelli (5 grammi) che per quello ematico. In futuro ci si potrà limitare al solo campione di capelli e sarà tutto più facile.

Fonte:L’Unione Sarda