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PIEMONTE & NDRANGHETA - PARTE TERZA, ALESSANDRIA

par Lucio Galluzzi

Publie le sabato 28 aprile 2012 par Lucio Galluzzi - Open-Publishing

"A LORO INSAPUTA"

Ha 29 anni Giovanni Tizian, è il primo giornalista che risiede al Nord che vive sotto scorta.
Vive a Modena, scrive sulla Gazzetta di Modena, su l’Espresso.
E’ calabrese, nel 1989 la ndrangheta gli uccide il padre, a otto anni si trasferisce.
Il padre era un impiegato di banca, assolutamente limpido: nessuna verità per lui, l’inchiesta giudiziaria è rimasta archiviata.
Giovanni ha sempre scritto di mafie, ora, nel mirino degli assassini di mammasantissima c’è anche lui.
In tanti si scrive sulla criminalità organizzata, le sue infiltrazioni nella cosa pubblica e governo locale/centrale, idrovora degli appalti pubblici, bacino enorme di voti per i politici che promettono a picciotti e boss.
Si scrive da tempo: come mai la politica non se ne è mai accorta?
Giovanni viene minacciato di morte dopo vent’anni dall’assassinio del padre: vent’anni nei quali nulla è cambiato, semmai il sistema mafia/politica/trattative si è consolidato e istituzionalizzato.




21 giugno 2011: Alessandria, i ROS di Genova, guidati dal tenente colonnello Storone, sono nella terza città più importante del Piemonte, è notte, in una villetta isolata in aperta campagna vanno a prendere Giuseppe Pronestì , 62 anni, da Cinquefondi [Reggio di Calabria], per tutti è un semplice pensionato; ma gli inquirenti sanno che è il boss della ndrangheta nel basso Piemonte.
La sua casa è piena di quadri di san Michele Arcangelo, scelto dalla ndrangheta come suo protettore. se l’è fatto tatuare su un bicipite anche un genero di Prenestì.
Nella perquisizione di quella notte, viene ritrovata una lista di esercizi commerciali e nomi, accanto cifre.
Il titolo del documento è "Fiori da Prendere", ma il boss non sa cosa sia quella lista custodita in casa sua, a domande non risponde, come è ormai diventata squallida moda italiana di questo ultimo ventennio nero e sangue: a sua insaputa.
Nel giardino di quella villetta, i ROS scoprono un vano mimetizzato, ricavato all’interno di un muretto, usato per nasconderci qualcosa, grande come una scatola per scarpe.
In un piano della casa Alessandrina di Prenestì ci vivono la figlia del boss e suo marito, Fancesco Guerrisi di Taurianova, Reggio di Calabria; ufficialmente è operaio presso l’ILVA di Novi Ligure, per gli inquirenti è ’ndranghetista.
Viene anche perquisita la cameretta della figlia, cercato fra i giocattoli, quaderni e materiale di scuola.
L’attenzione dei Carabinieri è anche per l’album delle foto del matrimonio di Guerrisi, tra gli invitati c’è Antonio Maiolo. "un mio conoscente" dice il genero di Pronestì.
Antonio Maiolo verrà arrestato nella notte stessa: associazione mafiosa.


Contemporaneamente, in una abitazione alla periferia di Alessandria, arrestano Giuseppe Caridi, pure lui da Taurianova [Reggio di Calabria]: Caridi è Consigliere Comunale di Alessandria, eletto nelle file del PdL, è Presidente della Commissione Territorio, l’organismo che indirizza il Piano Regolatore della Città.



Caridi non è semplicemente accusato di essere amico di malviventi, ma lui stesso per i PM è ndranghetista con la qualifica di "picciotto".


Giuseppe Caridi legge e studia molto, divora libri/manuali dove vengono spiegati i rituali di affiliazione alla mafia e le regole per l’assegnazione delle "doti", è un gran sottolineatore di paragrafi, nella pagine scriva a grandi lettere: "già letto".
Durante la perquisizione dice che quei libri li ha comprati ai mercatini.
Sicuramente ai mercatini non ha trovato le decine di armi che custodiva nel suo salotto: fucili a canne mozze [lupare], pistole automatiche e a tamburo, coltelli, carabine... 
L’arsenale personale del Carini era stato dichiarato: ma a cosa gli serviva?
Andava ai Consigli Comunali sparando al cardellino?
Presiedeva la Commissione Territorio di Alessandria tagliando pecorino pipato niru con coltellacci?
Mistero.



Di fatto questo tizio era nelle Istituzioni della Città, i politici come mai non se ne erano accorti prima?
"A loro insaputa".
Gli arrestati insieme a Giuseppe Caridi sono, in una notte, 19, tutti calabresi e tutti residenti tra Asti, Alessandria, Cuneo.
Insieme avevano creato la ndrina "locale".
Ma come mai è potuto succedere tutto ciò in una delle città più operose del Piemonte, senza che alcuno avesse mai lanciato un segnale, un allarme?
Soprattutto, come è possibile che malavitosi sedevano in Consiglio Comunale e dirigevano la Commissione Territorio così indisturbati, tranquilli, magari pure riveriti?
Enrico Sozzetti, cronista del Piccolo, il periodico bisettimanale alessandrino: "C’è assenza di segnalazioni volontarie da parte del mondo delle imprese; però il camion bruciato, la ruspa danneggiata, questo c’è... non viene denunciato. Nella vita, ufficialmente, Giuseppe Caridi fa il calzolaio, si avvicina alla politica nel 2007, si candida per Forza Italia, viene eletto, nel giro di brevissimo tempo gli viene affidata la conduzione della Commissione Consigliare Politica del Territorio: tutto quello che è edilizia pubblica, privata, industriale. La ndrangheta ormai è entrata a Palazzo.
Palazzo Rosso è la sede del Comune di Alessandria, in pieno centro storico, Piercarlo Fabbio è il sindaco, considerato da molti come lo sponsor ufficiale di Caridi, che su di lui dice: "Lo conosco da una trentina d’anni, forse anche di più, a me è sempre sembrata [sic!] un amministratore pubblico orientato al bene comune. Caridi a capo della Commissione Territorio lo ha messo la maggioranza, io sono il capo dell’Amministrazione, non quello della maggioranza. Noi siamo attenti... ma non avevamo segnali, non ci sono precedenti. La Commissione Territorio dal punto di vista della pianificazione è di certo importante. La politica non è mettere un tecnico preparato e non un calzolaio a dirigere commissioni nevralgiche, si tratta di interpretare le esigenze della cittadinanza, non ci sono condizionamenti esterni al Consiglio Comunale. Io sono assolutamente tranquillo."



E’ incredibile, davvero, questo mantra maledetto del "a mia e a nostra insaputa".
Ma poi, cosa vuol dire che la politica non è cercare tecnici preparati da mettere a dirigere Commissioni come quella che regola l’edilizia pubblica, privata e industriale?
E’ stato messo un calzolaio, con tutto il rispetto per il nobile mestiere di chi lo è davvero, a presiedere l’edilizia del territorio alessandrino perché sarebbero "state interpretate le esigenze della cittadinanza"?
Le esigenze dei cittadini erano quelle di volere Caridi, calzolaio, affiliato alla ndrangheta, con un arsenale di armi nel salotto, arrestato dai ROS per associazione mafiosa, con il grado di picciotto... e la "politica ha interpretato le esigenze"?
Valle San Bartolomeo, Alessandria, è una zona verde, un polmone di respiro per la città, ma una variante al Piano Regolatore, voluta dalla Commissione che era presieduta da Caridi, trasformerà il sito in una cascata di cemento.
Ce’ il dubbio che la Terza Variante al Piano regolatore sia stata in qualche modo, forse, non si sa, indirizzata, condizionata, magari no, dalla criminalità organizzata. I dubbi sono legittimi e occorrerebbe fugarli con risposte certe.
Durante una riunione di Commissione, Caridi, il presidente amante dei fucili a canne mozze, prende addirittura una sedia e la scaglia contro chi, all’interno della Commissione stessa, gli stava chiedendo spiegazioni sullo stravolgimento di Valle San Bartolomeo, la variante dentro la quale "ballano" cinque milioni di euro.
Alla periferia di Alessandria, verso la Valle, hanno già cominciato a costruire: villette su una collina verde, addossate una sull’altra, con muro di contenimento perché non crollino, disabitate: chi comprerebbe una casa "trattenuta" dal rovinare in macerie se viene tolto il muro che la tiene ancorata al declivio?
Ma si vede ben altro scempio in quella zona: ad una prima occhiata il verde è offeso a morte da enormi voragini che parrebbero cave, invece di tratta dello sbancamento delle colline. Un paesaggio da paradiso e bellezza per gli occhi, ossigeno per la città, distese di prati, campi, alberi, sarà completamente distrutto, al suo posto ci sarà quello che è stata "l’interpretazione delle esigenze dei cittadini "da parte dei politici di maggioranza di Palazzo Rosso: cementificare e snaturare il paesaggio cosi come volle Caridi.











Lucio Galluzzi


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[continua...]

Allegati
Operazione Minotauro/Califfo Atti:
intercettazioni ambientali, trascrizioni, osservazioni inquirenti

Caridi Giuseppe- Affiliazione-la politica-il territorio




1 - Anche PRONESTI’ Bruno Francesco si diceva sicuro che avrebbe partecipato meno
gente, ritenendo possibile la presenza al massimo di tre rappresentanti per ogni
locale (cfr l’espressione “Ma non ne vengono neanche tre…”). Lo stesso PERSICO
afferma di aver invitato alla riunione anche tale compare Peppe, chiamato anche lo
“scarparu”, evidentemente intraneo al sodalizio ed interessato alla questione: il
riferimento non può che intendersi volto a CARIDI Giuseppe, soprannominato
proprio compare Peppe dagli altri affiliati e svolgente l’attività di commerciante nel
settore delle calzature [è titolare dell’attività commerciale “Calzaturificio CARIDI” con sede in Alessandria via San Pio V nr. 5-7 - impresa individuale CARIDI
Giuseppe]


.
PERSICO Domenico :  Esatto, io mi devo basare sul numero degli invitati, capite?, Non è
che io li voglio lasciare a casa, per carità, ci mancherebbe!...Poi.. Io
ora sono passato da qua, da compare Peppe, ma non c’era
PRONESTI’ Bruno :  Chi compare Peppe?

PERSICO Domenico : U Scarparu ( fonetico tradotto il calzolaio, potrebbe trattarsi di
Caridi Giuseppe ndt.), che mi avevano detto di portare
l’imbasciata pure a lui.
PRONESTI’ Bruno : Di chi?
PERSICO Domenico: Per farglieli vedere… per venire con noi li, e niente gli ho lasciato un
biglietto nel cancello, quello che è… se lo vede tramite una cosa..
PRONESTI’ Bruno: Non è che gli avete scritto niente di.. che se va qualcuno la e si prende
il biglietto…
PERSICO Domenico : Non gli ho scritto niente di particolare
PRONESTI’ Bruno: Biglietti non ne lasciate mai , perchè la firma è la vostra no…
PERSICO Domenico: Si
In seguito, il dialogo verteva sull’interrogatorio al quale era stato sottoposto
ZANGRA’ Rocco nel corso del quale all’indagato, secondo quanto raccontato da
GUZZETTA Damiano, erano state chieste informazioni su tale Ugo e sullo stesso
PERSICO, nonché gli erano state sottoposte le fotografie di PERSICO, quella di
GUZZETTA Damiano e quella di tale Sergio (probabilmente da individuarsi in
ROMEO Sergio): la preoccupazione dimostrata denota inequivocabilmente come
gli interlocutori siano consapevoli di esser parte della medesima organizzazione
criminale di cui faceva parte anche lo ZANGRA’ prima del suo arresto.
[...]

dalla conversazione viene confermata l’esistenza di stretti rapporti tra il
locale del basso Piemonte e il locale di Genova (cfr. l’espressione di PRONESTI’ “Io
veramente mi ero preoccupato, che qualcuno avesse fatto il nome di quelli di
Genova … sembra di no.. Ho preso conto da quelli di Genova .. ho parlato, ho
discusso…dicono che è tutto tranquillo..”) nonché l’intraneità di PERSICO e di
GUZZETTA Damiano al sodalizio, posto che gli stessi sono a conoscenza del fatto
che la misura cautelare eseguita possa in qualche modo arrivare a coinvolgerli
direttamente (cfr le frasi di PERSICO “Allora… solo che…inc..il fermo allora.. per me?
…(…) E chi glielo ha detto a Damiano?.. per me?.. lo hanno interrogato su di me?”).
Nell’organizzare l’incontro del giorno dopo, i due interlocutori, preoccupati di
essere sottoposti a controlli delle forze dell’ordine, chiamano ancora in causa il
sodale CARIDI Giuseppe, pensando di usufruire della sua ospitalità per la riunione
(“cfr quanto detto da PRONESTI’ “Ci possiamo vedere qua… o ci appoggiamo dallo
scarparo?”): tali accorgimenti erano dovuti al fatto che i due interlocutori erano a
conoscenza delle intercettazioni poste in essere nel corso delle indagini svolte (cfr.
l’affermazione di PRONESTI’ “E’ stata una rovina, lui lo sapeva che aveva ste
cazzo di CIMICI , e se ne andato a …inc…”) ed in particolare delle intercettazioni
avvenute nel corso della riunione tenutasi presso l’abitazione di PRONESTI’ in data
30 maggio 2010 (“…E quelli sono stati registrati … facevano prima a portarglielo… Poi…
Sono venuti qua , si sono visti qua.. li hanno accompagnati fino a li … sanno che sono
venuti pure qua, che abbiamo avuto una riunione, no una riunione sono venuti a
farmi visita , se sto bene se non sto bene , un po’ complicata è la cosa, non tanto per noi
però.. pausa…se caso mai…”)


2 - 

Quanto al primo aspetto, si è rilevato come l’ingresso e il conferimento di gradi



all’interno dell’“onorata società” avvenga attraverso l’attribuzione di “doti” che, in
buona sostanza, rappresentano il potere e il prestigio di cui ciascun affiliato dispone
e gode all’interno della compagine sociale. La ritualità del conferimento della dote e
dell’affiliazione all’organizzazione è diretta espressione dell’importanza che il gesto
riveste sia per l’associazione in generale sia per i singoli partecipi: lungi dal
rappresentare una mera adesione a stilemi appartenenti alla tradizione, la ritualità
connessa all’ingresso nella compagine e all’avanzamento in carriera nel gruppo,
rappresenta un momento particolarmente delicato della vita dell’associazione e di
esso, dunque, si deve tener conto nella disamina della struttura del sodalizio. Gli
elementi raccolti nel corso delle indagini consentono di apprezzare in tutta la sua
sacralità il conferimento della dote di "picciotto" a CARIDI Giuseppe che quindi
viene ammesso ufficialmente a partecipare alle attività del locale guidato da
PRONESTI’, nonché l’attribuzione di doti verosimilmente corrispondenti alla
“santa” ad alcuni degli affiliati avvenuti il 28 febbraio 2010 presso l’abitazione dello
stesso CARIDI Giuseppe, sita in Alessandria in via Filippona n. 41/A. L’importanza 

della cerimonia è testimoniata dalla partecipazione oltre che dei sodali incardinati



nel locale di Novi Ligure anche di una delegazione degli affiliati del locale di Genova,
guidata da GANGEMI Domenico il quale, proprio in relazione all’ingresso nella
compagine criminale del CARIDI, che ricopre l’Ufficio di consigliere presso
l’amministrazione comunale di Alessandria, ha esternato, in uno con altri affiliati,
prima e dopo il conferimento, il suo pensiero in riferimento ai rapporti che
dovrebbero intercorrere tra la ‘ndrangheta e gli appartenenti all’ambiente politico amministrativo. 
Dall’analisi delle conversazioni intercettate si desume, innanzi tutto, che GANGEMI
Domenico, GARCEA Onofrio e MAIOLO Antonio avrebbero dovuto partecipare,
per la data del 28.02.2010, ad una riunione organizzata da altri ( cfr. la frase “…poi
una sera ci invitano…”) in relazione alla quale i prevenuti avrebbero dovuto
spostarsi dal luogo di abituale residenza ( cfr. l’espressione “prima andiamo..”):



Tel. n.71 ore 10.58 del 18.2.2010 RIT. 291/2010 int. IMEI.
352215032021180 - p.p. 2268/10/21 RG – DDA GE
GANGEMI DOMENICO: Pronto!
MAIOLO ANTONIO: Buongiorno compare Mico
GANGEMI DOMENICO: buongiorno compare...come andiamo
compare...?
MAIOLO ANTONIO: mah, discretamente, voi?
GANGEMI DOMENICO: eh bene, voi?
MAIOLO ANTONIO: eh, senti, vi volevo, che non mi ricordo..che..il
..giorno..il congresso quando c’è?
GANGEMI DOMENICO: il pranzo...il 28
MAIOLO ANTONIO: il congre!...il congresso, il congresso lì a
Genova
GANGEMI DOMENICO: ah! sabato è compare
MAIOLO ANTONIO:sabato questo no?
GANGEMI DOMENICO: si,  sabato questo alle quattro e mezza del
pomeriggio alla Fiumara
MAIOLO ANTONIO: ah ah, va bene, allora poi...ci sentiamo prima
GANGEMI DOMENICO: ci vediamo lì
MAIOLO ANTONIO:si, si, va bene dai
GANGEMI DOMENICO: ci vediamo lì
MAIOLO ANTONIO: ciao, buone cose compare Mico...
GANGEMI DOMENICO: ciao ciao ciao


3 - 

Trascrizione in forma integrale del brano di interesse della conversazione tra




presenti nr. 94 delle ore 15.28 del giorno 28.2.2010 int. ambientale autovettura Fiat
Panda targata DY440ZH in uso a GARCEA Onofrio (Proc. Pen. n. 2268/10/21 R.G.
DDA Genova – RIT decreto n. 385/2010 Reg. Int.)
GANGEMI DOMENICO: una voltata e una girata ne abbiamo fritti (fonetico: friimm’)
tre, dei tre … 
GARCEA ONOFRIO: …inc….
GANGEMI DOMENICO: CARIDI...
GARCEA ONOFRIO: CARIDI 
GANGEMI DOMENICO: è sempre un giovanotto
GARCEA ONOFRIO: ginestra
GANGEMI DOMENICO: la Minna (fonetico, nome dialettale della mammella)..
GARCEA ONOFRIO: una Minna, a quell’altro la crociata ...inc... piano piano ... poi
gli ho dato l’abbraccio (fonetico: gli resi l’abbracciata)
GANGEMI DOMENICO: CARIDI..inc…poi chi c’era… a MAIOLO 
GARCEA ONOFRIO: a CARIDI la Minna (fonetico, nome dialettale della mammella
ndr.)...
GANGEMI DOMENICO: …inc… Maiolo la Mammà



GARCEA ONOFRIO: la mamma a Maiolo ...inc...(colpi di tosse ndt)…Caridi era
quella che voleva Mimmo
GANGEMI DOMENICO: Si..si..quello là della croce
GARCEA ONOFRIO:: Eh?!...
GANGEMI DOMENICO: eh, eh!
GARCEA ONOFRIO: poi i due santisti..inc.. 
GANGEMI DOMENICO: i tre compare! ...inc...
GARCEA ONOFRIO: e l’altro santista 
GANGEMI DOMENICO: tre ce ne sono (fonetico: tri ‘ndavi)
GARCEA ONOFRIO: due prima e uno dopo…
GANGEMI DOMENICO: quando mai ...inc...(ride) ... (pausa) no per la "minna"….per la
mamma lo sapevamo noi ... e di sti tre poi ..inc..compare
Onofrio... vabbè però avevano facoltà di farlo loro...
GARCEA ONOFRIO: si, lo potevano anche... è stata una cosa …
GANGEMI DOMENICO: bella no?
GARCEA ONOFRIO: si bella, che faceva piacere che ci fossimo noi
GANGEMI DOMENICO: si no no.. (pausa) .... inc...



Non vi è dubbio che i prevenuti nell’occasione stiano parlando di istituti di
‘ndrangheta, deponendo in tal senso l’utilizzo del termine “santista”, affermando, in
tale contesto, che al CARIDI Giuseppe era stata assegnata la “ginestra”, diventando,
quindi, “giovanotto” ad intendere la sua qualità di “picciotto”: in tale prospettiva,
deve leggersi il riferimento alla “minna”, ovvero al seno materno, ad indicare
figurativamente la “giovane età”, l’essere quasi un lattante nelle gerarchie del
sodalizio. Dello stesso tenore il riferimento a tale MAIOLO, identificato dalla polizia
giudiziaria nella persona di MAIOLO Antonio
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, che avrebbe conseguito la “mamma”
ovvero la dote di “santista”. 
Ulteriori elementi di conferma sul fatto che in data 28.02.2010 si sia svolto un rito di
‘ndrangheta nel quale CARIDI Giuseppe è stato affiliato si desumono da altre due
conversazioni registrate nel corso delle indagini: nella prima, captata all’interno
dell’esercizio commerciale “MIMMO IL REGNO dell’ORTOFRUTTA” il 21.02.2010
(quindi sette giorni prima del 28.02.2010), gli interlocutori GANGEMI Domenico e
GARCEA Onofrio affrontano il tema della affiliazione di CARIDI come un evento
che deve ancora avvenire del quale i prevenuti discutono valutandone l’opportunità
e la corrispondenza alle regole “sociali”:



4 - Conv. n.234 ore 17.37 del 21.2.2010 RIT. 373/2010 ambientale
“Mimmo il regno dell’Ortofrutta” - p.p. 2268/10/21 RG – DDA Allegato B124
Genova - )
(…omissis…)
GANGEMI DOMENICO : no.... lui ...(inc)... in politica,...(inc)...
anche se sono fratelli di malandrini compare, non hai visto ...(inc)..

quando hanno saputo della politica ...(inc)... punto e basta ...(inc)... può
stare tranquillo che non ha ...(inc)... con suo figlio ...(inc)... 
GARCEA ONOFRIO : il politico ...(inc)... (si accavallno le voci) 
GANGEMI DOMENICO : ...(inc)... 
GARCEA ONOFRIO : non lo teniamo è cambia niente, quindi è
meglio che lo teniamo ...(inc)... possiamo avere
GANGEMI DOMENICO : compare io non è che dico che
“CARIDI” è un bravo ragazzo, però compare se lui era
radicalmente … inc… divisa ...(inc)... capitemi quello che voglio
dire io
GARCEA ONOFRIO : ...(inc)... 
GANGEMI DOMENICO : però io non posso chiamarlo radicalmente
“malandrino”, anche se poi lo teniamo con noi a far fare, capite ...(inc)...
ma poi ognuno …inc… quando fu …inc… 
(…omissis…)
GANGEMI DOMENICO : questo indegno ieri, ...(inc)... gli dicevo
io ...(inc)... il cornuto ieri… calabrese, ma non reggitano, reggitano… ho
detto sarà qualcuno della provincia di Reggio … 
GARCEA ONOFRIO : si.. si... 
GANGEMI DOMENICO : ...(inc)... il disonorato ce l’aveva ...(inc)... 
GARCEA ONOFRIO : si... 
GANGEMI DOMENICO : io l’ho sospettato quando non mi ha
detto ...(inc)... ma da una parte no ma dove ci siamo conosciuti compà ...
(inc)... (ride)
GARCEA ONOFRIO : (ride)

GANGEMI DOMENICO : però non è che poteva ...(inc)... però dopo
mi sono insospettito … dopo un poco è venuto a dirmi “l’hai visto a
Onofrio è arrivato Onofrio” (riferisce le parole del presunto Finanziere,
ndt), gli ho detto di “si l’ho visto” ...(inc)... quando mi hai portato la, la
gente malandrina ...(inc)... il fatto che parlano di coso, il fatto che ha
parlato là sotto ...(inc)... per convenienza ...(inc)... qualche locale qua in
Calabria là…inc… abbiamo fatto anche azioni …inc… l’unica paura ...
(inc)... qua a Rosarno non ne avete, non è che l’hanno respirata ...(inc)...
della normale ...(inc)... 
GARCEA ONOFRIO : guardate io all’uomo, la famiglia può ...(inc)... 
GANGEMI DOMENICO : no io compare all’uomo nella politica
non lo vedi, stando a regola ...(inc)...
GARCEA ONOFRIO : se uno fa già spazzatura, oggi domani ...
(inc)... 
GANGEMI DOMENICO : ...(inc)... 
GARCEA ONOFRIO : lo cacciano, da qua lo cacciano (si accavallano
le voci) 
GANGEMI DOMENICO : si... si...
GARCEA ONOFRIO : quindi me lo tengo, onestamente parlando
me lo tengo
GANGEMI DOMENICO : come discorso 
GARCEA ONOFRIO : ma che uno nella politica lo porti dove
siamo io … NO! … per me ...(inc)... 

GANGEMI DOMENICO : come discorso logico ...(inc)... come
discorso logico ...(inc)... materialmente non cambia niente però se
uno andrebbe...
GARCEA ONOFRIO : lo cacciano ...(inc)... 
Si interrompe la comunicazione.


5 - 

Conv. n.235 ore 17.52 del 21.2.2010 RIT. 373/2010 ambientale










“Mimmo il regno dell’Ortofrutta” - p.p. 2268/10/21 RG – DDA
Genova - ) allegato b125


GARCEA ONOFRIO : lo cacciano …inc…
GANGEMI DOMENICO: …inc…
GARCEA ONOFRIO : ma scusate
GANGEMI DOMENICO: …inc… voglio dire io, in REGOLA
pratica …inc… in pratica, in teoria non andrebbe bene …
GARCEA ONOFRIO : però io …inc…
GANGEMI DOMENICO: …inc…
GARCEA ONOFRIO : e io ve lo dico compare Mimmo…
GANGEMI DOMENICO: tu ti stai …inc… già 
GARCEA ONOFRIO : eccola qua
GANGEMI DOMENICO: però all’atto pratico, o per
convenienza …
GARCEA ONOFRIO : …inc… però che voi (abbassa la voce, ndt) …
inc… la politica e un po’ …inc… sta la ‘ndrangheta un posto non
lo merita …inc… compare …inc… e poi ci danno …inc… 
GANGEMI DOMENICO: solamente compare io penso che a
questo CARIDI …inc… e il …inc… cambia poco in sostanza, ma
questo fatto ancora, mi capite? Cioè normalmente … materialmente
non cambia niente, ma normalmente voglio dire io …inc… 

GARCEA ONOFRIO : ma che ne fotte io
GANGEMI DOMENICO: ma quello si … inc… lo fa per
convenienza … perché lui dice compare 
GARCEA ONOFRIO : …inc…
GANGEMI DOMENICO: con CARIDI …inc… materialmente,
non cambia niente, però voglio dire … normalmente …inc…
“no…inc… Mimmo GANGEMI …inc… come non …inc…
GANGEMI …inc… non mi può fermare …inc… fanno discorsi…
inc… “ … Compare Peppe …inc… la mano …inc…
GARCEA ONOFRIO: …inc… mo io mi devo adeguare? …inc… CI
DISSERO ADEGUIAMO, CI ADEGUIAMO, ma però io dico non la
…inc… BASTA
(…omissis…)”.



6 - Nella seconda, intercettata il 18.03.2010 sempre all’interno del citato negozio di
ortofrutta tra GANGEMI Domenico, costui con un uomo non meglio identificato
parla dell’affiliazione del “politico” CARIDI come qualcosa di già avvenuto:
Conv. n.6927 ore 17.33 del 18.3.2010 RIT.373/2010 ambientale
“Mimmo il regno dell’Ortofrutta” - p.p. 2268/10/21 RG – DDA
Genova - ) allegato b127

(…omissis…)
GANGEMI DOMENICO: ma poi anche se fosse così... ma voi sentite
qua .. non potete fare , diciamo così, paragonare
l’eccezione, anche se fosse così, con la normalità.
UOMO 1: non vi dico l’eccezione con la normalità, io vi sto dicendo
che noi parlavamo di berretti e divise e non divise in
genere ...
GANGEMI DOMENICO: no guardate allora non potreste fare nessuno
(inc.) che il cameriere che serve in un ristorante è un
uniforme ..il ferroviere, .. l’autista dell’A.M.T. è un
uniforme ...(inc.) ..[17.37.51] ... quelli che sono nelle officine
delle ferrovie hanno una tuta e non li possiamo fare ....
..chiunque portasse un uniforme .. e che dobbiamo fare ..
uno che lavora in una ditta ha un giubbotto ...
UOMO 1: ma allora o la legge la fanno uguale per tutti .
GANGEMI DOMENICO: il politico non è .....
UOMO 1: il politico che può fare .. il politico cosa può fare ..non
ho capito ,, il politico che può fare?
GANGEMI DOMENICO: il politico se ce da fare una legge antimafia
la fa pure lui .. ...l’autista dell’autobus guida l’autobus e
basta... il ferroviere (inc.) ..
UOMO 1: potrà darsi che sia così ma allora avete sbagliato, ... ma
allora, allora, allora avete sbagliato anche voi che
avete accettato ... sotterraneamente pure (inc.) pure voi
avete sbagliato che avete accettato CARIDI .
[17.38.51].. così .. perché lui doveva fare così, ... disturbo un
momento così e così.. basta ... (inc.) tanti anni di anzianità ..

GANGEMI DOMENICO: ma quello si è voluto chiudere un occhio ...
aspettate ... lì .. CARIDI è un bravo amico [17.39.17] si
è voluto chiudere un occhio .. sappiamo che è un
cristiano che si comporta buono, se posso aiutare un
amico, si è fatta un’eccezione e si è chiuso un
occhio ..però non è che siamo ...per dire .. per dire il
Sindaco di Siderno ..il Sindaco di Siderno lo sapete
che è capo locale a Siderno [17.39.34] è un povero
cristiano .. (inc.)

UOMO 1: come sono tante stupidate, cazzate, .. ci sono cose più
grosse che si devono vedere e non le vogliamo vedere. .. ma
non le vogliamo vedere [17.40.03] qua si parla per passare
il tempo 
GANGEMI DOMENICO: come si parla per passare il tempo .. allora vi
dico se ... (inc.) sia cristiani qua della Liguria sia della
Calabria. (inc.) però se si vuole fare la normalità ...
(inc.)
UOMO 1: l’avete voluto fare per una cosa personale e che merita:
regaliamo sto fiore per dire [17.40.31] .. ma come
regolamento no .
GANGEMI DOMENICO: come regolamento no .... 
(…omissis…)

Ore [17.41.41]
GANGEMI DOMENICO: perché a Siderno non ... (inc.) un cristiano che
capisce ...è figlio di un buono cristiano ... (inc.) lo
conosci come un buonissimo cristiano .. dico per dire ..un
domani se interessa ..(inc.) pero se può essere al
nostro servizio..[17.42.00] …chiudiamo un occhio , pero
voglio dire io se si andrebbe alla lettera, ... 
UOMO 2: non si può...
GANGEMI DOMENICO: oggi la cosa è evoluta e a me mi sta bene se
noi abbiamo un cristiano onesto, anche se fa il
politico, mi sta bene anche a me.....[17.42.11] 
UOMO 2: poi ci inguaia tutti ...nel bene e nel male
GANGEMI DOMENICO: no ...no ...non m’avete capito
(Discorso incomprensibile) 
GANGEMI DOMENICO: un buono cristiano di questo compare, ...pure
che sta con noi a me mi sta bene ... basta che si comporta
bene ... [17.42.48] però voglio dire, però voglio dire .. voglio
dire però compare Pino, diciamo così, a me mi sta bene ..
perché io di Giuseppe CARIDI mi fido come mi fido
compare solo di voi [17.43.00] perché ... è un cristiano
come noi ... pure il sindaco di Siderno è un cristiano
come noi ... però voglio dire io .. ci siamo .. di quella che
dovrebbe essere la cosa .. (inc.) se è un buono cristiano in
un locale ... un politico .. ci fa comodo ...[17.43.28]
(inc.) 

UOMO 1: allora dobbiamo fare le nuove riforme... è cambiata
l’Italia [17.43.45] è cambiato il mondo ...dobbiamo
cambiare anche noi tante cosettine ...tutto è cambiato il
mondo .. dobbiamo fare le riforme noi [17.43.56]
GANGEMI DOMENICO: è cambiato il mondo .. da diverse parti
hanno il sindaco [17.44.05]... in tanti locali ... a me mi
sta bene pure..
UOMO 1: compare Mimmo sapete perché io vi ho risposto così
[17.44.17].. perché ai tempi miei quando io ero al paese

c’era, non so se voi l’avete conosciuto, buonanima di
Pasquale Napoli [17.44.28] dopo tanto tempo, ... che lui si
portò nell’assessorato comunale ...
GANGEMI DOMENICO: ... ehh va be ... ...era un buono cristiano ..
UOMO 1: non di adesso ... io vi parlo di 40 anni fa .. 45 anni fa..
GANGEMI DOMENICO: …Pasquale Napoli (inc.) 
UOMO 1: eppure esso si portò l’assessore. ... (inc.) 
GANGEMI DOMENICO: sentite qua compare Pino, vi posso dire una
cosa.. ... se uno non è politico e si comporta male, si
comporta male; se non è politico e si comporta buono, si
comporta buono; se è politico e pure se è politico si
comporta buono è sempre un buono cristiano perché si
comporta buono... e quindi si può restare (inc.)
UOMO 1: si fa tutto per convenienza personale .. che dobbiamo fare
(inc.) 
GANGEMI DOMENICO: che volete...? un po’ di arance??
UOMO 1: .. niente ..... Giuseppina ...
GANGEMI DOMENICO: vabbuono.. allora vediamo adesso qua, questo
ragazzo 
UOMO 1: ... ora 
GANGEMI DOMENICO: allora io di quello che ho assoluta certezza ... il
ragazzo qua è ..(inc.) .. di quello pure agli amici nostri ....
(inc.) 
(…omissis…)