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POLITICHE SOCIALI A ROMA: STORIE DI ORDINARIA INTIMIDAZIONE
Publie le sabato 6 novembre 2004 par Open-PublishingÈ trascorso ormai del tempo dal 21 giugno 04, giornata di sciopero nazionale indetto nel settore delle cooperative sociali. Quella giornata di lotta ha avuto un valore memorabile: sebbene non abbia modificato l’andamento
complessivo della vertenza contrattuale, essa ha sancito sul piano simbolico e reale (con la presenza di centinaia di operatori e operatrici in diverse piazze italiane) la determinazione alla lotta di una figura sociale che si vorrebbe, al contrario, totalmente addomesticata e pregna dell’ideologia "no-profit"( accettazione consenziente dello sfruttamento selvaggio e della precarietà in nome della "mission".).
In quella giornata si è violato un vero e proprio tabù, lo sciopero e la sua praticabilità nel settore cooperativistico. La possibilità che questo forte messaggio potesse arrivare alle orecchie dei più distratti, ha provocato non pochi timori in chi, dall’alto, gestisce a proprio uso e consumo un settore di interesse pubblico che dovrebbe avere tutt’altre finalità rispetto al profitto. A partire dai mesi estivi, un forte attacco di carattere politico/repressivo, intrecciato ai consueti e promessi tagli alle politiche sociali e di assistenza, ha prodotto una situazione di emergenza che vede centinaia di operatori/rici sociali licenziati, minacciati, senza lavoro, puniti.
Un elenco lunghissimo di soprusi nei nostri luoghi di lavoro, ha frenato il percorso di sensibilizzazione e lotta che si stava avviando nel settore, inducendolo ad un rallentamento per ciò che riguarda la lotta per diverse condizioni di lavoro, salari più alti, contratti stabili e non precari, qualità dei servizi, e costringendolo alla spirale repressione/risposta alla repressione! È così la coop.sociale "Il Cigno", gia recidiva per trattamenti analoghi ai danni di altri/e lavoratori/rici, e per il verticismo che la caratterizza, licenzia Roberto D’Elia, uno dei tanti manifestanti del 21 giugno e impegnato in un lavoro di denuncia dello stato di abbandono e insicurezza delle case di riposo romane.
La famigerata Casa dei Diritti Sociali, balzata alle cronache più per la situazione di povertà estrema dei suoi lavoratori senza stipendio per mesi e mesi, che per il valore sociale dei suoi servizi di accoglienza agli immigrati, annuncia un taglio del personale del 50%! Nella coop. sociale "Cecilia" si licenziano 17 assistenti nelle scuole per tagli ritenuti "inevitabili", come se a pagare le contraddizioni sociali apertesi nel campo dell’assistenza scolastica per disabili, debbano essere sempre i/le lavoratori/rici! Una vera e propria caccia alle streghe quella scatenata nei canili municipali, dove operatori e operatrici con il nostro medesimo contratto,si vedono interrotta una assemblea sindacale dalle forze dell’ordine, dopo che la mannaia dei licenziamenti e delle contestazioni disciplinari si era già abbattuta su decine di persone.
Se poi aggiungiamo i 27 lavoratori/rici delle biblioteche comunali, "a spasso" dopo estenuanti trattative circa il loro futuro e con il beneplacito della CGIL, il quadro si fa fosco, ma diventa chiarissima la lettura politica di queste avverse circostanze: il Comune di Roma, l’Assessorato politiche sociali, l’Assessorato al lavoro, i CdA delle coop sociali, rappresentano un fronte compatto e monolitico che oltre ad essere sordo ai bisogni sociali, si configura come il massimo responsabile della precarietà lavorativa nella città e centro di strategie repressive volte a punire chi alza la testa per l’affermazione dei propri diritti! Come lavoratori e lavoratrici che operano nei servizi sociali, intendiamo respingere al mittente questo disegno che ci vede colpiti in prima persona!
Mentre si consumano atti intimidatori e punitivi, le buste paga degli operatori sociali continuano ad essere misere e prive, in molti casi, persino di quel ridicolo aumento contrattuale sottoscritto dai sindacati concertativi e dalle centrali cooperative: dopo 29 mesi di ritardo e la firma di un contratto bidone che peggiora le nostre condizioni economiche e lascia aperte le porte alla precarietà della legge 30, lor signori non concedono neanche ciò che, tra di loro, hanno pattuito!
Basta con ricatti, rinunce, repressione: gli operatori e le operatrici del sociale non sono più disposti/e a pagare la scelte impopolari della Giunta Veltroni, la Giunta della precarietà!
Stiamo organizzando iniziative di lotta sui temi su indicati: partecipa alle riunioni del
Coordinamento Cittadino Operatori e Operatrici sociali
Ogni giovedì sera ore 21 via Appia Nuova 357 metro A Furio Camillo cocittos@virgilio.it




