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PRC: Dal circolo di San Sebastiano al Vesuvio

Publie le giovedì 6 dicembre 2007 par Open-Publishing

Nella giornata di lunedì la maggioranza del PRC ha praticamente deciso
il rinvio del congresso al prossimo autunno.

La decisione sarà demandata
al CPN del 16 dicembre dopo una consultazione con i segretari regionali
e provinciali. Ma la cosa è oramai certa. Si tratta di una decisione
gravissima che scaturisce dalla volontà di evitare il confronto
democratico con gli iscritti. Inoltre è stata decisa una consultazione
sulla nostra partecipazione al governo. Diciamo subito che non siamo
d’accordo con questo modo di operare della dirigenza di questo partito

Nella riunione della direzione Mantovani si è pronunciato a favore dello
slittamento del congresso e poi si è astenuto e Grassi si è dichiarato a
favore.

Appare evidente che vi è stato un ripensamento repentino, visto che non
meno di un paio di giorni fa si richiedeva un accelerazione per la
raccolta delle firme al fine di presentare i documenti congressuali.

A questo punto, ovviamente, lo scenario si modifica.

Lo schieramento che abbiamo messo in piedi, a cominciare
dall’autoconvocazione di Firenze, che ha visto una vasta partecipazione
degli iscritti, al di là degli schieramenti e delle mozioni, ci impone
di aprire una battaglia nel partito che non è più solo sui contenuti
della linea politica ma anche sulla decisiva e fondamentale questione
della democrazia.

Venerdì si terrà una conferenza stampa a Roma, nella Sala L. Libertini
alle ore 11.00. Inizialmente prevista per denunciare la decisione di
convocare gli Stati generali della sinistra, presentando il nuovo
simbolo, senza alcun coinvolgimento del partito, ora questa conferenza
assume anche un’altra finalità: quella di denunciare la prevaricazione
della maggioranza con la decisione di rinviare il congresso e di
chiamare l’intero partito alla battaglia contro una linea sciagurata e
avventurista.

Noi, circolo di San Sebastiano al Vesuvio (Na), crediamo che questa
importante iniziativa non debba essere solo di una parte del partito ma
di tutti coloro che credono ancora nel progetto originario di
Rifondazione Comunista e si oppongono a questa deriva dei gruppi dirigenti