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PRC: come mai tante tessere al Sud?

Publie le martedì 22 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Come mai tante tessere al Sud?

di Giuseppe Prestipino

Caro direttore, in una lettera al "manifesto" ho accennato, in forma di apologo, alle reazioni polemiche suscitate, durante i dibattiti congressuali del Prc, dal numero eccessivo di nuovi tesserati in alcuni circoli nei quali la mozione 2 ha ottenuto una larga maggioranza di consensi.

Mi dà sollievo, ora, che il confronto sia divenuto più pacato e costruttivo. Tuttavia, mi permetto di chiedere a Nichi Vendola, compagno che stimo per le sue doti intellettuali-morali e per il suo fascino, di riflettere su una anomalia "geografica". Sono nato e per non breve tempo vissuto nel Meridione; perciò credo di conoscerne virtù e vizi. Come spiega Nichi l’afflusso cospicuo e improvviso di nuovi tesserati nelle regioni meridionali, là dove il partito è più debole, più emarginato e meno radicato nella società?

O è proprio questa, forse, la ragione per la quale i nuovi iscritti si augurano il superamento del nostro partito o della sua autonomia? Infatti la mozione 2 propone «Un nuovo soggetto politico che sia unitario sul piano politico e plurale su quello delle culture e delle esperienze che lo compongono». Vendola è per natura amabilmente tollerante e sorriderà se gli riferirò le parole di un compagno malizioso, più giovane di me, che è rimasto turbato da un editoriale attribuito al bravissimo direttore di "Liberazione".

Ed ecco le parole cattive: «Vengono ora nel partito per bruciarne l’autonomia di soggetto politico. Ma in letteratura far entrare, simulando amicizia, nemici animati da propositi "incendiari" ha nome Cavallo di Troia (e qui Troia non è la cittadina pugliese che, con altre, ha a suo tempo "plebiscitato" il valoroso Nichi). L’annullamento di un congresso in Calabria è stato deplorato perché avrebbe fatto propria la regola secondo la quale il fine giustifica i mezzi? Ma, nella decisione della commissione competente, non c’entra affatto Machiavelli.

Se, tra le sue opere, vi è il "Ritratto delle cose della Magna" (= Alemagna = Germania), di un postumo machiavellismo deteriore ispirato da quella regola gesuitica taluno potrebbe discorrere, invece, sotto il titolo "Ritratto delle cose della Magna…Grecia"».

Al compagno malizioso ho ingiunto di stare zitto, perché (come notavo all’inizio) nel clima congressuale sembra, ora, che prevalga il sereno.