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Pace guerreggiata

Publie le martedì 29 maggio 2007 par Open-Publishing

"Scegliamo di mettere la vocazione di pace del popolo italiano e l’articolo 11 della Costituzione italiana al centro delle scelte che il nostro Paese compie in materia di sicurezza (...). Scegliamo una politica preventiva di pace che persegua attivamente l’obiettivo di equità e giustizia sul piano internazionale, favorendo la prevenzione dei conflitti e il prosciugamento dei ’bacini dell’odiò (...). L’Italia repubblicana ha una forte vocazione di pace, una risorsa che offriremo ad amici e alleati, soprattutto alle organizzazioni internazionali e alle alleanze di cui è partecipe. Essa si fonda sulla sua storia e anche, in misura significativa, su alcuni limiti e alcune pagine anche umilianti che essa contiene. L’articolo 11 della Costituzione non nasce quindi dal nulla e nemmeno può essere esclusivamente attribuito ai fondatori e agli orientamenti delle forze politiche che essi rappresentavano. Il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e le scelte alternative della sicurezza collettiva sono frutto di una storia. Di quella storia (...). La pace nel mondo, l’unità e la sovranità nazionali sono i valori che devono informare le politiche nazionali di difesa e sicurezza; per questo la prossima legislatura deve avere, sui temi della Sicurezza e della Difesa, un carattere costituente" ("Per il bene dell’Italia - Programma di governo 2006-2011", aprile 2006).

"Oltre ai 2 velivoli ’Predator’ e all’aereo C-130 già pronti da tempo, l’Italia schiererà saranno in Afghanistan 8 carri armati da 24 tonnellate ’Dardo’, armati con cannone da 25 mm, 5 elicotteri d’attacco A129 ’Mangusta’, equipaggiati anche con missili, dieci veicoli blindati ’Lince’, oltre ad altri 145 soldati in aggiunta ai 1.400 già schierati a Kabul e nella regione di Herat, nell’ovest dell’Afghanistan. Ad annunciarlo a nome del governo il 15 maggio scorso, davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, è stato il ministro della Difesa Arturo Parisi, che ha anche rivelato il costo dei ’rinforzi’: 25,9 milioni di euro solo fino al 31 dicembre 2007. I nuovi invii di uomini e mezzi - precisa Parisi - ’non alterano in alcun modo né la natura della partecipazione del nostro contingente alla missione Isaf, né le finalità ultime della nostra presenza’. Il ministro parla di ’politica militare di difesa attiva" (dai giornali del 23 maggio 2007).