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Padoa - Schioppa e i liberisti

Publie le domenica 1 aprile 2007 par Open-Publishing
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Ieri, sulla Stampa, c’era un articolo che parlava del nostro eroe.

Descrive il modo in cui, Lui, cerca di gestire i rapporti con gli altri ministri e di come porta avanti, con metafore, la sua politica di ministro dell’economia.

Padoa Schioppa è uno che, molto efficacemente, ha detto che "non bisogna prendere lucciole per lanterne, neppure il contrario.La finanziaria è una lanterna"

Quella lanterna ha fatto incazzare quasi tutti i sindaci d’Italia e, una volta verificato l’effetto sui redditi delle famiglie, quasi il 90% degli Italiani.

La cosa geniale è che è riuscito a mandare di traverso il caffè alla maggioranza di quelli che, il governo, voleva difendere perché deboli.

Si dà il caso che questo è un paese in cui le politiche economiche, nella maggior parte dei casi, sonno state appannaggio, nelle linee guida, della borghesia e di quelli che contano "veramente".

Non è un caso se i lavoratori italiani hanno salari tra i più bassi d’Europa (fonte Eurispes).
La piattaforma che in questo momento i sindacati dei metalmeccanici stanno discutendo tra di loro, prevede aumenti salariali nell’ordine dei 150€ (lordi mensili) al massimo nel giro di tre anni.La confindustria si dice preoccupata e fa balenare l’idea di un aumento che non superi i 60€ (lordi e mensili e sempre in tre anni).

Quando ci misuriamo con gli altri paesi e con le loro politiche economiche, misuriamo e compariamo dei risultati ottenuti e non un mondo immaginario.

Si dirà che, la situazione dei salari, dipende dal fatto che il nostro è un paese ingessato dalle troppe regole nel sistema economico.

Nel dire questo ci dimentichiamo che la struttura economica del paese è fatta, prevalentemente, da aziende di piccole dimensioni.In queste la flessibilità, e la possibilità di gestire la forza lavoro secondo criteri di "compatibilità" economica, è un modo di fare impresa che nessun sindacato è in grado di condizionare.

Così come dimentichiamo le riforme del mercato del lavoro che si sono succedute negli ultimi 15 anni, le leggi che garantiscono sulle modalità di conferimento della mobilità lunga senza oneri per le aziende, la cassa integrazione a carico della comunità e le ristrutturazioni pesanti che hanno falcidiato migliaia di posti di lavoro.

Il mondo che i liberisti prefigurano, è un mondo in cui il "vantaggio" di uno (impresa) è vantaggio della collettività. Un pò come diceva Platone.

Il punto è che il vantaggio di questo uno è dato dalla necessità di legare, sempre e comunque, al profitto il destino della comunità.

Quando il profitto, in quanto essenza del vantaggio del signore e dell’impresa, è messo in crisi è opportuno e legittimo sacrificare la comunità ed i suoi interessi.

Insieme alla comunità le risorse disponibili.

Una visione così radicale dei rapporti non può che produrre conflitto.Questo conflitto ha la possibilità di trovare soluzioni e mediazioni se la comunità può contare su una struttura di leggi e regole che la aiutino in quanto soggetto più debole rispetto all’altro.Se queste regole mancano, o vengono distorte, il conflitto ha buone probabilità di diventare ingovernabile.

In questo ogni parte della classe dirigente ha modo di misurare in modo "responsabile" come pensa di governare i rapporti tra le classi e come mediare tra questi.

Scegliere la via del radicalismo economico ha il suo prezzo in termini di conflitto.
Se questo è vero, ci aspetteremmo, dal governo di centro/sinistra e dal suo ministro dell’economia, un atteggiamento più prudente quando parla di lavoratori. Al contrario l’idea che sembra balenare è solo quella della sciabola.

Nelle ultime due settimane TPS ha paventato l’idea di tagliare un altro pò di posti di lavoro nelle FS.Contemporaneamente il suo piano di riorganizzazione del suo ministero, prevede esuberi per 8.000 persone.

In quindici giorni, se si lascia fare a questo signore, almeno 30.000 tra uomini e donne dovrebbero concretamente pensare a come sopravvivere.

Quello che colpisce è la leggerezza con cui si forniscono ricette di questa natura. Una delle obiezioni morali poste nei confronti dei terroristi, che colpivano persone, era che questi riducevano tutto a simboli senza storia, anima ed identità. Direi che non c’è molta differenza, nella sostanza, con la visione economica che riduce masse di persone a numeri e basta.A loro si prospetta al posto di "una fine terribile una esistenza terribile senza fine".

La morale di questi individui, fattasi classe dirigente, è molto ben sintetizzata dalla vicenda dei lavoratori di un’azienda di Rivoli, la Oasis.

In questa ci lavorano 18 operai.Dopo due anni di crisi l’azienda è stata rilevata. A Gennaio le cose sembravano andare per il meglio.Gli operai facevano fino a 100 ore di straordinario per rispondere alla domanda.

In una notte di Marzo i titolari sono stati sorpresi mentre cercavano di far uscire dalla fabbrica, gli stampi della produzione. Sono stati chiamati i carabinieri e da quel giorno non si lavora più. I lavoratori son in attesa dell’istanza del fallimento e sperano in qualche imprenditore meno squalo.

L’esempio di una piccola comunità che non si è piegata al bene di uno solo.

http://pensareinprofondo.blogspot.com/2007/03/padoa-schioppa-ed-i-liberisti.html

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Messaggi

  • I lavoratori pubblici, Padoa Schioppa e il CreditoNet

    Non abbiamo la minima intenzione di essere blasfemi, di mettere in relazione il sacro con il profano ma, vedendo il cedolino stipendiale dei lavoratori del MEF relativo al mese di Marzo 2007, se pur in formato elettronico, abbiamo avuto una sorpresa.

    Una busta paga composta da ben due pagine.

    Abbiamo pensato, quindi, che non si trattava della solita, monotona ed unica squallida pagina dove la somma dello stipendio, della retribuzione individuale di anzianità, dell’indennità di amministrazione e dell’IIS si ripetono ugualmente da oltre 15 mesi a fronte delle varie ritenute assistenziali e previdenziali, addizionali regionali, comunali, acconti sulle addizionali sempre diverse, sempre maggiori e sempre più devastanti della nostra misera retribuzione salariale, divenuta un vero e proprio sussidio di sostentamento (vedi rapporto Eurispes).

    Forse, si tratta dei nuovi aumenti contrattuali?

    Saranno, per caso, le risorse aggiuntive derivanti dall’applicazione dell’art. 3, del comma 165 della legge 350/2003 ?

    Insomma, forse una bella sorpresa, in arrivo con la Santa Pasqua, la settimana santa con la quale la Chiesa celebra i misteri della salvezza.

    Ma, in realtà, si tratta di ben altro e non ci resta che leggere attentamente quello che è riportato nella seconda pagina:

    "Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in conformità alle recenti direttive emanate dagli organi di Governo per l’incremento all’uso della tecnologia e l’accesso alle banche dati e al fine di evitare lo scambio di documentazione cartacea, nel rispetto del codice della privacy, ha predisposto in via sperimentale una nuova applicazione informatica per consentire l’accesso alla banca dati agli Istituti di credito/Finanziarie già convenzionate con le singole Amministrazioni.
    Il progetto, denominato "CreditoNet", si pone come finalità la realizzazione di un servizio aggiuntivo che permetta l’erogazione di cessione del quinto ai dipendenti pubblici gestiti con il Service Personale Tesoro, in tempi più rapidi e con procedure più semplici.

    Il nuovo servizio consentirà ai dipendenti di rivolgersi direttamente agli Istituti di credito e alle Finanziarie convenzionate che potranno visualizzare e stampare tutte le informazioni necessarie per la concessione del prestito, in sostituzione della certificazione cartacea attualmente prodotta.
    Dal mese di aprile il servizio sarà attivo in via sperimentale con gli istituti bancari Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire e FinecoBank; al termine della fase di verifica, il servizio sarà esteso a tutte le banche e finanziarie che ne faranno richiesta".

    Non si tratta, quindi, dell’arrivo della Santa Pasqua ma di San Giorgio d’Assisi, patrono della Consip, quello della "gita fuori porta" che provvede, ancora una volta, ad impartire il dono della benedizione ai lavoratori.

    Sarà stato il "conclave a 4 stelle" di Assisi che, nell’individuare le linee evolutive di sviluppo di SPT (Service Personale Tesoro), fiore all’occhiello del IV Dipartimento e del Servizio Centrale del Sistema Informativo Integrato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha permesso di individuare una procedura informatica più semplice nell’aiutare i lavoratori non tanto ad indebitarsi di meno ma ad indebitarsi di più e in tempi più rapidi, con procedure più snelle.

    Infatti, stiamo parlando dell’incredibile progetto CreditoNet.

    Di che si tratta?
    Semplice.

    Si consente di gestire il processo generale di concessione del prestito, dalla fase di richiesta informazioni, alla prenotazione del prestito, fino alla registrazione della ritenuta mensile da applicare al dipendente, mediante la tecnologia web service, alle società finanziarie e agli istituti di credito.

    Insomma, permettono alle banche e finanziarie di "girovagare" allegramente nella banca dati dei dipendenti pubblici.

    Il tutto, secondo il patrono della Consip, nel rispetto del codice della privacy (ci piacerebbe sapere quale) e al fine di evitare lo scambio di documentazione cartacea.

    In realtà è chiaro cosa si nasconde dietro questo progetto.

    Un tipico esempio di una pubblica amministrazione al servizio degli interessi e delle rendite delle imprese e delle banche e, non certamente, dei lavoratori e dei cittadini.

    Questo è il progetto politico che stanno praticando.

    Il Ministro Tommaso Padoa Schioppa smantella uffici e interi servizi del ministero, facendo da apripista alla destrutturazione dell’intera Pubblica Amministrazione; si predispone un oscuro piano di mobilità e di rottamazione selvaggia dei lavoratori; si aumentano le ritenute assistenziali e previdenziali; si rimodula l’IRPEF colpendo ancora una volta lavoratori e pensionati; non si predispone nessun stanziamento aggiuntivo per i contratti e si scippa un biennio economico; si prospetta l’innalzamento dell’età pensionabile e la revisione dei coefficienti di rivalutazione; si pratica la rapina del TFR e si "fiancheggia" quella del TFS; si tagliano gli organici; si applica il blocco delle assunzioni; si aumentano i carichi di lavoro; si rende ancora più precari i lavoratori precariati; si nega il diritto alla carriera.

    Di fronte a tutto questo, abbiamo San Giorgio d’Assisi che ci protegge e che ci permette di indebitarci più facilmente e con meno pezzi di carta.

    Pur essendo sinceramente devoti, chiediamo all’amministrazione l’immediata sospensione di questo "nuovo dono", realizzato dal DAG/SCSII del IV Dipartimento, per i dipendenti pubblici serviti dal Sistema SPT affinché sia ristabilita la competenza esclusiva a svolgere tale funzione ai soli uffici pubblici, predisposti istituzionalmente.

    In caso contrario, la RdB/CUB è pronta ad investire l’autorità giudiziaria oltre che il garante per la protezione dei dati personali e quello della concorrenza e dei mercati.

    Infatti, ci dimentichiamo di una strana coincidenza.

    A quale gruppo appartengono gli istituti bancari che dal mese di aprile "sperimenteranno" il nuovo servizio messo a disposizione dal IV dipartimento, Servizio Centrale del Sistema Informativo Integrato, del Ministero dell’Economia e delle Finanze ?

    SOCIETA’ GRUPPO

    Banca di Roma Capitalia

    Banco di Sicilia Capitalia

    Bipop Carire Capitalia

    FinecoBank Capitalia

    Geronzi docet !

    RdB/CUB Coordinamento Nazionale Ministero dell’Economia e delle Finanze

    Via XX Settembre n.97 - 00187 - ROMA - piano terra, scala A, stanza n. 716

    tel. 0647616129/6130 - fax 06233208972/0647614356/4369

    www.rdbtesoro.it - info@tesoro.rdbcub.it

    • RIBELLIAMOCI ALLE OFFESE DI PADOA SCHIOPPA

      inviato da: Dante De Angelis · il 1/4/2007 · alle: 21:06 macsimail@macchinistisicuri.info

      LE DICHIARAZIONI DI PADOA SCHIOPPA CI HANNO COLPITO ED OFFESO, SIA PER LE INESATTEZZE CHE PER LA SUPERFICIALITA’ E IL DISPREZZO DIMOSTRATI NEI CONFRONTI DI TUTTI I FERROVIERI.

      LA SENSAZIONE DI FRUSTRAZIONE E DI RABBIA CHE TUTTI ABBIAMO PROVATO DEVE TROVARE UNA SUA GIUSTA COLLOCAZIONE NELLE INIZIATIVE DI NATURA POLITICA E SINDACALE E NON NEL QUALUNQUISMO O NEL DISFATTISMO

      INTANTO NON POSSIAMO CONSENTIRE CHE MENZOGNE E FALSITA’ SIANO SPACCIATE COME VERITA’ ACCADEMICHE.

      COME "IN MARCIA" ABBIAMO SENTITO IL DOVERE DI RISPONDERE IMMEDIATAMENTE ALL’ARROGANZA E ALL’IGNORANZA DEL MINISTRO, CONVINTI DI INTERPRETARE ìL SENTIRE COMUNE DI TUTTI I FERROVIERI.

      QUESTO E’ IL TESTO DELLA LETTERA SPEDITA OGGI AL MINISTRO.

      DANTE DE ANGELIS


      Al Ministro per l’Economia
      Tommaso PADOA SCHIOPPA

      Onorevole Ministro,

      Quale portavoce della storica rivista dei macchinisti, “ancora IN MARCIA !”, Le rendo noto che le Sue parole sono risultate offensive e denigratorie per tutti i ferrovieri che si dedicano con abnegazione e spirito di servizio al loro lavoro.

      Con queste poche righe vogliamo esprimerLe la nostra più ferma protesta per le Sue dichiarazioni in merito alla stato delle ferrovie italiane, alle responsabilità che Lei avrebbe individuato nelle “risorse umane” perché scarsamente flessibili, alla necessità di tagliare anche i “rami verdi” del servizio e all’introduzione del macchinista solo.

      Proprio la particolarità del nostro lavoro che si svolge, da sempre, a ciclo continuo sull’intero arco delle 24 ore rende incomprensibili le Sue parole: decine di migliaia di ferrovieri di tutte le qualifiche e le loro famiglie soffrono con dignità il disagio dei turni rotativi e di quelli aciclici, tipologie organizzative ultraflessibili che non rispettano né i ritmi biologici dei lavoratori né i loro bisogni sociali, per garantire il funzionamento continuo del sistema.

      Riguardo al futuro delle FS, riteniamo che nel Suo ruolo di Azionista per conto dello Stato, Ella abbia il dovere di potenziare, ammodernare e sviluppare, con razionalità e sicurezza il servizio ferroviario come risorsa strategica per il riequilibrio sociale, economico ed ambientale, anziché smantellarlo e ridurlo a semplice merce da vendere e comprare con le regole del mercato e del profitto. Il mandato ricevuto dal Governo in cui siede è quello di salvaguardare le ferrovie come bene sociale rilevante ai fini della libertà delle persone e moltiplicatore della ricchezza del Paese non quello di depauperare un patrimonio collettivo ereditato dai nostri padri.

      Sul macchinista solo siamo certi che i Suoi collaboratori non l’hanno informata correttamente riguardo le ricadute sulla sicurezza che i paesi europei hanno sofferto dalla riduzione dell’equipaggio di guida e su quello che potrebbe accadere anche in Italia. Non possiamo immaginare un governo di centro sinistra, che ricalca il tentativo fascista di lasciare un solo macchinista a guidare treni con centinaia di persone a bordo. Su questo argomento, come i Suoi predecessori nel passato, troverà la motivata, caparbia e determinata resistenza di tutti i macchinisti italiani.

      I ferrovieri continueranno a battersi per la salvaguardia del loro lavoro, a differenza dei personaggi che “transitano” nelle FS per avvalersi solo di ingenti vantaggi economici, perché siamo legati al nostro lavoro dalla consapevolezza del ruolo sociale del trasporto ferroviario.

      Per la redazione

      Dante De Angelis