Home > Panni (Foggia) - caricati sindaci e cittadini in lotta contro una nuova (…)
Panni (Foggia) - caricati sindaci e cittadini in lotta contro una nuova discarica
Publie le sabato 18 dicembre 2004 par Open-Publishing1 commento
Proteste per la discarica, caricati e manganellati i sindaci!
accade a Panni (fg) ancora violenze contro le manifestazioni da L’Espresso online
Foggia,17 dic 2004 -16:16
Protesta discarica Panni, sindaci contusi in tafferugli
Tafferugli tra manifestanti e polizia questa mattina a Panni, con il coinvolgimento del sindaco del posto e di quello di Montaguto. Le tensioni si sono sviluppate durante la protesta che da giorni cittadini e amministratori di sei centri delle province di Foggia e Avellino stanno attuando contro la istituzione di una discarica in località ’Ischia’ a Panni Scalo, nel subappennino dauno.
Mentre i manifestanti tentavano di impedire l’accesso di alcuni tecnici nella zona scelta per la realizzazione della discarica, sarebbero intervenute le forze di polizia che avrebbero respinto i dimostranti con decisione. I sindaci di Panni e Montaguto oltre a un sacerdote sarebbero rimasti contusi e, in un comunicato, il coordinatore dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, denuncia "il gravissimo episodio che ha visto il sindaco di Panni, Leonardo De Luca, di 75 anni, strattonato ripetutamente dalla fascia tricolore" da alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine".
Questa mattina i manifestanti erano lì per evitare la consegna dei terreni da parte della Provincia di Avellino all’azienda Fibec incaricata di eseguire i lavori per l’edificazione delle piazzole di stoccaggio dei rifiuti. Contro la discarica si sono espressi i sindaci di sei comuni delle province di Foggia e di Avellino: Panni, Montaguto, Ariano Irpino, Greci, Monteleone di Puglia e Savignano Irpino.





Messaggi
1. > Panni (Foggia) - caricati sindaci e cittadini in lotta contro una nuova discarica, 19 dicembre 2004, 16:01
da "il manifesto" 18.12.04
Finisce a botte la
pacifica protesta contro l’apertura di una discarica a Panni (Foggia)
Alla protesta dei cittadini partecipavano anche sei primi cittadini di altrettanti paesi pugliesi e campani. Ferite altre persone. «Anziché difenderci ci picchiano. Come potremo ancora credere nella polizia?»
ANTONIO MASSARI
Dieci feriti, tra i quali quattro sindaci, e molti contusi: è il bilancio degli scontri avvenuti ieri mattina in provincia di Avellino, in contrada Ischia, dove Leonardo De Luca, a settantacinque anni, s’è ritrovato per terra, senza occhiali, con la fascia tricolore sporca di fango e nessuno, se non i suoi compagni, che gli desse una mano per alzarsi. «Mi hanno trascinato per cinquanta metri», dice il sindaco di Panni, De Luca. «I poliziotti hanno caricato gente inerme, anziana, che protestava con le mani alzate e recitando il rosario. E’ questo il loro senso dello Stato?». Qui a Panni, tra la Puglia e l’Irpinia protestano da mesi per evitare la nascita di una discarica che confina con una sorgente d’acqua sulfurea, con il fiume Cervaro, con il torrente Lavella, con una strada provinciale e con la stazione ferroviaria. La tensione era alta già da qualche giorno, ma nessuno si aspettava una carica così violenta. Quando ieri mattina si sono presentati due tecnici della Fibe, l’azienda incaricata di costruire le piazzole di stoccaggio dei rifiuti, la gente s’è opposta. Sdraiati per terra, con le mani bene in vista, hanno ostacolato l’ingresso dei tecnici. La presenza dei sindaci di sei comuni interessati (Savignano Irpino, Panni, Montaguto, Ariano Irpino, Greci e Monteleone di Puglia) non è bastata a impedire la carica: «Sono ancora indolenzita, mi fanno male un braccio e una gamba», dice piangendo Anna Carrozzo, 65 anni, «è stata una scena tremenda: pensavamo che la polizia avesse il compito di proteggerci, invece ci hanno aggredito. Siamo brava gente, non siamo violenti: c’erano dieci o venti donne per terra, dietro di loro i sindaci e noi, che recitavamo il rosario. Poi è partita la carica. Ho visto una signora che mi sembrava morta e ho iniziato a gridare: l’avete ammazzata. Il sindaco di Panni l’hanno trascinato sul fango come un sacco di paglia. Ci siamo sentiti in una morsa, tutti stretti l’uno all’altro, mentre un altro poliziotto urlava: carica, carica, carica. Mi creda: eravamo con le mani alzate, non avevamo neanche uno stuzzicadenti, come potevamo far male a qualcuno? Eppure ci hanno aggrediti come se fossimo dei criminali».
Le reazioni montano di ora in ora: «Oggi alle dieci», dice Virgilio Caivano, portavoce dei Piccoli comuni italiani, «tutti i sindaci dei piccoli comuni delle province di Foggia e Avellino si presenteranno a Panni per esprimere la loro solidarietà a chi è stato ingiustamente picchiato: protesteremo contro l’arroganza forze dell’ordine e una nostra delegazione porterà al presidente Ciampi un tricolore con le chiavi dei piccoli comuni, per dimostrare il nostro rispetto verso le istituzioni, nonostante la polizia le abbia profondamente offese picchiando un sindaco. Vogliamo la convocazione urgente dei consigli regionali di Puglia e Campania e abbiamo ufficialmente chiesto al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, di creare una commissione parlamentare d’inchiesta per verificare quanto accaduto».
Intanto, almeno una cinquantina di persone sono rimaste a presidiare l’area. «Si tratta di 73 ettari di terra», spiega Antonio Volpe, consigliere comunale di Savignano Irpino, «ne vogliono fare una discarica provinciale, ma vista l’emergenza di Napoli, sappiamo bene che verranno qui per portarci la loro immondizia». «Ma da noi i combustibili da rifiuti non funzionano», continua Volpe, «e nelle discariche ci versano i
Fos' e isovvalli’, cioè le frazioni organiche e tutto quello che non può essere lavorato. Abbiamo già un’altra discarica, a soli sei chilometri dal paese: vogliono farci diventare l’immondezzaio d’Italia? E poi quello che è accaduto ieri è intollerabile: un atto di squadrismo, sembrava di essere tornati al Ventennio». E di regime parla anche la signora Anna Carrozzo: «Come potrò ancora credere nella polizia? Oggi ho capito che hanno ragione i no global: è la polizia che aggredisce, non loro, perché ho visto con i miei occhi quello che è successo ieri. Ma allora è vero che siamo sotto un regime: qual è la nostra colpa? Difendevamo la nostra terra, non facevamo niente di male, l’Italia lo deve capire: a noi non resta che l’aria pulita e l’acqua buona. Se ci tolgono questo, non ci più resta niente».