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Paolo Cacciari (Prc) piuttosto che votare la proroga si dimette. Si della Camera
Publie le mercoledì 19 luglio 2006 par Open-PublishingMontecitorio approva la mozione dell’Unione. Il deputato di Prc si dimette. Alle 17 il voto sul rifinanziamento della missione.
ROMA - Colpo di scena alla Camera che ha approvato la mozione della maggioranza sulla missione militare in Afghanistan con 298 voti a favore, 249 contrari: .
CACCIARI SI DIMETTE - Cacciari ha dato l’annuncio in Aula spiegando che non avrebbe preso parte né alla votazione sulle mozioni né a quella finale sul provvedimento. Non una parola di più. Dopo l’annuncio, Paolo Cacciari ha gettato sul banco la tessera da deputato e in silenzio ha lasciato Montecitorio. La decisione ha colto di sorpresa anche i colleghi di Rifondazione, come ha spiegato il capogruppo del Prc, Gennaro Migliore. E se gli altri parlamentari di Rifondazione sono rimasti seduti nei banchi, a seguire fuori dall’Aula Cacciari è stato solo il deputato Ali Rashid. «Sei proprio convinto?», ha chiesto Ali Rahid al deputato dimissionario. E davanti all’irremovibilità di Cacciari è scoppiato in lacrime ed ha accompagnato Cacciari fuori dal Palazzo. «Paolo - ha raccontato Gennaro Migliore - ha lasciato la tessera sul banco. Ora gliela tengo io e spero di ridargliela».
In precedenza, l’assemblea aveva bocciato la mozione dell’opposizione della Cdl, respinta con 291 voti contrari e 248 favorevoli.
RIFINANZIAMENTO NEL POMERIGGIO - Nel pomeriggio, intorno alle 17, l’aula voterà il provvedimento per il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, tra cui quella in Afghanistan. I pacifisti non arretrano e hanno annunciato che grideranno dalle file della maggioranza, in diretta tv, il loro no al rifinanziamento della missione. Non sono molti rispetto ai 348 deputati del centrosinistra, ma il segnale politico che si preparano a inviare è forte: sulla politica estera l’Unione resta divisa.
LUNEDI’ AL SENATO - La partecipazione alla missione Nato in Afghanistan ha diviso il centrosinistra, ma il vero banco di prova sarà lunedì 24 luglio quando il rifinanziamento arriverà al Senato. A Palazzo Madama, infatti, l’Unione può contare su una maggioranza di due soli voti. Qui saranno decisivi i voti degli 8 senatori dissidenti.