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Paolo Ferrero: Avanti, fino allo sciopero generale

Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-Publishing
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Avanti, fino allo sciopero generale

Salutiamo gli operai e le operaie, gli impiegati e le impiegate che hanno scioperato e oggi manifestano per le strade di Roma. Li salutiamo e li ringraziamo. Molti di loro sono in cassa integrazione, sono precari, vedono il loro posto di lavoro a rischio. Sono i lavoratori che stanno pagando per primi il prezzo della crisi e stanno pagando il prezzo più alto. A questi lavoratori Berlusconi e Confindustria vogliono ridurre strutturalmente il salario in virtù di un accordo separato firmato da Cisl, Uil e Ugl. Un salario che già oggi è vergognosamente basso a fronte di profitti altissimi e di scandalosi stipendi dei manager e degli alti dirigenti dello stato. La manifestazione di oggi è quindi una grande risposta di massa - dopo quella degli studenti - al tentativo di governo e padroni di scaricare interamente sui più deboli i costi della crisi. Un tentativo che non solo è ingiusto socialmente ma è anche dannoso sul piano economico.

Ogni riduzione dei salari e delle pensioni, ogni riduzione dello stato sociale non fa che aggravare la crisi. Questa non è il frutto di qualche speculazione finanziaria ma proprio il risultato di vent’anni di compressione salariale: i lavoratori non hanno i soldi per comprare i prodotti che fabbricano e gli imprenditori chiudono perché non riescono a vendere le merci e i servizi che le aziende producono.
Per questo l’accordo separato è una porcheria e questa manifestazione è sacrosanta.

La manifestazione di oggi è anche la prima risposta di massa all’offensiva berlusconiana che è andata in scena in questa ultima settimana. E non si dica che la manifestazione è su altri temi. L’attacco al contratto nazionale di lavoro e il tentativo di distruggere il sindacato di classe sono il presupposto dell’attacco alla Costituzione portato avanti dal piduista che abbiamo a Palazzo Chigi.

Berlusconi infatti non vuole solo cambiare la Costituzione formale, vuole distruggere la Costituzione materiale del paese. Così come vuole un potere sovrano incontrastato da realizzarsi con l’elezione diretta del presidente della Repubblica, così vuole consegnare in mano ai padroni il potere assoluto sui lavoratori. Nel progetto di Berlusconi ogni contropotere, ogni opposizione, ogni limitazione del potere - politico o imprenditoriale che sia - deve essere spazzato via.

Berlusconi vuole estendere a tutta la società quell’idea totalizzante di potere sovrano dell’impresa che Romiti ha reintrodotto a suon di casse integrazioni e licenziamenti a partire dalla Fiat negli anni ‘80. Non esiste oggi nessuna possibile separatezza tra lotta sociale e lotta democratica perché l’offensiva governativa è sui due fronti. La democrazia si difende anche lottando per il salario e una difesa della Costituzione che non chieda l’estensione della cassa integrazione per ogni lavoratore che perde il posto di lavoro rischia di essere completamente inefficace.

Dalla lotta di oggi contro l’accordo separato riparte quindi il movimento di opposizione nel paese e va a merito della Fiom e della FP della Cgil di aver indetto questa iniziativa. Adesso occorre allargare questa lotta, sia sui territori che arrivando allo sciopero generale. La costruzione dell’opposizione al governo Berlusconi e alla Confindustria, sul piano nazionale come su quello locale è infatti lo sbocco obbligatorio di questa manifestazione. L’opposizione è da costruire principalmente nel paese perché l’opposizione parlamentare procede a corrente alternata ed è sostanzialmente inutile. Mentre nel 2003 l’opposizione stava tutta quanta insieme alla Cgil a difendere l’articolo 18, oggi il Pd non ha aderito a questa iniziativa perché nella sostanza condivide i contenuti dell’accordo separato. La linea politica del Pd è oggi assai più in sintonia a quella della Cisl e di Confindustria che a quella della Cgil.

Dobbiamo quindi costruire l’opposizione di massa nel paese, sia sul piano sindacale che sul piano politico, nella piena consapevolezza che il Pd non sarà dalla nostra parte. Lavorare a costruire l’opposizione dal basso: questo è l’impegno che assumiamo come Rifondazione Comunista e in questa prospettiva dobbiamo lavorare nei prossimi mesi, ufficio per ufficio, fabbrica per fabbrica, quartiere per quartiere.

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