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Paolo Ferrero: Riflessioni sulla legge elettorale per le europee

Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-Publishing
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“Veltroni, Berlusconi e Di Pietro che in Italia si sbranano, in Europa votano le stesse cose.” Riflessioni sulla legge elettorale per le europee

Febbraio 13, 2009

Riflessioni sulla legge elettorale per le europee

Articolo uscito su E-Polis

Nel Parlamento Europeo, più della metà delle risoluzioni è adottata con il voto favorevole dei gruppi a cui fanno riferimento i parlamentari del PD, della Casa delle Libertà, dell’Italia dei valori, dell’UDC. In altre parole. Veltroni, Berlusconi e Di Pietro che in Italia si sbranano, in Europa votano le stesse cose. In particolare hanno votato insieme ad esempio la famigerata direttiva Bolkenstain che permette alle imprese di lavorare in un paese con il contratto di un altro paese. La guerra tra i poveri che rischia di scoppiare in Europa – come si è visto con gli scioperi dei lavoratori inglesi di qualche giorno fa – è alimentata dalla politica europea che vede concordi – lo ripeto – Veltroni, Berlusconi e Di Pietro.

Lo sbarramento del 4% è stato chiesto da Veltroni, gentilmente concesso da Berlusconi e votato da Di Pietro, per cercare di far fuori le forze di sinistra che a questa politica europea si oppongono.

E’ infatti evidente che lo sbarramento non serve a garantire la governabilità dell’Europa. Il parlamento europeo infatti non deve eleggere alcun governo.

E’ evidente che lo sbarramento non serve ad evitare la frammentazione dei partiti. Nel parlamento europeo infatti per costituire un gruppo servono 25 deputati di più paesi e questi gruppi ad oggi sono 7.

Lo sbarramento non fa risparmiare soldi, perché il finanziamento che non va alle liste che non superano il 4%, se lo spartiscono i partiti più grandi.

E’ inoltre del tutto evidente che cambiare la legge a 4 mesi dalle elezioni è una fatto che poco ha a che vedere con la democrazia e il rispetto delle regole e molto con gli interessi personali e politici dei capi dei partiti più grandi.

Ma noi non ci perdiamo d’animo e dopo aver giustamente denunciato il carattere furbesco e antidemocratico di questa legge, ci predisponiamo ad andare alle elezioni europee con un progetto politico che ci permetta di superare il 4%.

Noi pensiamo che il problema fondamentale a cui occorre far fronte oggi sia la crisi economica. La crisi non è nata dal nulla ma è il frutto delle politiche liberiste portate avanti in questi anni dal centro destra come dal centro sinistra. La riduzione dei salari e delle pensioni, la precarizzazione del lavoro e l’enorme arricchimento di una piccola minoranza della popolazione hanno determinato questa crisi. La gente che lavora non ha i soldi per comprare le merci che produce. Gli imprenditori non trovano chi possa comprare le merci che producono. Per questo c’è la crisi e i licenziamenti. Vogliamo quindi costruire attorno a Rifondazione Comunista una lista che rappresenti gli interessi di tutti coloro che questa crisi stanno pagando: lavoratori, precari, donne, giovani. Una sinistra anticapitalista e comunista, che faccia sue le ragioni di chi in questi anni e in questi mesi sta lottando, dalla scuola ai luoghi di lavoro, per un po’ di giustizia sociale e sappia opporsi al razzismo e all’offensiva clericale del Vaticano.

Vogliamo rafforzare in Europa il gruppo della Sinistra Unita Europea, che si batte contro i licenziamenti, contro la precarizzazione del lavoro, per tassare le grandi ricchezze ed aumentare salari e pensioni. Per la riduzioni delle spese militari e l’aumento della spesa sociale, sanitaria e per l’istruzione.

Con queste proposte di buon senso, di sinistra perché dalla parte dei più deboli e contro i più ricchi; comunista perché non si rassegna a piegare la testa di fronte ai potenti, pensiamo si possa agevolmente superare il 4% escogitato da Veltroni e Berlusconi per ucciderci.

Messaggi

  • Tutto giusto. Italia dei Valori e il PD vogliono solo uccidere la sinistra. Ma perché allora si continua a sostenere Soru e company? Voterei molto più volentieri per una sinistra anticapitalista e comunista se poi questa non facesse accordi a livello locale con chi ambisce a cancellare di fatto il movimento dei lavoratori e le istanza progressiste dal nostro Paese. Propongo quindi di tagliare OGNI legame con tali partiti ormai apertamente conservatori, e invece di riallacciare i rapporti con quanti - per ragioni direi condivisibili - si sono staccati dal PRC da sinistra (PCL, Sinistra Critica).