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Paolo Ferrero incontra i parlamentari europei
Publie le giovedì 25 settembre 2008 par Open-PublishingPaolo Ferrero incontra i parlamentari europei: «Le sinistre unite contro le 65 ore di lavoro»
di Stefano Squarcina
«Ma se sapevo che eravate così "complicati" e "complessi" non venivo alla vostra riunione!», esclama ridendo Paolo Ferrero, che con evidente ironia apprezza invece la qualità e quantità di domande che i deputati europei della Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica gli rivolgono. Il segretario del Prc è venuto in missione a Bruxelles per incontrare gli eletti del gruppo parlamentare, i 41 "compagni europei" vengono da 13 paesi dell’Unione, sono eletti in 16 partiti diversi, hanno sensibilità inevitabilmente diverse determinate dalla loro storia e collocazione geopolitica. Eppure sono praticamente tutti lì per ascoltare: vogliono capire davvero cosa succede in Italia e in Rifondazione, partecipano ad un dibattito di due ore.
Del resto, quello che accade nel Prc e nella sinistra italiana è un fenomeno che riguarda tutto il GUE/NGL: ovvero, come continuare ad essere uno spazio politico di elaborazione e pratica di alternative alle politiche liberiste dell’Unione Europea, a quali condizioni - e con quali programmi - partecipare ad eventuali esperienze di governo che vogliano eliminare le ingiustizie e trasformare radicalmente la società, come non farsi "assorbire" da esecutivi moderati che usano la sinistra radicale come "ruota di scorta".
Il Pcf ha partecipato in Francia a governi dai quali è uscito a pezzi, Synaspismos in Grecia sta resistendo con difficoltà ai violini dei socialisti che in nome del "battere la destra" li vorrebbero in future coalizioni, Izquierda Unida sta pagando con la quasi auto-eliminazione la non-opposizione a Zapatero e ai governi regionali socialisti, persino in Germania si comincia a discutere di un possibile governo rosso-rosso nel Länder della Hessen quale "laboratorio nazionale", in Svezia il Vansterpertiet ha preso una gran botta l’ultima volta. Il GUE/NGL vuole sapere tutto da Ferrero, manca poco che gli chiedono di leggere la palla di cristallo della politica italiana.
Il Segretario PRC non può non cominciare dall’illustrare il senso politico del congresso della svolta: «Io credo che la linea politica di un governo vada verificata quotidianamente nei fatti, e questo mi porta a dire che l’esperienza dell’ultimo Governo Prodi è stata disastrosa; "O bevi questa minestra o salti dalla finestra" ci veniva spesso detto, con arroganza, per imporci misure inaccettabili; in più, abbiamo sopravvalutato la nostra capacità di determinare la natura reale delle politiche governative, il tutto aggravato da forme di autocensura -nei confronti di un governo di centrosinistra- della protesta sociale che ha svuotato il nostro auspicato ruolo strategico di cerniera tra società, movimento e istituzioni. Il colpo finale è stato poi dato con una "proposta verticistica" come quella di Sinistra/Arcobaleno».
Ferrero usa necessariamente uno slogan per riassumere il suo messaggio al GUE/NGL: "In basso a sinistra", riferendosi alla necessità di mantenere una dialettica profonda con il conflitto sociale, e "autonomia sostanziale dal Partito Democratico in Italia", che per i partiti europei partner di PRC significa indipendenza sostanziale da quei partiti socialisti all’origine di politiche moderate e anti-sociali. E siccome Rifondazione rimane in Europa un modello di riferimento anche sulle modalità con cui si svolge il dibattito interno, a "complemento" -come dice- delle parole di Ferrero interviene nel dibattito anche Roberto Musacchio, che precisa «le diversità strategiche della mozione Vendola, per dare al GUE/NGL elementi d’analisi a tutto campo.
Anche noi crediamo all’unità, ma nessuno può chiederci di rinunciare alla verifica delle nostre idee politiche. Siamo un punto di ricerca politica: per me si pone il problema -sempre più europeo- di come battere le destre sociali e politiche, e per far questo credo che PRC debba porsi il problema di come riorganizzare la sinistra italiana, nelle sue varie componenti, su basi nuove, ponendo al centro proprio l’agire europeo. La dimensione della sinistra europea può proprio aiutarci».
Un dialogo "tutto interno", ma dalle forme serene e pacate, che rappresenta una ricchezza per il dibattito. «La mia priorità è rilanciare l’iniziativa politica del partito dopo questa inevitabile fase di assestamento sulla nuova linea strategica del congresso», riprende Ferrero. Su questo trova la voglia e il desiderio reale di tutti gli eletti e rappresentanti dei partiti GUE/NGL di approfondire le relazioni con Rifondazione, soprattutto di organizzare insieme eventi e manifestazioni, anche in campagna elettorale. «L’Europa non è stato oggetto del contendere da noi», dice Ferrero, che conferma il "No" al Trattato di Lisbona e il suo "Si" ad un’Europa democratica dove «ad esempio la Banca Centrale Europea risponda al potere politico.
Con gli altri partner PRC -continua- sto elaborando i contenuti di una piattaforma elettorale del partito europeo della sinistra europea, per presentarci alle elezioni del 2009 su basi comuni: la nostra sinistra ha nell’Europa uno spazio politico da ri-occupare. Dobbiamo valorizzare, anche in Italia, l’esperienza maturata in questi anni dal GUE/NGL, le sue prese di posizione, le sue brochure, le sue campagne come quella contro la Bolkestein», sottolinea Ferrero con il consenso del presidente del gruppo, il francese Francis Wurtz. Quest’ultimo gli chiede una disponibilità su iniziative comuni in campagna elettorale: «Facciamo in modo che tocchino problemi reali della gente come l’inaccettabile riforma della direttiva sull’orario di lavoro contro la quale si stanno mobilitando i sindacati europei, l’implementazione del cosiddetto "pacchetto sociale" che invece è antisociale, lo smantellamento dei diritti civili in nome della lotta al terrorismo.
Anche perché il rilancio della nostra iniziativa politica chiuderà spazi politici insidiosi per il partito, e darà sostanza alla nostra diversità rispetto alle forze moderate del centro-sinistra, dove spesso ormai "sinistra" è una parola vuota». E’ ovvio che non ci sono ricette uniche per risolvere i "problemi nazionali" dei partiti, ma una cosa è certa: i partiti e gli eletti GUE/NGL, vogliono lavorare con e per Rifondazione. Chiedono solo di far sapere loro "come e quando".