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Pardi, Travaglio e Grillo

Publie le mercoledì 12 settembre 2007 par Open-Publishing
2 commenti

Studio aperto sull’8 settembre (tg3)- 12-9-2007

Mannoni aveva già deciso che la piazza del web è antipolitica, cercava in Pardi e Travaglio solo una conferma o voleva buttarla in gossip e contrapposizione. Ma gli è andata male e ogni sua frase è stata respinta.

Pardi ha sventato facilmente il suo tentativo di buttarla in rissa, vedendo giustamente nelle piazze di Grillo la continuità con quel movimento dei girotondi che sollevò, nel 2002, un milione di cittadini infuriati contro le leggi ad personam di Berlusconi gravemente lesive del al principio di uguaglianza democratica e che trasformavano lo Stato in una azienda privata a lucro e interesse privatistico.

Già allora appariva l’anomalia italiana, che non era certo la rivolta delle piazze ma la deriva del Palazzo verso una politica autoreferenziale, elitaria e antidemocratica.

Se Berlusconi mirava a un feudalesimo di cui era voleva essere imperatore, il centrosinistra non ha fatto altro che accodarsi nelle spartizioni e nelle collusioni, in un accentramento baronale del potere che con la democrazia non ha nulla a che fare.

Come dice Pansa, sono almeno 12 anni che la democrazia in Italia pericola, che “il ceto politico vive in gruppi chiusi con superiori privilegi e diritti, ha tagliato i legami coi cittadini, ha indebolito il suo prestigio, si è chiuso nei propri castelli negando al popolo bue la più piccola autocritica”

Pardi: “Non è antipolitica quella di Grillo, ma un nuovo modo di fare politica. Se queste piazze ragionassero in termini di antipolitica, non si impegnerebbero così tanto, non presenterebbero proposte di legge, non si appellerebbero al Parlamento, non chiederebbero di ripulirlo dai pregiudicati, di aprirlo al ricambio, di farlo tornare a essere ciò che deve essere: il luogo dei reali rappresentanti del paese. I loro modi sono modi istituzionali, altamente politici”.

Ugualmente Travaglio: “Questo è un movimento super- politico, a favore del Parlamento, a favore del paese, secondo modi legalitari che sono stati semmai elusi dall’alto ma sono previsti dalla Costituzione. Del resto la crisi dei partiti è palese, ormai in caduta libera di iscritti e costretti a gonfiare altamente i loro numeri in modi per cui non ci sono inchieste e condanne.

Grillo non è un qualunquista, non attacca tutto, ha attaccato 25 persone precise per reati precisi, alcune delle quali in un Parlamento normale non ci sarebbero mai dovute essere. Attacca i modi antidemocratici di governare come le liste pre-costruite o la permanenza eterna e ereditaria al potere, attacca il dissolvimento della democrazia in un sistema rigido e bloccato che di democratico non ha più nulla.

La vera antipolitica, dice Pardi, la vera anomalia italiana è che un numero grandissimo di cittadini non si riconosce più non solo in questi schieramenti ma nemmeno in uno dei partiti ufficiali e nessuno se ne cura. Questo numero amplissimo di cittadini, che pure ha idee politiche, resta senza rappresentanza, escluso dai sistemi elettorali.

Il vero qualunquismo, la vera antipolitica, è fingere di non vedere questo numero enorme di cittadini e non permettere loro nessuna rappresentanza politica, quella che potrebbero darsi se le elezioni partissero dal basso, se gli eletti uscissero dalle richieste e dalle liste dei cittadini.

Anche Travaglio nota il ricambio generazionale, l’età bassa di queste piazze, è una intera rivolta giovanile, l’intera fascia dai 18 ai 36 anni, quella che è stata distrutta dalle leggi sul lavoro di entrambi gli schieramenti e dall’irrigidimento oligarchico dei governanti che di fronte al peggio hanno fatto massa con la destra per continuarne l’opera distruttiva della democrazia, oltre tutto in una gravissima perdita di identità storica e idoelogica.

I girotondi non sono riusciti a tenere unita la gente, quel milione di persone non aveva lo strumento per farlo. Il “non perdiamoci di vista” di Moretti era il timore che la dispersione avvenisse. Ma Grillo lo strumento di coesione ce l’ha, ed è la forza del web. Il suo blog è il vero catalizzatore. Grillo è u ncane mastino che non molla l’osso, seguirà le tre proposte passo per passo, non permetterà che siano abbandonate in un cassetto, ci farà sapere punto per punto che cosa ne accade, ci dirà nome per nome chi è pronto ad accettarle e chi no, ci renderà il potere di controllo e metterà sotto la lente di ingrandimento la responsabilità di ogni parlamentare.

“Grillo è un grande comunicatore, ha detto e ridetto che non vuole fare un partito, e se lo ha detto gli credo, ma presenta un modo di fare politica diverso, ineliminabile, che può e sarà affiancatore della politica ufficiale, come l’occhio vigile del cittadino, quel controllo che altre epoche non hanno potuto mai realizzare ma che ora, grazie alla tecnica, abbiamo. La politica dovrà, nolente o volente, adattarsi a questa evoluzione.”

Travaglio: “Grillo fa il politico senza farlo, ed è questa la cosa più divertente ed efficace. Se ne sta fuori dalle noie e dagli intrallazzi della politica con suo schioppettone a sale pronto a impallinare chi si muove contro i cittadini. Il suo è il primo blog d’Italia. Ha mosso un milione, forse due milioni, di cittadini ed è in continua crescita. Quando lui dice: votate questo o non votate quello, ciò è molto più efficace di qualunque discorso fatto in Parlamento o fatto in tv da un qualsiasi politico. I suoi risultati sono molto più forti che se entrasse in Parlamento con 4 o 5 grillini. E come potrebbe andare all’europarlamento che è un cimitero di elefanti e dove si muore de noia?

Ora fa scandalo che chi fa leggi abbia il diritto di violarle. Ma cosa c’è di democratico in questo?

In un paese dove l’informazione è morta, Grillo è diventato la vera informazione, porta all’attenzione pubblica temi che i media pensano bene di nascondere o di ignorare, perché sono al servizio dei partiti e i partiti non vogliono che certe cose si sappiano. Svela le zone oscure sporche del cattivo potere.

E’ stato Grillo a sollevare gli scandali della Parmalat, della Telecom e ora dei 98 miliardi di euro evasi dalle concessionarie dei Monopoli di Stato (coop rosse e AN) che il Governo fa finta di ignorare. E’ lui che solleva lo scandalo di una nomenclatura ormai in caduta libera verso l’oligarchia. E’ lui che attacca il qualunquismo di un certo politico sordo e autoreferente e l’antipolitica di chi pensa solo ai propri personali interessi.”

E questa è democrazia, il meglio del meglio della politica, di una politica dremocratica, non partitica ma altamente civile.

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http://www.masadaweb.org

Messaggi

  • Che Grillo, Pardi e Travaglio - e ancora di più le "masse" che li seguono, indubbiamente più giovanili e più "ruspanti" di quelle un pò intellettualoidi e "matusa" dei Girotondi - siano il sintomo del cosiddetto "distacco" tra politica e "gente comune" ( eviterei però di affidarmi ad un voltagabbana come Pansa per segnalare questo innegabile "distacco") mi sembra una cosa assolutamente indubitabile.

    Come è indubitabile il fatto che i primi campioni dell’ "antipolitica" siano proprio certi politici ( ma anche certi imprenditori ed in generale certa classe dirigente TUTTA di questo Paese).

    Ma, una volta detto questo, debbo dire che proprio lo strano trio formato intorno al progetto ( anche se Travaglio e Pardi hanno avuto un ruolo dirigente anche coi Girotondi) porta a riflettere sull’oggettivo qualunquismo che permea almeno la parte più recente di quella campagna.

    Grillo, ex candidato liberale negli anni settanta ed ottanta del secolo scorso, nemico irriducibile dei movimenti di quegli anni, salvo quello antinucleare cui aderì sul finire degli ottanta

    Pardi, ex dirigente di Potere Operaio, addirittura il tizio che durante un pubblico congresso di questa organizzazione a Firenze intervenì sostenendo la necessità della clandestinità e della lotta armata, suscitando le ire persino di Toni Negri.

    Travaglio, ex enfant-prodige della gioventù neofascista del Msi di Almirante, poi passato con Montanelli al Giornale, poi a Repubblica ed ora addirittura all’ Unità.

    E comunque, alla faccia del "nuovo", stiamo comunque parlando di gente abbondantemente sopra le 50 primavere ( Grillo e Pardi credo anche le 60) e che, a vario titolo, stanno comunque sulla scena politica italiana da almeno un quarto di secolo ( Pardi anche un trentennio abbondante).

    Ma al di là di queste notiziole ( tra l’altro sia Grillo che Pardi sarebbero a loro volta "pregiudicati" ed in base alla loro proposta sarebbero comunque ineleggibili), quello che mette veramente paura è la logica tutta "law and order", mutuata dai vecchi Girotondi ma in versione appunto più masaniellesca, "plebea", prepolitica, diciamo pure più "invasata" ( mai un Nanni Moretti, che pure amo poco, avrebbe proposto cose palesemente incostituzionali) e quindi più facilmente coinvolgibile nelle più pericolose avventure politiche.

    Oltre ai gia’ citati precedenti politici illuminanti (Fronte dell’ Uomo Qualunque, radicali, Lega Lombarda), partiti con le migliori intenzioni di critica ad una classe dirigente "staccata" dalla gente, e poi fatalmente approdati a destra o gestiti da qualcun’altro ( il vecchio Msi, Craxi, Berluskoni) vorrei ricordare il caso più recente della Rete di Orlando in Sicilia, irriducibile avversaria della mafia con logiche giustizialiste del tutto simili a quelle grilline di oggi, e poi rifluita in grandissima parte in Forza Italia.

    Certo, non c’è dubbio che la responsabilità peggiore di questa situazione sia di una sinistra ( anche "radicale", ma de che ?) che non fa più la sinistra.

    Ma certi innamoramenti acritici mi fanno sempre paura.

    In fondo persino Mussolini, Hitler e Salazar cominciarono più o meno così .....

    R.

    • Abbiamo pazienza! La creazione non è nemmeno agli inizi. Siamo all’anticamera del lunedì, aspettiamo tutta la settimana della genesi, Dio non h afatto il mondo in un giorno.

      Intanto la delegittimazione di "questo" ceto politico è compiuta e indietro non si torna.

      Autocorrettivi non se ne vedono e che Veltroni proponga per il suo governa Letta 1 e Tremonti non fa che facilitare la slavina e l’incredulità.
      Questi sono de coccio, persino di più di quello che noi arriviamo a credere.
      Berlusconi e la Lega hanno fatto un pallido tentativo di dire "sono io quello che volete" che non è riuscito, Prodi si è nascosto sotto la coperta e D’Alema ha già detto le sue cazzate, Bertinotti è stato confuso e incomprensibile. RC rischia di bruciarsi la poca immagine che ha.
      La storia è quel movimento che qualunque cosa sia soffocata continua ad avanzare come una valanga.

      Si sta formando una opinione pubblica inferocita e smaliziata che grazie al web ha più forza di quella, ignorata, dei movimenti, al tempo del G8, e, paradossalmente, sono proprio le critiche e gli insulti della politica ufficiale sui media ad alimentarla.
      Se fossero stati zitti, avrebbero soffocato la pizza nella cenere, invece buttando acqua sul fuoco non fanno che alimentare la fiamma, manifestando che il colpo è andato a segno.
      Cominciano a sembrare degli sciocchi senza strategia

      viviana