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Parlamentari pacifisti: ’’Via da Iraq e da Kabul’’
Publie le domenica 16 luglio 2006 par Open-Publishing’’L’Italia deve farsi portavoce di un’iniziativa di pacificazione. Questo significa contrastare il ruolo di gendarme mondiale della Nato’’
Lo hanno firmato tutti. Tutti i parlamentari contrari alla missione in Afghanistan, compresi gli 8 senatori ’ribelli’. Si tratta di un documento, diffuso all’assemblea autoconvocata dei pacifisti, in cui si fanno una serie di richieste al governo Prodi. Innanzitutto: ’’Via dall’Iraq e dall’Afghanistan. L’occupazione militare di questi Paesi non costituisce la soluzione di un problema ma rappresenta il problema. L’Italia deve farsi portavoce di un’iniziativa di pacificazione e di un impegno in direzione della cooperazione e della solidarietà civile. Questo significa contrastare il ruolo di gendarme mondiale della Nato’’.
Le altre richieste al governo dell’Unione si articolano nella ’’solidarietà al popolo palestinese per la costituzione di uno Stato laico e democratico nei Territori occupati nel ’67 e con Gerusalemme capitale. Questo obiettivo per essere realizzato ha bisogno di alcune condizioni essenziali: l’immediato cessate il fuoco, il ritiro di Israele dai Territori occupati, lo smantellamento del Muro, lo sblocco degli aiuti europei al legittimo governo palestinese. Il governo italiano deve impegnarsi su questi punti a cominciare dalla revisione dell’accordo di cooperazione militare con Israele’’.
Inoltre, nel documento firmato dai parlamentari pacifisti, si chiede che non vi siano più basi militari sul suolo italiano e che le spese militari vengano ridotte ’’con la completa revisione del nuovo modello di Difesa che prevede l’incremento di missioni militari all’estero’’.
I parlamentari pacifisti sottolineano che ’’questo appello deve vivere nelle iniziative che sapremo realizzare sia a livello parlamentare sia, soprattutto, a livello sociale a cominciare dalle mobilitazioni delle prossime settimane. Il movimento per la pace rappresenta ancora oggi la maggioranza civile di questo Paese. E’ nostro dovere dargli voce perché la guerra sia bandita dalla Storia’’.