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Parmalat, i colpevoli sono già in fuga

Publie le mercoledì 6 ottobre 2004 par Open-Publishing

Parmalat, i colpevoli sono già in fuga
di Susanna Ripamonti

Vorrebbero guardarlo in faccia Calisto Tanzi. I cinquemila risparmiatori truffati dai bond Parmalat, che ieri si sono costituiti parte civile nel processo sul più grande crack d’Europa, avrebbero voluto dire al cavaliere di Collecchio che non hanno lavorato per una vita per regalare a lui i propri risparmi. L’udienza preliminare è iniziata puntualmente, malgrado l’insolita folla di avvocati, più di 150 tra difensori e parti civili, riuniti nell’aula magna trasformata per l’occasione in una comune aula di processo. Tutti assenti i 29 imputati (ai quali si aggiungono tre persone giuridiche) accusati di aggiotaggio, ostacolo alla Consob e falso dei revisori. I lavori si svolgono a porte chiuse come prevede il codice, non ci sono grandi schermi per assistere all’udienza e il pubblico dei curiosi, ingannato da notizie fantasiose circolate alla vigilia del processo, gironzola per i corridoi deluso, accontentandosi di mescolarsi ai cronisti che fanno capannello attorno agli avvocati.

Tra i difensori dei risparmiatori truffati c’è anche Gaetano Pecorella, il presidente della commissione giustizia della Camera che ha approvato la legge che depenalizza il falso in bilancio, che certamente non prevede norme che scoraggino gli avventurieri alla Tanzi. Una contraddizione che non sfugge all’avvocato Marco De Luca, il legale del nuovo gruppo di Collecchio. «Chi ha depenalizzato il falso in bilancio dovrebbe ripensarci, oppure dovrebbe dovrebbe smettere di ergersi a paladino dei risparmiatori truffati». E aggiunge: «Certo, ci dicono che le nuove norme prevedono sanzioni più pesanti di quelle contemplate negli altri Paesi europei, ma non dimentichiamo che nel resto d’Europa le pene sono effettive, mentre da noi l’effetto deterrente è minimo». Pecorella gli risponde a distanza, fulminando con uno sguardo il giornalista che gli riferisce la battuta di De Luca: «la legge riformata sul falso in bilancio non ha nulla a che vedere con quanto accaduto in Parmalat. La Parmalat è una società quotata in Borsa e l’attuale legge prevede le medesime sanzioni di quella precedente».

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